Chiese di Siracusa
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Nella storia di Siracusa sono molte le chiese demolite, scomparse, dismesse e sconsacrate.
Vari eventi sismici disastrosi interessano la provincia e distruggono in epoche differenti il ricchissimo patrimonio storico - artistico - religioso della città:
- Terremoto di Siracusa del 1125 documenta il crollo della navata della cattedrale metropolitana della Natività di Maria Santissima.
- Terremoto di Catania del 1169 o terremoto di Sant'Agata violento con conseguente maremoto.
- Terremoto nel Val di Noto, Anno Domini 1542 o Magnus Terremotus in terra Xiclis distruttivo con conseguente maremoto.
- Terremoto del Val di Noto del 1693 catastrofico con conseguente maremoto.
Pochi, ma antichissimi, i luoghi di culto che hanno attraversato quasi indenni le incurie del tempo e i cataclismi della natura: la chiesa di Santa Lucia al Sepolcro,[1][2][3] la chiesa San Nicolò ai Cordari[4] la chiesa dello Spirito Santo, la chiesa di San Giovannello,[5] chiesa di San Martino la stessa primitiva struttura del tempio pagano che costituisce la cattedrale metropolitana della Natività di Maria Santissima.[6]
La Camera Reginale costituisce il propulsore per l'edificazione e la concessione di privilegi reali a un gran numero di luoghi di culto della città posti sulla terraferma che sull'isola d'Ortigia. Il patrimonio vanta alcune tra più remote testimonianze del Cristianesimo in terra di Sicilia.
Grazie al suo patrimonio artistico-culturale la città di Siracusa è stata insignita dal 2005 del titolo di Patrimonio dell'umanità. Per l'insigne profilo architettonico normanno, rinascimentale e barocco sono numerosi i luoghi di culto che rientrano tra il patrimonio tutelato dall'UNESCO.