Censura nelle società islamiche
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Ci sono molti casi di censura nelle società islamiche, documentati nel corso della storia, fino all'età moderna; infatti gli insegnamenti dell'Islam sono spesso stati utilizzati come mezzo di condanna verso opinioni e scritti. Un esempio è la fatwā (giudizio religioso) contro il romanzo I versi satanici, la quale ordina che l'autore sia giustiziato per blasfemia. Le raffigurazioni di Maometto hanno provocato notevoli controversie e censure. Alcune società islamiche hanno polizie religiose, che impongono l'applicazione della Sharia nel sistema giudiziario.[2][3]
Nei paesi non islamici, l'Islam è stato spesso indicato come motivo di autocensura. A volte questa autocensura è dovuta a minacce di violenza.[4] Nel 2012, i leader degli stati membri della più grande organizzazione islamica del mondo, nota come Organizzazione della cooperazione islamica (OIC), hanno chiesto un divieto categorico di tutto ciò che potrebbe essere considerato denigratorio nei confronti del profeta Maometto.[1]