Associazione laicale
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In diritto canonico per associazione laicale si intende una aggregazione di fedeli che come stabilisce il canone 299 possono liberamente unirsi per attività indirizzate all'incremento di una vita più perfetta, o alla promozione del culto pubblico o della dottrina cristiana, o ad altre opere di apostolato, quali sono iniziative di evangelizzazione, esercizio di opere di pietà o di carità, animazione dell'ordine temporale mediante lo spirito cristiano.[1]
Fra le diverse forma di aggregazione riconosciute dalla Chiesa cattolica col termine di associazioni "si indicano le aggregazioni che hanno una struttura organica ed istituzionalmente caratterizzata quanto alla composizione degli organi direttivi e all' adesione dei membri"[2].
Come affermato da Christifideles Laici simile istituto, sotto varie denominazioni, è stata una costante nella vita della chiesa. Ai tempi della liquidazione dell'asse ecclesiastico furono sottratte alla soppressione degli enti ecclesiastici. Nella fase contemporanea ha avuto un particolare sviluppo.
«In questi ultimi tempi il fenomeno dell'aggregarsi dei laici tra loro è venuto ad assumere caratteri di particolare varietà e vivacità. Se sempre nella storia della Chiesa l'aggregarsi dei fedeli ha rappresentato in qualche modo una linea costante, come testimoniano sino ad oggi le varie confraternite, i terzi ordini e i diversi sodalizi, esso ha però ricevuto uno speciale impulso nei tempi moderni, che hanno visto il nascere e il diffondersi di molteplici forme aggregative: associazioni, gruppi, comunità, movimenti. Possiamo parlare di una nuova stagione aggregativa dei fedeli laici.»
((Giovanni Paolo II, Christifideles Laici 29))