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Akikaze
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L'Akikaze (秋風? lett. "Vento d'autunno")[5] è stato un cacciatorpediniere della Marina imperiale giapponese, nona unità appartenente alla classe Minekaze. Fu varato nel dicembre 1920 dal cantiere navale di Nagasaki.
Akikaze | |
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Descrizione generale | |
Tipo | Cacciatorpediniere |
Classe | Minekaze |
Proprietà | Marina imperiale giapponese |
Ordine | 1917 |
Cantiere | Nagasaki (Mitsubishi) |
Impostazione | 7 giugno 1920 |
Varo | 14 dicembre 1920 |
Completamento | 1º aprile 1921 |
Radiazione | 10 gennaio 1945 |
Destino finale | Affondato da un sommergibile il 3 novembre 1944 a ovest di Luzon |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | 1 367 t A pieno carico: 1 676 t |
Lunghezza | 102,56 m |
Larghezza | 9,14 m |
Pescaggio | 2,89 m |
Propulsione | 4 caldaie Kampon e 2 turbine a ingranaggi a vapore Parsons; due alberi motore con elica (38 500 shp) |
Velocità | 39 nodi (74 km/h) |
Autonomia | 3 600 miglia a 14 nodi (6 670 chilometri a 26,6 km/h) |
Equipaggio | 148 |
Armamento | |
Armamento |
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Note | |
Dati riferiti all'entrata in servizio, tratti da [1][2][3][4] | |
Fonti citate nel corpo del testo | |
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Servì in prima linea nel corso degli anni venti e dei primi anni trenta, poi fu assegnato alla 34ª Divisione cacciatorpediniere. Nei primi mesi di ostilità nel Pacifico operò da Formosa nelle acque delle Filippine e nelle Indie orientali olandesi; nell'estate 1942 fu trasferito a Rabaul e iniziò un lungo servizio nel settore Nuova Britannia-Nuova Irlanda-isole Salomone, che si protrasse sino al febbraio 1944. Nel corso di questo lungo lasso di tempo fu impegnato prevalentemente in azioni di scorta, pattugliamento e rifornimento delle varie posizioni nipponiche. Sopravvisse a due attacchi aerei, il primo dei quali lo lasciò gravemente danneggiato nel settembre 1943, e il suo equipaggio si rese responsabile di un crimine di guerra massacrando sessanta civili evacuati dalla Nuova Guinea e dalle isole dell'Ammiragliato (marzo 1943). Uscito indenne dalla distruzione di Truk, continuò a proteggere convogli nel Pacifico centrale ma rimase sempre nelle retrovie. Dopo aver portato i naufraghi di una petroliera a Mako a fine ottobre 1944, salpò con rotta sud e il 3 novembre fu centrato da un siluro di un sommergibile statunitense: affondò rapidamente e probabilmente non ci furono superstiti.