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Via Guicciardini
strada del centro storico di Firenze Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Via de' Guicciardini, detta comunemente via Guicciardini, è una strada del centro storico di Firenze, situata in Oltrarno, dove rappresenta il prolungamento sull'asse nord-sud del cardo oltre il Ponte Vecchio. La strada va infatti dal ponte (presso l'incrocio tra via de' Bardi, piazzetta Salvatore e Wanda Ferragamo e borgo San Jacopo) a piazza de' Pitti. Lungo il tracciato si innestano: via de' Barbadori, la piazza Santa Felicita e via dello Sprone.
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Storia
Riepilogo
Prospettiva
Origini

La strada ricalda il percorso della Via Cassia come prosecuzione del cardo massimo oltre la porta meridionale e poi il principale attraversamento fluviale. Gli scavi eseguiti dalla locale Soprintendenza Archeologica negli nella zona antistante la chiesa di Santa Felicita hanno documentato la presenza di strade ed edifici in questa zona fin dall'epoca romana, pur trovandosi allora fuori dalle mura: anzi alcune sepolture paleocristiane dal V secolo in poi dimostrarono la presenza di una comunità cristiana di lingua greca e di provenienza siriana, forse la prima insediatasi in città[1].
Prima del XIII secolo, quando la città era dunque murata solo sul lato settentrionale, uscivano dal ponte Vecchio - fortificato da alte torri - tre strade detto "borghi" perché all'origine di altrettanti abitati lungo di esse: borgo San Jacopo verso ovest, il borgo di Piazza verso sud e il borgo Pitiglioso ("pidocchioso") verso est. Con l'inclusione della zona nelle mura arnolfiane, i tre borghi divennero delle direttrici stradali, che nell'ordine sono oggi l'immutato borgo San Jacopo, la via Guicciardini e via de' Bardi[2].
Via Guicciardini anticamente si chiamò borgo di Piazza (attestazione nel 1173) perché conduceva alla piazza di Santa Felicita (poi con piazza si iniziò a indicare la zona di San Felice), infatti era detto anche borgo Santa Felicita. Si trova poi attestata come via dei Benizzi o via dei Guidetti, dal nome di famiglie che avevano qui il loro palazzo (in quello dei Benizzi era nato il veneratissimo san Filippo nel 1233), e occasionalmente come "chiasso de' Guicciardini" (1322), famiglia che andava acquistando su questa strada sempre più proprietà, tanto che dal XVI secolo in poi si stabilizzò il nome di "via dei Guicciardini"[3].
I Guicciardini
I Guicciardini, originari della val di Pesa, arrivarono a possedere sul lato orientale della strada fino a otto fra case e palazzi, compresa una vecchia torre della famiglia Malefìci, e i palazzi che furono dei Benizzi, dei Guidetti e dei Barbadori, riordinati a partire dal XVII secolo nel vasto palazzo Guicciardini. Sull'altro lato della strada esistevano una serie di case più modeste, in una delle quali nascue, il 3 maggio 1469, Niccolò Machiavelli, come ricorda un'altra lapide[2].
Gli edifici di via Guicciardini subirono trasformazioni per voltà della famiglia Medici, prima venendo attraversati dal corridoio Vasariano (1565), col beneplacito di tutte le famiglie che subirono gli espropri (tranne il noto caso dei Mannelli), poi con l'ingrandimento graduale di palazzo Pitti, che finì per richiedere la demolizione di alcuni edifici nel 1837, accorciando notevolmente la strada all'estremità sud[4].
Distruzione e ricostruzione

Il tracciato antico della strada rimase in massima parte immutato finché, nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1944, le mine poste dall'esercito tedesco in ritirata non vi provocarono vaste distruzioni mirate a rendere impraticabile l'accesso al ponte Vecchio, unico attraversamento sull'Arno salvato sì, ma al costo di grandi perdite su entrambe le rive. I danni furono particolarmente gravi sia in prossimità del ponte sia sul lato destro, per cui la strada si presenta attualmente caratterizzata da edifici moderni per lo più costruiti a partire dagli anni cinquanta del Novecento, comunque progettati (in alcuni casi con risultati di interesse) cercando di riproporre per volumetria e forme (si vedano i temi delle altane, degli sporti e delle vie interne) le caratteristiche dell'antico tessuto urbano[4].

