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film del 1948 diretto da Mario Mattoli Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Assunta Spina è un film del 1948 diretto da Mario Mattoli.
Assunta Spina | |
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Anna Magnani ed Aldo Bufi Landi in una scena del film | |
Titolo originale | Assunta Spina |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1948 |
Durata | 76 min |
Dati tecnici | B/N |
Genere | drammatico, sentimentale, storico |
Regia | Mario Mattoli |
Soggetto | Salvatore Di Giacomo |
Sceneggiatura | Eduardo De Filippo, Gino Capriolo |
Casa di produzione | Ora Film, Titanus |
Distribuzione in italiano | Titanus |
Fotografia | Gábor Pogány |
Montaggio | Fernando Tropea |
Musiche | Renzo Rossellini |
Scenografia | Piero Filippone |
Costumi | Gino Carlo Sensani |
Interpreti e personaggi | |
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La pellicola è stata sceneggiata da Eduardo De Filippo (che curò particolarmente i dialoghi) e Gino Capriolo sulla base del dramma teatrale omonimo di Salvatore Di Giacomo.
La pellicola segnò l'esordio cinematografico di Giacomo Furia ed Aldo Giuffrè.
La vicenda è ambientata a Napoli, all'inizio del XX secolo. Assunta Spina, una donna del popolo passionale e impulsiva, provoca la gelosia del suo amante, Michele Boccadifuoco, che si vendica attendendola per strada e sfregiandola in volto. Arrestato e processato in tribunale, Michele viene condannato a scontare una pena di 2 anni nel carcere di Avellino.
Assunta, che aveva invano tentato di scagionarlo durante il processo, cerca di farlo almeno restare a Napoli per vederlo più spesso e, per riuscire nel suo obiettivo, si concede a un cancelliere del tribunale.
Quando, tempo dopo, l'uomo si stanca della relazione. Assunta, folle d'ira e dolore, confessa tutto a Michele, nel frattempo uscito di prigione. Michele uccide così il cancelliere, ma sarà la donna ad accusarsi del delitto.
La pellicola è ascrivibile al filone strappalacrime, molto in voga tra il pubblico italiano negli anni del secondo dopoguerra (1945-1955), poi ribattezzato dalla critica con il termine neorealismo d'appendice.
Il film venne distribuito nel circuito cinematografico italiano l'11 marzo del 1948.
La pièce teatrale di Di Giacomo era già stata trasposta due volte al cinema all'epoca del muto con due pellicole omonime: la prima nel 1915 interpretata da Francesca Bertini e Gustavo Serena e diretta dagli stessi, e la seconda nel 1930 diretta da Roberto Roberti (padre di Sergio Leone) ed interpretata da Rina De Liguoro, Febo Mari ed Elio Steiner.
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