Discussione:Lingua sarda
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Salve a tutti, sono uno studente di lettere di Roma e sto studiando proprio adesso, con vivo interesse, il processo di formazione della lingua italiana. Se può esservi utile, cito un testo: L'Italiano contemporaneo, di Paolo D'Achille, il Mulino. Nel suddetto testo (ma la cosa è stata ripetuta anche durante la lezione dallo stesso prof. D'achille) ho potuto leggere che il Sardo non è noverabile fra i dialetti italiani. Secondo le fonti da me citate, infatti, mentre i vari dialetti della nostra penisola si sarebbero originati dalla "frammentazione romanza" succeduta al crollo dell'impero romano, il sardo sarebbe stato influenzato, durante il suo processo di formazione, da tipi linguistici diversi e si sarebbe inoltre originato in tempi molto più antichi. In pratica mi è sembrato di capire che il sardo non abbia avuto le stesse influenze linguistiche di sostrato e super-strato che invece sono comuni nei processi formativi degli altri sistemi linguistici italici, che poi sono stati chiamati dialetti. Questo basterebbe a fare del sardo una lingua, se non ho capito male. Mi scuso in anticipo nell'eventualità di aver male interpretato le fonti che ho preso in considerazione.
- In realtà la faccenda è ancora più complessa (tra l'altro oggi la distinzione tra lingua e dialetto non ha più valore scientifico) ma sono ormai più di 100 anni che gli studiosi di linguistica sono concordi nel considerare il sardo una lingua. --Dch discutiamone 16:38, 7 nov 2006 (CET)
Sebbene all'inizio dell'articolo si pigi sul pedale per farla passare per una lingua (cosa contraddetta vistosamente poi nel testo, dove viene ridotta sempre più a quello che in realtà è), anche in questo caso - come già per la lingua veneta e la lingua friuliana - secondo me si dovrebbe parlare di dialetto. Con tutto il rispetto per la Sardegna, i sardi e la parlata sarda. E senza voler far esplodere una guerra dialettica e ... dialettale. - Twice25 (talk) 15:28, Set 9, 2004 (UTC)
La lingua sarda è riconosciuta dallo stato, tant'è che in Sardegna è in vigore il bilinguismo. La lingua friulana e quella veneta no. Vedi legge regionale 15 ottobre 1997, n. 26, (qui un po' di materiale). Il tuo punto di vista mi ricorda quello di un Senatore a vita occhialuto... passato DC?-)
- Guarda BW (intanto: bentornato) che a me sta bene che i sardi siano fieri e consapevoli di essere titolari di una propria lingua originale (sia pure posta in minoranza rispetto a quella nazionale, l'italiano); ho molti amici originari della Sardegna ma nessuno mi ha mai fatto accenno di ciò. Ripeto: con la mia osservazione non volevo scatenare alcuna guerra. Casomai ho dimostrato, mio malgrado, che può capitare che un italiano non conosca a fondo e a pieno certe realtà del paese in cui vive. Ultima cosa: non ho capito bene il tuo riferimento a un senatore a vita occhialuto ... con quel che segue. Se vorrai darmi lumi ... (magari nella mia talk) - Twice25 (talk) 09:32, Set 13, 2004 (UTC)
- Tutte queste discussioni andrebbero secondo me fatte in un'unica pagina; cmq lo stato italiano ha riconosciuti anche la minoranza linguistica friulana, tanto nelle scuole si insegna il friulano; se poi non c'è il bilinguismo in Friuli, è perchè purtroppo una regione friulana non esiste...--Klenje 10:01, Set 13, 2004 (UTC)
- Scusami hai ragione. :BW 12:08, Set 13, 2004 (UTC)
