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Alviero Chiorri

calciatore italiano Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito

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Alviero Chiorri (1959 – vivente), ex calciatore italiano.

Citazioni di Alviero Chiorri

  • Al piede destro tenevo i sei tacchetti da campo pesante anche se il terreno era asciutto, perché volevo che la gamba d'appoggio fosse stabile, ben radicata. Al sinistro, estate o inverno che fosse, mettevo lo scarpino coi tredici tacchetti perché volevo che la gamba creativa mantenesse più libertà di movimento.[1]
  • Bisognerebbe vivere i vent'anni con l'esperienza dei quaranta.[1]

"Con la testa di Totti e Del Piero, non sarei stato Alviero Chiorri"

Dall'intervista di Giancarlo Dotto al Corriere della Sport - Stadio; citato in dagospia.com, 27 giugno 2020.

  • Mi dà fastidio quando mi dicono che avrei potuto fare molto di più. Sarà anche vero, ma alla fine ho fatto quello che dovevo. Avessi avuto un procuratore come quelli di oggi [...] forse sarebbe stata una storia diversa. Non ero Maradona e nel calcio di oggi non sarei nemmeno preso in considerazione. O forse sì, sarei stato un buon esterno sinistro alla Totti nel calcio di Zeman. Un allenatore appassionante anche se un po' estremo.
  • Le occasioni le ho avute, ma è sempre successo qualcosa. La prima volta fu colpa mia. Fui convocato per i mondiali in Tunisia con la Nazionale Juniores. Una squadra forte, avevamo appena vinto il torneo di Montecarlo. Mi rifiutai di andare perché avevo già prenotato al mare con gli amici. C'era Italo Allodi. Mi cacciò da Coverciano con i carabinieri. L'ho sicuramente pagata. Da allora m'hanno segato dal giro azzurro e quando fui in ballo per la Nazionale di Bearzot mi fermò la pubalgia.
  • L'esordio in Coppa Italia contro la Fiorentina. Ero un ragazzino incosciente, mi marcava Roggi ma non mi prendeva mai, quel giorno mi riusciva di tutto. Mi si avvicinò Antognoni: "Ragazzi' ora basta, falla finita, hai rotto i cojoni".
  • Il più forte marcatore? Vierchowod di gran lunga. [...] Gli unici falli li faceva solo perché arrivava troppo veloce sulla palla.
  • La prima volta, non sapevo neanche dove fosse Cuba. M'innamorai dal primo giorno. Un mondo a parte, spiegarlo è difficile, lo devi vivere. Non c'hanno una lira e tutti che ballano, cantano. [...] Quando tornavo in Italia soffrivo il contrasto. Tutti di corsa, facce tristi. Se non sali sulla ruota, ti schiacciano. E, se sali, non sei più libero di scendere. A Cuba non esiste il tempo. Ci vediamo alle nove, ma non si sa di che giorno, di che mese, di che anno. Non devi cercare la profondità. Come stare a Cinecittà.
  • A Cremona ho dato il meglio da calciatore. Avevo accettato di fare questo mestiere come va fatto, non solo in partita, nei ritiri, negli allenamenti. [...] Era il '90. Qualcosa scatta nella mia testa. Il buio totale. Avevo trent'anni e pensai di chiudere con il calcio. [«Una crisi depressiva da spavento»] L'apatia totale, il rigetto di tutto, a cominciare dal calcio. Non mi allenavo, non mangiavo, da 77 chili ero sceso a 66. Facevo pensieri strani, vedevo mostri. Sono stato ricoverato in clinica due mesi. M'hanno riempito di pasticche, sono arrivato a pesare 90 chili. Sono rientrato, sei mesi dopo, nello spareggio a Pescara per la promozione in A. Si va ai rigori. Sbaglio il mio. Mi cade il mondo addosso. Rampulla, il portiere, mi fa in un orecchio: "Non ti preoccupare, adesso ne paro due". Andò così e salimmo in A. Le cause? Non ho mai capito. Un giorno il tappo salta e vai a fondo. [...] Forse il peso dell'aver sopportato tanti anni un mondo che non era il mio. Le invidie, le pressioni, il confronto con gli altri. Non mi divertivo più. Non ritrovavo più me stesso. Anche quando mi facevano i cori e venivo osannato, mi chiedevo sempre "perché?".
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Citazioni su Alviero Chiorri

  • Aveva tutto. Più di Baggio, più di Mancini. Per dire: quando Baggio era vicino all'area non tirava, piazzava la palla. Alviero no, lui poteva piazzarla ma sapeva anche tirare. E poi era forte di testa, aveva dribbling. E fisicamente... [...] Alla Samp ne mettevo quattro accanto e li facevo correre: ai 50 metri arrivava primo Vierchowod, ai 70 Pellegrini, agli 80 Mancini, ma ai 100 Chiorri batteva tutti. [«Perché non ha fatto una grande carriera?»] Perché non pensava solo al calcio. Mettiamola così: c'era una cosa che lo appassionava molto di più del pallone. Il martedì, quando si presentava per riprendere gli allenamenti, lo guardavo in faccia e gli dicevo: Alviero, fai mezzo giro di campo e vai negli spogliatoi, tu cominci domani. (Renzo Ulivieri)
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Note

  1. 1 2 Citato in Sebastiano Vernazza, Chiorri, stella Tricolor a Cuba, gazzetta.it, 26 gennaio 2007.

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