Battaglia di Mariupol' (2022)
evento bellico durante l'invasione russa dell'Ucraina del 2022 / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
La battaglia di Mariupol' è stata uno scontro militare tra Russia e Ucraina iniziato il 24 febbraio 2022 e terminato il 20 maggio con la resa delle ultime truppe ucraine ancora presenti all'interno dell'acciaieria Azovstal, durante l'invasione russa dell'Ucraina del 2022, nel quadro dell'offensiva dell'Ucraina orientale.[6]
Battaglia di Mariupol' parte dell'invasione russa dell'Ucraina del 2022 e dell'offensiva russa del Donbass | |||
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Da sinistra in alto in senso orario: rovine dell'area urbana di Mariupol, civili bloccati dentro la città, miliziani del Donbass, l'acciaieria Azovstal | |||
Data | 24 febbraio - 20 maggio 2022 | ||
Luogo | Mariupol' | ||
Esito |
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Modifiche territoriali | Mariupol viene occupata dalle truppe russe ed annessa alla Repubblica Popolare di Doneck | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
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Effettivi | |||
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Perdite | |||
non disponibili dati documentati sulle perdite civili[4][5] | |||
Voci di battaglie presenti su Wikipedia | |||
Le forze russe assediarono completamente Mariupol' a partire dal 2 marzo 2022, quindi acquisirono gradualmente il controllo della città.[7], dopo lunghi e sanguinosi combattimenti urbani nell'area edificata dove si erano asserragliate le truppe ucraine, tra cui reparti del reggimento Azov. Gli scontri nell'area urbana tra i reparti russi e le milizie filo-russe della Repubblica Popolare di Doneck da una parte, e le truppe ucraine dall'altra, sono continuati violentissimi fino al 19 aprile 2022, quando i difensori, dopo aver dovuto abbandonare le periferie, l'area urbana centrale, il porto e alcuni grandi fabbriche, sono ripiegati nella vasta area industriale Azovstal.
Da quel momento i russi hanno preferito non attaccare direttamente l'area industriale passando ad una guerra di assedio che si è conclusa il 16-20 maggio 2022 con la resa di tutti i soldati ucraini ancora rimasti ad Azovstal, compresi i militanti del reggimento Azov. I prigionieri di guerra, tra cui tutti i comandanti, sono stati trasferiti nel territorio della Repubblica Popolare di Doneck.
Gli accaniti e prolungati combattimenti con armi pesanti all'interno dell'area urbana hanno provocato enormi distruzioni e gravi perdite tra i civili che solo in parte hanno potuto abbandonare la città attraverso precari corridoi umanitari. La Croce Rossa ha descritto la situazione come "apocalittica" e le autorità ucraine hanno accusato Mosca di aver pianificato una grave crisi umanitaria nella città,[8] con funzionari della città che hanno riferito che circa 21 000 civili sono stati uccisi.[9] La popolazione della città è rimasta lungamente senza accesso alle reti idrica, elettrica e telefonica durante l'assedio.[10] Come precedentemente avvenuto in alcune città dell'Ucraina durante il conflitto, anche in questo caso le fonti ucraine hanno affermato di avere individuato numerose fosse comuni dove sarebbero stati seppelliti i corpi delle persone uccise.[8]