Se Twice avesse frequentato anche un solo anno di liceo saprebbe bene che la lingua sarda è riconosciuta come tale all'unanimità dai glottologi. Il sardo, infatti, è una lingua oltre che giuridicamente (fonti principali: carta europea delle lingue regionali e minoritarie, 05/11/1992; convenzione-quadro europea per la protezione delle minoranze nazionali, 01/02/1995; articoli 6 e 9 della Costituzione della Repubblica italiana; legge costituzionale 23/09/1993 n. 2; legge della Regione autonoma della Sardegna 15/10/1997 n. 26) anche, e soprattutto, perché lo hanno stabilito i glottologi. Questo è chiaramente indicato in tutti i testi di latino che mi sono passati di mano, i quali hanno di norma sempre un breve capitolo di linguistica, di solito all'inizio, propedeutico al fine di inquadrare correttamente il latino, il greco e le lingue derivate. Tutti i testi presentano la canonica suddivisione del macrogruppo indoeuropeo nei ceppi romanzo, ugro-finnico, slavo e germanico; il ceppo romanzo a sua volta comprende le lingue neolatine occidentali, di cui fa parte il sardo (e non ho MAI trovato un testo che non lo includesse, e vi assicuro che nella mia lunga carriera di studente e studioso me ne son passati a centinaia per le mani), e le lingue neolatine orientali, di cui fa parte il ladino (o romancio). Cito queste due lingue perché si tratta delle lingue neolatine più conservative, dette appunto reto-romanze: altro elemento puntualmente riportato in tutti i libri, anche quelli della scuola media. Eh sì, caro Twice, perché anche alle medie si studiano queste cose; non dirmi che non ti ricordi di aver studiato Dante e Petrarca e la storia della lingua italiana... perché se così fosse ti devo fare i miei complimenti per l'arroganza. Ho il massimo rispetto, infatti, per chi ha un basso livello di scolarizzazione, ma che pretenda di insegnare cose a chi è più preparato di lui... e beh, questo non lo tollero. Detto questo, siccome oggi mi sento buono, e anche perché la intranet aziendale non funziona e quindi non posso lavorare, ti offro io una ripetizione della storia di questa lingua. Dalla disgregazione del latino sono nati i cosiddetti volgari, o dialetti (si definisce dialetto, infatti, la degenerazione di una lingua, parlata localmente e diffusa prevalentemente per via orale, motivazione per cui non ha una grammatica ben definita e presenta numerose varianti al suo interno), tra cui il toscano, elevato a lingua nazionale poiché imposto come tale da Dante Alighieri e Francesco Petrarca, che l'avevano imposto come lingua letteraria. Il sardo è considerato più conservativo del toscano perché nella zona della Barbagia si era già sviluppato circa 200 anni prima del toscano. Infatti tutti gli idiomi parlati nella penisola italica e nelle isole vicine sono contemporanei o addirittura antecedenti, e di molto, al toscano (come appunto il sardo) e se c'è un solo motivo per cui è sbagliato chiamarli dialetti è questo. Quando li si chiama dialetti, infatti, sarebbe bene specificare che sono dialetti del latino e non dell'italiano, e che lo stesso italiano è un dialetto del latino (il toscano). Oltretutto, se vogliamo essere precisi, il sardo è una lingua neolatina occidentale (come il francese, che sarebbe la langue d'oïl, il franco-provenziale, alias langue d'oc, lo spagnolo castigliano, lo spagnolo catalano e lo spagnolo galiziano) e l'italiano, cioè il toscano, è una lingua neolatina orientale (come il romancio e il rumeno). Detto questo, mi chiederai allora perché l'italiano presenta una sola variante ufficiale e il sardo no. Te lo spiego sùbito. L'italiano è stato adottato come lingua ufficiale anche dal Regno di Sardegna, poi divenuto Regno d'Italia, in quanto come ben saprai il Regno di Sardegna non è mai stato in mano ai Sardi (l'inglese e il francese si parlano in mezzo mondo ma non per questo