Elezioni amministrative in Italia del 1923
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Le elezioni amministrative italiane del 1923 furono le prime votazioni locali dopo la marcia su Roma.
L'appuntamento interessò sostanzialmente i comuni e le province le cui amministrazioni socialiste elette nel 1920 erano state abbattute dalle violenze delle squadre d'azione o dai commissariamenti imposti dai prefetti filofascisti.
Il vigente sistema elettorale maggioritario strutturava la competizione in maniera bipolare tra una coalizione di destra ormai egemonizzata dai fascisti in alleanza coi popolari e i liberali, e una coalizione socialista di sinistra, falcidiata però dai dissensi coi socialdemocratici e i comunisti. Il collegio unico delle comunali creava automaticamente in questo ambito larghe maggioranze consiliari, mentre a livello provinciale la ripartizioni per mandamenti poteva creare risultati più bilanciati.
Il successo della destra, e in molte realtà principalmente dei fascisti, fu universale. Dopo questa sessione elettorale, {quella del 1924 fu rinviata per non accavallarsi con quella nazionale di quell'anno e spostata al 1925, tornata che vide il rinnovo dell'amministrazione comunale di Palermo, mentre le successive vennero cancellate dalle leggi fascistissime fino alla creazione delle figure del podestà e del preside.