Particolare libertà si usò nel ricostruire la parte più vicina al ponte Vecchio, per migliorare la veduta di questo e della suggestiva torre dei Mannelli (incredibilmente salvatasi su tre dei quattro lati) da più punti di vista. In particolare: fu rettificato e ampliato l'imbocco di Borgo San Jacopo; venne isolata maggiormente la torre spostando il cavalcavia del corridoio Vasariano verso est (con l'aggiunta di un beccatello) e impostandolo su due archi poggiani su un pilone isolato; via de' Bardi fu allargata a discapito di edifici distrutti e non ripristinati come la torre degli Ubriachi; fu creato passaggio ad arco con la nuova via dei Barbadori, raccordata più avanti a via Guicciardini anche da una breve galleria commerciale coperta[4].
Permangono nella via, nonostante i danni comunque subiti durante la guerra, anche alcune testimonianze antiche di assoluto rilievo, tra le quali il già ricordato palazzo Guicciardini, e il palazzo Dragomanni[4].
Dal giugno 2011 la via è stata pedonalizzata nell'ambito di un intervento che ha ugualmente interessato piazza de' Pitti e altre strade limitrofe. Nel 2021-2022 hanno avuto luogo lavori di riordino e rinnovo del lastrico stradale e dei marciapiedi[4].
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Descrizione
Riepilogo
Prospettiva
La carreggiata è asfaltata e servita ai lati da due ampi marciapiedi in pietra. Visto il ruolo svolto nel sistema viario fiorentino, un tempo di collegamento verso la porta Romana, oggi di connessione tra il ponte Vecchio e piazza de' Pitti (e più in generale tra il centro e piazza de' Pitti che rappresenta una delle emergenze artistiche più rilevanti del di là d'Arno), la strada è quasi ininterrottamente interessata dal flusso turistico[4].
Edifici
Monumenti

Sulla strada affaccia la colonna di Santa Felicita: si tratta del fusto in granito dell'isola d'Elba di una colonna quasi sicuramente antica[8] pertinente a un mausoleo del cimitero cristiano che qui esistette almeno dal V secolo. Esso venne eretto nuovamente nel 1381, e dal 1484 vi fu posto un capitello e un plinto sorreggente una statua di San Pietro martire su iniziativa della famiglia Rossi che qui aveva il proprio palazzo e che era particormente devota al santo. Da questo episodio ne nacque la leggenda che la colonna marcasse il sito dove nel 1244 Pietro coi cavalieri di Santa Maria avrebbe sconfitto una milizia catara, una vicenda sicuramente amplificata, se non del tutto inventata, similmente a quella legata alla Croce al Trebbio[9].
La statua crollò nel 1732 e venne sostituita da un nuovo esemplare che probabilmente subì la stessa sorte in un evento imprecisato, entro il 1842. Seppur crollata nel 1944, la colonna venne restaurata e ricollocata, col suo capitello decorato dagli stemmi dei Rossi d'Oltrarno. Sebbene poco leggibile, sul fusto si trova ancora l'iscrizione del ripristino della statua nel 1733[10].
Traduzione: «Dio Ottimo Massimo. Alamanno de' Rossi, figlio del cavaliere Isidoro, unico superstite dell'antica famiglia dei Rossi, sotto l'autorità della madre e tutrice Aretafila Savini[11], ha ripristinato la statua di san Pietro Martire, posta sull'antica colonna, crollata a causa del tempo. Anno della Salvezza 1733».
Lapidi
Sulla casa di Niccolò Machiavelli si legge:
All'interno (si noti come si è cercato di rimediare alla grafia errata "Macchiavelli"):
E poi su due grandi cartellini su altrettante travi lignee:
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PARTE DI UNA TRAVE |
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Sul palazzo Guicciardini si trovano sia una lapide che ricorda lo storico Francesco Guicciardini (nato e vissuto qui), sia una per san Filippo Benizi.
La traduzione è: "A san Filippo Benizzi, che ora veneri elevato nei cieli, oh viandante, questa casa un tempo donò culla e natali. La fama del luogo che il trascorrere del tempo aveva offuscato, Luigi e Francesco Guicciardini si curarono di ripristinare per una memoria perenne, nell'anno del Signore 1725."
Tabernacoli

Sulla via esisteva un tabernacolo in angolo con piazza Santa Felicita, visibile in una foto d'epoca[12]. Dopo la guerra non fu ripristinato. Nell'androne della casa di Niccolò Machiavelli si trova una nicchia con un rilievo della Madonna col Bambino e san Giovannino in stucco, probabilmente antico, ma di difficile valutazione poiché molto annerito.
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Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
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