sono da considerarsi le lingue originarie dei rispettivi luoghi in cui si parlano). Per cui il sardo si è continuato a parlare, ma negli atti ufficiali e nell'insegnamento si utilizzava l'italiano e questo ha fatto sì che il sardo prendesse direzioni diverse, al punto che esso stesso ha generato dei dialetti (esistono i dialetti sardi, ma non i dialetti italiani, e questo anche perché l'italiano è stato imparato dalla stragrande maggioranza della popolazione quando si è diffusa la televisione, quindi in tempi fin troppo recenti per potersi essere già 'disgregato'. Sta giusto ora ora cominciando a mescolarsi con altri dialetti del latino, creando slangs regionali, e a generare alcuni gerghi di classe, anche questi quasi sempre a livello regionale, almeno fin quando non sono ripresi dalla televisione). Ed è proprio su questo che i sardisti non si mettono d'accordo: qualcuno ritiene che la lingua sia una sola, qualcuno due (logudorese e campidanese), qualcuno tre (logudorese, campidanese e gallurese, che poi sarebbe la stessa lingua che in Corsica si parla ufficialmente con il nome di "corso"), qualcuno quattro (logudorese, campidanese, gallurese, sassarese) e così via, tant'è vero che mentre l'ISO (istituto internazionale per la standardizzazione) le ha classificate tutte come un'unica lingua il [] utilizza 4 codifiche distinte per logudorese, campidanese, gallurese e sassarese. Questa non è una scusa plausibile per considerarli dialetti, però, visto che i glottologi non si sono mai messi d'accordo neanche per il ladino, eppure tale lingua è riconosciuta ufficialmente in due stati: l'Italia nella sua variante di ladino dolomitico (che al suo interno presenta numerose altre varianti: non sono neanche 10mila a parlarlo eppure la stessa parola negli atti ufficiali di diversi comuni è scritta con almeno quattro grafie diverse... Neanche si capisce se Bolzano si chiama Balsan, Bulsan, Bulsán o in quale altro modo) con il nome di ladino e nella sua variante di friulano con il nome di friulano; il Cantone dei Grigioni, stato della Coenfederatio Helvetica, con il nome di romancio. Nello specifico in Italia è lingua ufficiale (anche di insegnamento, nelle scuole afferenti allla Soprintendenza scolastica di lingua ladina, uno dei tre equivalenti degli ex provveditorati agli studi competenti per la provincia autonoma di Bolzano), parificata all'italiano con legge costituzionale, in alcuni comuni dell'Alto Adige (provincia autonoma di Bolzano) e lingua minoritaria, protetta come minoranza e utilizzabile facoltativamente negli atti ufficiali, in alcuni comuni della Val di Fassa (provincia autonoma di Trento). D'altronde anche per l'italiano gli studiosi non si son mai messi d'accordo se trattasi del toscano nella variante fiorentina o in quella senese, solo che dopo 150 anni di ufficialità e imposizione all'uso come lingua ufficiale ci sono delle grammatiche che, a prescindere da questo, ci insegnano come usarlo in modo corretto. Se domani imponessimo veramente, non con leggi di protettorato ma con una garanzia di bilinguismo come quello presente in Alto Adige con il tedesco, l'uso ufficiale della lingua sarda allora sta' pur sicuro che i glottologi si metteranno d'accordo in quattro e quattr'otto per scrivere una grammatica e magari commetteranno degli errori... ma almeno dopo gli ignoranti come te riconosceranno il sardo come lingua perché sarà stato imposto a un popolo di parlarlo e quindi non ti apparirà più come 'minoritario' (mi sembra veramente ridicolo parlare del sardo come minoritario in Sardegna... Non è molto diverso da dire che il tedesco è minoritario in Alto Adige!!!).
