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Casalinga

persona che si occupa a tempo pieno delle faccende domestiche Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Casalinga
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Una casalinga è una donna che si occupa delle faccende domestiche in casa propria e non svolge altri lavori.[1]

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Casalinga con bambino nel Giappone del periodo Meiji.

Rispetto al lavoro svolto da una domestica, l'attività della casalinga si distingue per un maggiore valore in termini di cura, educazione e assistenza ai familiari.[2]

Storia

Riepilogo
Prospettiva
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Manifesto di propaganda bellica statunitense rivolto alle casalinghe.

Storicamente il ruolo della donna è quello di casalinga; tuttavia, nelle famiglie del mondo agricolo, almeno fino alla fine dell'Ottocento, il ruolo della donna si estendeva anche alla collaborazione nei lavori agricoli, sia pure specializzandosi in quelli giudicati meno faticosi, e frequentemente[3] nelle famiglie operaie alle donne era richiesto di lavorare anche fuori casa per contribuire al reddito familiare.[4][5]

Con lo sviluppo economico il diffondersi di un certo benessere permise alla maggioranza della popolazione di fare a meno del lavoro femminile, concentrando l'attività della donna nella cura dei figli e i lavori domestici. Il ruolo della casalinga raggiunse la sua apoteosi, in Italia e in altre società europee, nel Novecento. Un'importante spinta al ruolo della casalinga fu data dal fascismo e, all'estero, dai regimi totalitari, che sin dal primo dopoguerra valorizzarono infatti il detto ruolo nell'ambito di una più ampia promozione della famiglia come principale luogo della trasmissione ai giovani dei valori tradizionali. Per converso, nelle nazioni alleate i governi operarono per l'allontanamento dalla casa delle donne, coinvolgendole nell'impegno bellico.[6]

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Una casalinga tedesca (1956).

A partire dalla fine degli anni Settanta questo modello familiare entrò progressivamente in crisi perché per molte donne lo svolgimento dei lavori domestici e la cura dei figli come unica attività divenne sempre meno ambita. La causa di ciò, secondo molti, è da ricercarsi in un'inversione dell'ordine sociale, legata anche al diffondersi dei movimenti femministi e dell'istruzione superiore tra le donne, con le conseguenti maggiori opportunità professionali. Queste ultime cause sono interdipendenti.[7][8]

Già a partire dalla fine del secolo, alla famiglia mono-reddito basata a livello economico sulle entrate del marito si sostituì spesso una famiglia dove entrambi i coniugi lavoravano fuori casa. Col nuovo millennio, fu lo stesso concetto di famiglia a subire una profonda crisi, a causa del venire meno dei vincoli morali e religiosi tradizionalmente accettati, e sono diventate accettabili delle famiglie mono-parentali. La crisi economica, bloccando l'ingresso di molte donne nel mondo del lavoro, riuscì comunque a tenere alto il numero delle casalinghe. Ad esempio in Italia nel 2013 secondo le rilevazioni ISTAT le casalinghe erano circa 7,5 milioni, a fronte di 9,3 milioni di donne occupate.[9][10]

Paradosso di Cowan

Il paradosso di Cowan prende il nome dalla storica Ruth Schwartz Cowan che ha analizzato come il tempo di lavoro domestico delle casalinghe non è diminuito dal 1870 al 1970 nonostante tutti gli elettrodomestici introdotti.[11]

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Tutela giuridica nel mondo

Brasile

In Brasile il lavoro domestico è regolato dalla legge 8.212 del 24 luglio 1991, che ne norma gli aspetti previdenziali.[12] Secondo la legislazione del paese una persona che svolge lavoro casalingo può usufruire di diritti che erano un tempo riservati ai lavoratori dipendenti come la pensione di invalidità, quella di vecchiaia o quella per anzianità di servizio. Per alcuni benefici quali contributi in caso di malattia o il salario di maternità è necessario un determinato numero minimo di mesi di contribuzione.[13]

Italia

In Italia dal 1997 è attivo una forma previdenziale dedicato alle persone di più di 16 anni che «svolgono lavori di cura non retribuiti derivanti da responsabilità familiari».[14]

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Nella cultura di massa

Lo stereotipo della donna di casa è stato formulato in alcune società dove la figura della casalinga è stata o rimane tuttora rilevante, con espressioni ormai entrate nell'uso comune. Possono, ad esempio, essere citate in Germania la Casalinga sveva (Schwäbische Hausfrau, austera portatrice di un ethos di saggezza frugale e parsimoniosa) e, in Italia, la Casalinga di Voghera (che rappresenterebbe una fascia della popolazione italiana piccolo-borghese, dal basso livello di istruzione e che esercita dei lavori piuttosto semplici). Tali espressioni vengono usate di frequente nel dibattito politico ed economico, tanto da essere assurse alla dimensione di miti collettivi.[15]

Anche la serie televisiva statunitense Desperate Housewives (lett. "casalinghe disperate"), che descrive in modo impietoso il cosiddetto "American way of life", è presto uscita dall'ambito del puro intrattenimento per diventare un vero e proprio fenomeno culturale.

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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