Il concilio o sinodo è, nella vita di alcune Chiese cristiane (come quelle ortodosse orientali, quella cattolica romana, e diverse Chiese riformate[1]), una riunione di rappresentanti delle diverse chiese locali, per raggiungere un consenso attorno a un argomento riguardante la fede o per prendere decisioni di natura pastorale o disciplinare.

Il termine sinodo deriva dal greco synodos, composto dalla particella syn (che significa: insieme) e dal sostantivo odòs (che significa: cammino). Questa etimologia fa capire immediatamente che il sinodo è un organismo avente il preciso scopo di permettere una partecipazione ampia di tutte le componenti ecclesiali (per esempio, tra Cattolici e Ortodossi: vescovi, presbiteri, diaconi, religiosi, laici) alla vita della Chiesa: attraverso il sinodo, cioè, il "cammino" viene percorso "insieme". L'equivalente latino di synodos è concilium.

I concili particolari o sinodi

Fin dal II secolo, i vescovi locali di una provincia o di una regione erano soliti riunirsi in assemblea per affrontare problemi locali, sia dogmatici, che morali, e soprattutto di disciplina o giurisdizione ecclesiastica. Erano noti i sinodi diocesani, i sinodi provinciali, i sinodi patriarcali e i sinodi generali. Si definivano sinodi generali quelli nei quali si radunavano solo i vescovi dell'Oriente o dell'Occidente. Secondo il Concilio di Nicea I e il Concilio di Calcedonia del 451 pisino di provinciali dovevano essere celebrati due volte all'anno. Infine, Costantinopoli esisteva il cosiddetto sinodo endemico, che era l'assemblea dei vescovi che al momento della celebrazione si trovavano a soggiornare nella capitale e venivano convocati sotto la presidenza del patriarca.

L'incidente di Antiochia costituisce il primo esempio di una riunione di questo tipo, di riferimento per i successori degli apostoli, sebbene per molti storici non si sia trattato di un concilio ecumenico. Nascono così i sinodi o concili locali o particolari, di cui è costellata la storia della Chiesa. Di solito questi concili, che spesso avevano un carattere nazionale, venivano convocati dal metropolita della regione; non è raro il caso di concili locali presieduti da legati papali.

La loro frequenza ancora elevata durante tutto il Medioevo, andò diradandosi dopo il Concilio di Trento e il Codice di Diritto Canonico del 1917 ripristinò il loro uso, introducendo l'obbligo di celebrare un concilio provinciale ogni 25 anni e una conferenza dei Vescovi almeno a cadenza quinquennale.[2]

Per indicare i concili particolari in genere si utilizza il termine «sinodo», per distinguerlo da concilio, utilizzato per lo più per indicare i Concili ecumenici.

Stando alla testimonianza degli Atti degli Apostoli, il primo sinodo della storia della Chiesa fu il concilio di Gerusalemme.

Elenco di alcuni sinodi locali

Sinodo nella Chiesa cattolica

Nella Chiesa cattolica, a seconda della propria conformazione e del proprio ambito di intervento, si distingue il sinodo dei vescovi dal sinodo diocesano.

Sinodo dei vescovi

Lo stesso argomento in dettaglio: Sinodo dei vescovi.

È una riunione a cui non partecipano tutti i vescovi, ma solo alcuni, secondo il criterio della rappresentanza. Si differenzia dunque dal Concilio ecumenico. Nella Chiesa moderna si configura come un'istituzione permanente, creata da papa Paolo VI il 5 settembre 1965 con il motu proprio Apostolica sollicitudo, per rendere stabile e reale il vincolo di comunione tra i vescovi e la loro corresponsabilità nella guida della Chiesa. In seguito è stato disciplinato dai canoni 342-348 del Codice di diritto canonico e dal canone 46 del Codice dei canoni delle chiese orientali. I canoni stabiliscono che il sinodo è formato da vescovi ed è sotto la diretta autorità del Pontefice; si riunisce:

  • in assemblea generale ordinaria, quando sono convocati vescovi rappresentanti di tutte le Conferenze episcopali del mondo.
  • in assemblea generale straordinaria, quando sono convocati solo alcuni vescovi a motivo della loro specifica competenza, per trattare questioni che richiedono una soluzione rapida.
  • in assemblea speciale, quando sono convocati i soli vescovi appartenenti ad una particolare regione o continente, per il quale il sinodo viene indetto.

Il Sinodo dei Vescovi ha potestà deliberativa soltanto se il Papa lo concede espressamente.

Sinodo diocesano

Lo stesso argomento in dettaglio: Sinodo diocesano.

Viene previsto e regolamentato dal Codice di diritto canonico ai canoni 460-468; tali norme vanno ampiamente integrate con quanto previsto dalla "Istruzione sui sinodi diocesani" pubblicata congiuntamente dalla Congregazione per i vescovi e dalla Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli nel 1997 (vedi il testo integrale).

La normativa del Codice di Diritto Canonico

Il Codice di Diritto Canonico disciplina i concili particolari nei cann. 439-446, situato nel Libro II (Il Popolo di Dio), parte II (Costituzione Gerarchica della Chiesa), Sezione II (Le chiese particolari e i loro raggruppamenti), titolo II (I raggruppamenti di chiese particolari), capitolo III (I concili particolari).

Invece tratta dei concili ecumenici nei cann. 336-341 dello stesso Libro II, parte II, alla Sezione I (La suprema autorità della Chiesa), capitolo I (Il romano pontefice e il collegio dei vescovi), articolo II (il collegio dei vescovi).

Sinodo nella Chiesa ortodossa

Nelle chiese ortodosse i sinodi sono riunioni di vescovi; sono lo strumento fondamentale per l'elezione dei vescovi e lo stabilimento di norme ecclesiastiche inter-diocesane. Il più importante sinodo russo fu il Santissimo sinodo.

Sinodo nella Chiesa valdese

Il sinodo valdese è annuale. In esso vengono assunte in modo assembleare tutte le decisioni teologiche e organizzative.

Note

Voci correlate

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