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Geoffrey Chaucer
scrittore, poeta, burocrate e diplomatico inglese Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
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Geoffrey Chaucer (1343 circa – 1400), scrittore e poeta inglese.
I racconti di Canterbury
| Per approfondire, vedi: I racconti di Canterbury. |
Il parlamento degli uccelli
- The lyf so short, the craft so long to lerne. (v. 1)
- La natura, il vicario di Dio onnipotente.
- Nature, the vicaire of thalmighty lorde, [...]. (v. 279)
- Lo stolto non sa tacere.
- [...] a fool can noght be stille. (v. 574)
Incipit di La leggenda delle donne eccellenti
Mille volte ho sentito la gente dire | che c'è gioia in paradiso e pena in inferno.[2]
Citazioni su Geoffrey Chaucer
- Al tempo del nostro autore non esistevano i luoghi comuni dello stile poetico, le luci riflesse della fantasia, le sfumature rosate; egli era costretto a scoprire la natura da se stesso, a osservarla da vicino, quasi a maneggiare le cose, come chi al mattino presto si muove a tentoni nella semioscurità; per questo le sue descrizioni hanno un che di tattile e producono sulla mente un effetto simile a quello della scultura. Chaucer ebbe occhio imparziale sia per la verità della natura, che per la distinzione dei caratteri; e il suo interessamento a ciò che vedeva conferiva nuova lucidità e forza alla sua capacità d'osservazione. Il pittoresco e il drammatico appaiono intimamente fusi in lui; egli infatti descrive gli aspetti esteriori come indicazioni del carattere, come simboli di sentimenti interiori. (William Hazlitt)
- E fra i Romani vi furono Livio Andronico e Ennio; e nella lingua italiana i primi che le diedero la possibilità di accogliere in sé tesori del sapere furono i poeti Dante, Boccaccio e Petrarca; come per il nostro inglese furono Gower e Chaucer [...] Chaucer senza dubbio si mostrò eccellente nel suo Troilo e Criseide a proposito del quale veramente non so se più meravigliarmi del fatto che in quei tempi nebulosi egli seppe vedere in modo così chiaro, ovvero del fatto che noi, che apparteniamo ad un'epoca in cui la coscienza poetica si è venuta chiarificando, lo seguiamo incespicando continuamente. (Philip Sydney)
- Fra i quali [poeti] e più che a ogni altro dobbiamo rivolgere particolari lodi al nobile e grande filosofo Geoffrey Chaucer il quale, per l'eleganza in cui scrisse nella nostra lingua, merita l'appellativo di poeta laureato. Infatti, prima che con le sue opere rendesse bello, raffinato ed elegante il nostro inglese, la lingua di questo regno era rozza ed informe, come appare da vecchi testi i quali al giorno d'oggi non potrebbero in alcun modo reggere il confronto con i suoi splendidi scritti e il suo stile ornato; egli scrisse molti libri e trattati di nobili storie, sia in prosa che in rima e con tale destrezza, che seppe racchiudere la sostanza del narrare in frasi brevi, rapide, sublimi, scartando ogni prolissità, espellendo la paglia e la pula, mostrando altresì, con abile e dolce eloquenza, la spiga ricolma di senso. (William Caxton)
- L'affermazione comunemente ripetuta che Chaucer è il padre della lingua inglese non corrisponde ai fatti. Chaucer usò il linguaggio corrente a Londra al tempo suo, come dimostrano le carte conservateci negli archivi. Non soltanto non alterò le flessioni grammaticali, ma aggiunse poche parole al vocabolario. (Mario Praz)
- Se ci domandiamo in che cosa consista l'immensa superiorità della poesia di Chaucer sulla tradizione romanza o perché, passando da questa a Chaucer, ci sembra di essere in un altro mondo, troviamo che la sua superiorità investe sia la sostanza che lo stile della poesia. La sua superiorità, per quanto riguarda la sostanza, è data dalla visione che ebbe della vita umana, visione ampia, libera, semplice, nitida eppure gentile, così lontana dall'astrattezza dei poeti romanzi, incapaci di raggiungere un intelligente dominio della vita. Chaucer non conosce il loro abbandono, perché ha la capacità di osservare il mondo da un punto di vista centrale, autenticamente umano. (Matthew Arnold)
- Se Newton classificò le stelle, Linneo le piante, Chaucer classificò le classi dell'uomo. (William Blake)
Pier Paolo Pasolini
- Chaucer, come Boccaccio, è l'iniziatore di una letteratura.
- Chaucer [...] non appartiene al popolo, anche se trae le sue storie dal popolo. Egli era già un borghese. Egli guarda verso la rivoluzione protestante e persino alla rivoluzione liberale, almeno nella misura in cui le due cose erano combinate in Cromwell.
- Gli eroi di Chaucer sono più comici di quelli del Decamerone ma anche più tristi, perché, se nel Boccaccio vi è un'assoluta accettazione della realtà che lo circonda, nello scrittore inglese vi è del moralismo, ossia del distacco ironico. Insomma la ragione totalmente pessimista e laica del Boccaccio, che gli consente tanto ottimistico amore per la vita, si trasforma in Chaucer in un già maturo stato di coscienza infelice della borghesia.
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Note
- ↑ Cfr. Ippocrate: «La vita è breve, l'arte è lunga, l'occasione è fugace, l'esperienza è fallace, il giudizio è difficile.»
- ↑ Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
Bibliografia
- (EN) Geoffrey Chaucer, The Parliament of Fowles.
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Opere
I racconti di Canterbury (1388)
Il parlamento degli uccelli (XIV sec.)
La leggenda delle donne eccellenti (XIV sec.)
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