Il fiume volante è un movimento di larghe quantità di vapore acqueo trasportate nell'atmosfera dal bacino dell'Amazzonia[1] in altre parti dell'America meridionale.[2] Il concetto degli atmospheric rivers (fiumi atmosferici) che trasportano acqua in forma di vapore fu introdotto nel 1992.[3] In seguito il termine rios voadores, che indica i fiumi volanti composti di vapore acqueo fu usato per la prima volta da José A. Marengo del Centro Nazionale di Monitoraggio e Allerta sui disastri naturali (CEMADEN) del Brasile.

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Vista aerea dell'Amazzonia

La foresta rilascia nell'atmosfera i vapori acquei derivanti dalla traspirazione e questo composto, che forma un fiume virtuale[4], è depositato in altre località in forma di precipitazioni.[5]

Concetto

Un albero può rilasciare 1000 litri di vapore acqueo nell'atmosfera ogni giorno.[6] Si è scoperto che siccome ogni metro quadro di superficie del mare fa evaporare un litro di acqua ogni giorno, la stessa area di foresta fa evaporare molta di più[5][7] e cioè fino a 10 volte tanto[2] per via dei diversi strati di foglie nella chioma degli alberi. La principale corrente d'aria nel bacino dell'Amazzonia è verso sud-ovest: quando questa massa d'aria raggiunge le Ande, la catena montuosa agisce da "barriera naturale" ridirigendo gli enormi volumi di aria umida verso il Brasile centrale e meridionale e anche verso la parte settentrionale dell'Argentina, del Paraguay, dell'Uruguay, causando precipitazioni in questa area.[8] Alcune parti di quest'aria riescono a superare la cordigliera delle Ande e causare precipitazioni in Perù. Altre masse d'aria si spostano a nord dal bacino delle Amazzoni. passando su Colombia, Venezuela, Guyana, Guyana francese e Suriname.[6]

Conseguenze climatiche della deforestazione

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La deforestazione nel Mato Grosso

Nel 2009, Antonio Nobre, studioso brasiliano del clima, affermò che senza i fiumi volanti gran parte del Brasile meridionale, che produce circa il 70% del Green National Product, sarebbe diventato un arido deserto.[9] Il disboscamento a scopo agricolo della foresta amazzonica accelera questo processo.[10] Inoltre il fumo degli incendi appiccati da alcuni agricoltori per ripulire le terre manda delle particelle nell'atmosfera, causando la diminuzione delle precipitazioni e così gli alberi, cresciuti con più umidità. sono più vulnerabili al fuoco[11]. Si crede che le severe siccità in Brasile dal 2010 in poi siano dovute al prosciugamento dei fiumi volanti.[12]

Il progetto fiumi volanti

Il Brasile, ogni anno, ha più precipitazioni di qualsiasi altro paese, con una stima di 15000 chilometri cubi.[13] Nel 2007, il pilota Gérard Moss, con la moglie Margi si è unito agli scienziati per avviare un progetto di studio[4] sulla fonte dell'acqua atmosferiica sopra il Brasile ed esaminare la possibilità che le siccità[14] nel paese siano causate dalla deforestazione dell'Amazzonia. Si tratta del Flying Rivers Project, progetto fiumi volanti.[8] Scopo primario del progetto è accertare l'origine del vapore acqueo e dell'acqua piovana nelle zone attraversate dai fiumi volanti. Altro obiettivo è la valutazione scientifica di quali processi sono coinvolti in questo movimento di acqua e di educare il pubblico nella comprensione dell'importanza della foresta amazzonica come fonte dell'acqua, vitale per la sussistenza delle persone e per l'economia.[13]

Note

Collegamenti esterni

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