- Se tu avessi speso lo stesso tempo per scrivere o integrare un articolo e ti fossi risparmiato un po' di spocchia e di dare gratuitamente dell'ignorante, sarebbe stato molto meglio. Cmq la sottoscritta, che ha fatto le elementari, le medie, il liceo e l'Università, la lingua sarda a scuola non l'ha mai sentita nominare (ma con questo non intendo entrare nel dibattito lingua-dialetto e men che meno dare valutazioni sul "minoritaria"). Frieda (dillo a Ubi) 16:06, Feb 7, 2005 (UTC)
- Cara Frieda, l'articolo non andava integrato poiché non riporta tesi discordanti da quelle esplicitate dal nostro amico, il quale rispondeva alle obiezioni di Twice25. Ti chiedo che liceo hai frequentato, poiché effettivamente credo che la glottologia propedeutica allo studio della lingua latina si faccia solo al classico. Io ho fatto il classico e mio fratello, che allo scientifico ha usato lo stesso libro di testo di latino che a suo tempo adottava la mia classe (il celebre Cesare Peri), ha saltato a pie' pari tutta la parte introduttiva, ragion per cui non poteva sapere quello che c'era scritto, e cioè che (me lo sono andato a rileggere) il sardo è una lingua. Il testo riporta infatti una tabella con tutte le lingue divise per gruppi, e nel gruppo delle lingue romanze è indicato anche il sardo. Ora è vero che il latino si fa in tutti i licei, ad esclusione dell'artistico, ma bisogna vedere come lo si fa: non credo che al liceo linguistico di ordinamento (cioè senza sperimentazioni), dove si studia solo al biennio, si faccia con lo stesso rigore con cui si fa al classico.
- Peraltro ricordo che nel primo volume del testo di geografia di Formica e Messina (Nuova geografia, editrice Ferraro), anch'esso abbastanza diffuso (pensavo che lo fosse solo dalle mie parti e invece ho scoperto intere scuole di città del centro e del nord Italia che l'avevano adottato), che usavo alle scuole medie nel capitolo dedicato alla Sardegna portava un intero paragrafo sulle lingue sarde, individuando un'unica lingua e una cinquantina di dialetti. Stessa cosa che ho letto su un atlante d'Europa dell'istituto geografico de Agostini: alla voce «Italia», nel campo "lingue", riportava italiano, francese, tedesco, sardo, friulano, albanese e greco. Quanto all'università, pur qui ovvio che dipende da cosa hai fatto nel variegatissimo mondo accademico. Neanch'io all'università ho mai sentito parlare di lingua sarda, ma io studio Scienze della comunicazione, non Lettere o Lingue e culture moderne. Ti rendo noto che all'Università degli studi di Cagliari esistono un corso di laurea in Lingua, letteratura e cultura della Sardegna, afferente alla classe 5 (delle lauree in Lettere) e un corso di laurea specialistica omonimo, afferente alla classe 16/s (delle lauree specialistiche in Filologia moderna). Inoltre numerosi miei amici che hanno svolto esperienze di scambio con università tedesche nell'àmbito dei programmi Socrates azione Erasmus mi riferiscono che lì si studia quasi ovunque il sardo come lingua moderna (addirittura molti dipartimenti di filologia romanza, laddove presenti, hanno un'apposita sezione di sardistica, oppure l'attività didattica e di ricerca nell'àmbito della/e lingua/e sarda/e si svolge all'interno delle sezioni di romanistica dei dipartimenti di lingue e letterature straniere moderne o equivalenti).
- Infine a rigor di cronaca è giusto che riporti una cosa. Mi è capitato di leggere sempre su un libro di testo, non ricordo di che materia e di che ordine di istruzione, elencate tra le lingue neolatine il campidanese e il logodurese. Ovvio che se chi legge non ha idea di dove si trovino il Campidano e il Logoduro, e neanche l'insegnante glielo dice o glielo sa dire, se ne dimenticherà e non gli verrà in mente di associarlo alla Sardegna. Non credo che i più conoscano le regioni storico-geografiche di quella meravigliosa isola (Nurra, Trexenta, Campidano, Sarcidano, Barbagia, Ogliastra, Sulcis, iglesiente, Gallura e chi più ne ha più ne metta). Utente:Afragolese 10:15, Feb 13, 2005 (UTC)
- Ma chi cacchio è che ce l'ha con me e perché? ... Mi rifiuto di leggermi l'intero post (vivaddio su Wikipedia ho altro da fare ...). Mi limito a replicare all'anonimo che per apprendere non serve fare le scuole alte (che io non ho fatto, limitandomi al pianterreno) e io cerco quotidianamente di apprendere; per dare lezioni invece ci vuole stile, che il sig. anonimo invece non credo abbia. Manco per niente. Twice25 · "TW25 / discussioni" · mordi il server, segui il flusso 22:27, Feb 9, 2005 (UTC)
"Mi rifiuto di leggermi -si dice leggere ah ah- l'intero post" (..) e io cerco quotidianamente di apprendere".
