Mercoledì nero
crisi finanziaria / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
Caro Wikiwand AI, Facciamo breve rispondendo semplicemente a queste domande chiave:
Puoi elencare i principali fatti e statistiche su Mercoledì nero?
Riassumi questo articolo per un bambino di 10 anni
Nella storia dell'economia europea il mercoledì nero (in inglese Black Wednesday), anche noto nel Regno Unito come crisi della sterlina (in inglese 1992 Sterling crisis), fu una repentina svalutazione della lira italiana e della sterlina britannica avvenuta mercoledì 16 settembre 1992 a causa di una fuga di capitali da entrambi i Paesi.
Per effetto di tale svalutazione entrambe le valute dovettero temporaneamente uscire dal sistema monetario europeo (SME) perché incapaci di mantenere il proprio tasso di cambio sopra la soglia minima di fluttuazione richiesta alle banche centrali affiliate allo stesso SME.
Nel Regno Unito tale episodio danneggiò la reputazione del secondo gabinetto Major di essere in grado di gestire emergenze finanziarie[1]: non servì, infatti, a evitare critiche sia interne che da parte laburista la manovra del governo britannico di alzare in poche ore il tasso di sconto fino al 15%. Tale rovescio finanziario fu una delle cause che condussero, cinque anni più tardi, a una rovinosa sconfitta elettorale dei Conservatori a favore dei Laburisti guidati da Tony Blair[2][3].
Per quanto riguarda l'Italia, la lira, indebolita dalle pesanti politiche assistenzialistiche a debito intraprese nei decenni precedenti, subì una svalutazione di circa il 7% mentre la Borsa di Milano, con praticamente tutti gli indici in caduta libera (-5% dell'indice a fine giornata), perse un valore stimato di 6700 miliardi di lire (~3,35 miliardi di euro) nella sola giornata del 16 settembre, con crolli dei maggiori titoli (FIAT, Assicurazioni Generali, Banca Commerciale Italiana) tra il 4,5% e l'8,5%[4].
In tale quadro si inserirono, a corollario, anche manovre speculative di vendita allo scoperto di valuta, che in cifra assoluta incisero solo parzialmente sul disastro finanziario che colpì le economie dei due Paesi (a fronte della perdita di circa 3,3 miliardi di sterline da parte della sola Banca d'Inghilterra, per esempio, il ricavo complessivo delle operazioni di vendita e riacquisto di valuta da parte del finanziere George Soros ammontò a un miliardo[5]) ma che da allora alimentano narrative di stampo complottista circa l'esistenza di finanze parallele che decidono il destino economico dei Paesi presi di mira da interessi non meglio specificati[6].