Se ti rifiuti di leggere e' difficile che tu riesca ad apprendere. Non conoscendo l'argomento, la tua replica e' sterile.
Zaccaria 20:00, Oct 13, 2006 (UTC)
Mi infilo anch'io nel discorso, seppure da anonimo, e devo confermarvi che il sardo è considerato lingua dalla costituzione italiana e anche dal punto di vista dell'origine: sui libri di latino (anche sui libri di latino in uso nelle scuole medie) il sardo è presentato come lingua a sé stante, in quanto originata direttamente dal latino e dalla mescolanza con altre lingue dei suoi dominatori nel periodo che va dalla fine dell'impero romano al Medio Evo: lingue barbariche, arabo ecc. Non è nata cioè dall'italiano, bensì parallelamente all'italiano: il fatto che molte somiglianze portino a ritenere il sardo (erroneamente) un dialetto dell'italiano sono dovute ai secoli di dominazione soprattutto pisana e piemontese. Confermo inoltre che in effetti il sardo dell'area nuorese è quello più antico e simile al latino, mentre i dialetti del nord (l'area da cui provengo) sono molto più simili all'italiano e al francese che non alla lingua latina (benché naturalmente vi siano variazioni dialettali persino da paese a paese, per cui è difficile tracciare confini netti per definire i singoli "dialetti sardi")... Z
Ejm, anonimo, forse l'intervento è un po' tardivo, non credo ci sia più nessuno che consideri il sardo un "dialetto" da chissà quando, e non è vero che è nato "parallelamente" all' italiano, assolutamente. Il sardo esiste dalla notte dei tempi, da millenni prima dell'italiano, altro che, e da prima dello stesso latino, pensa un po'. Non è assolutamente "nato" dal latino (figurati dall'italiano...al max il contrario ;), ma il latino l'ha influenzato pesantemente....Il sardo aveva parentela con l'estrusco, tanto che ci sono studiosi che non lo annoverano fra le lingue neolatine. In ogni caso, è l'UNICA lingua neolatina ad avere gruppo a sé: né gallo romanzo, né italo romanzo, né ibero romanzo: sardo e bo ;) È anche l'unica lingua neolatina ad avere conservato elementi latini come DOMO (domus), CRAS (cras), MANNU (magnus) o CHENABURA (coena pura). Mi sfuggono quelle che sarebbero le "molte somiglianze" tra sardo e italiano, e dire che parlo....benino tutte e due ;) Suppongo che chi ti ha detto questo non conoscesse bene il sardo, ma t'assicuro che se un italiano lo studiasse bene avrebbe una (sgradita) sorpresa: è la lingua neolatina più lontana dall'italiano, insieme al rumeno. La sintassi, il lessico, la grammatica, sono tutti diverissimi dall'italiano. Se i "dialetti del nord" (??) di qui parli sarebbero il gallurese e il sassarese, bè, quella non è lingua sarda tout court, ma in ogni caso sono simili magari al corso, ma non al francese, o no?....:) Se ti riferisci al logudorese settentrionale, bè, mi dovrai chiarire cosa c'è di così simile all'italiano o al francese (??!) nella parlata di Ploaghe, per esempio, o di Oschiri...;) Hanno elementi spagnoli, come pure al sud, catalani, più recenti italiani, ma nulla di preponderante, non più che in altre zone e nessuna cosa che snaturi la lingua neppure per sogno. Di francese, poi, mi sa che non abbiamo quasi nulla...;) e di arabo ben poco, mi sa. Saluti Platense