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architetto, giornalista e scrittore italiano (1946-2015) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Gilberto Oneto (Biella, 13 gennaio 1946 – Verbania, 20 novembre 2015) è stato un teorico dell'architettura, giornalista e saggista italiano.
Laureatosi in Architettura nel 1973 a Milano, ha studiato e lavorato in Francia, Austria e Stati Uniti. Ha esercitato come libero professionista specializzato in operazioni di paesaggio urbano, recupero ambientale e analisi paesaggistica. Ha insegnato all'Università degli Studi di Genova ed è stato Presidente Nazionale degli Architetti del Paesaggio. Amico personale e collaboratore del professor Gianfranco Miglio, impegnato per l'indipendenza della Padania.
Oltre alla Laurea in Architettura, ha ottenuto il Certificato di Urban Planning (Salisburgo, 1976) e un Master in Landscape Architecture (University of Oregon, 1978). È stato chairman del Comitato per i concorsi Internazionali dell'International Federation of Landscape Architects. È stato uno dei più attivi fautori dello sviluppo in Italia della disciplina dell'Architettura del paesaggio e, in particolare, delle metodologie di analisi e pianificazione elaborate nel mondo anglosassone. Si è anche dedicato al paesaggio urbano e allo studio dell'architettura tradizionale. A lungo redattore di Ville Giardini, ha collaborato con varie riviste specializzate in architettura e paesaggistica ed è autore di una dozzina di testi specialistici, con particolare attenzione alla manualistica. È l'estensore della voce "Architettura del paesaggio" del Manuale dell'architetto.
Approfondendo il rapporto fra il territorio e l'identità culturale ad esso collegata, si è dedicato alla storia e alle istituzioni delle regioni padane. È stato ricercatore e divulgatore dei simboli dell'identità culturale dei popoli padano-alpini, attraverso iniziative anche controverse e spesso discusse: dall'interesse per il revisionismo storico all'araldica (è il riscopritore del cosiddetto Sole delle Alpi); dalle espressioni della cultura popolare alle loro trasformazioni in iniziative politiche.
Nei primi anni settanta è stato apprezzato vignettista, con lo pseudonimo di Gamotta, della rivista La voce della fogna, diretta da Marco Tarchi, foglio satirico e ideologico nato negli ambienti vicini al partito neofascista Movimento Sociale Italiano.
È stato l'animatore e il direttore editoriale del bimestrale Quaderni Padani, che dal 1995 ha pubblicato con regolarità interventi sui molteplici aspetti della cultura identitaria delle comunità padano-alpine. In questo campo è nutrita la sua produzione libraria: dallo studio della simbologia araldica, alla costruzione identitaria (L'invenzione della Padania, 1997), fino allo studio del significato delle Piccole Patrie.
Nel 2006 ha pubblicato una provocatoria biografia di Giuseppe Garibaldi (L'iperitaliano, edizioni Il Cerchio). In seguito ha pubblicato testi di rivisitazione critica della storia risorgimentale, della guerra di secessione americana e della Prima guerra mondiale.
Nel 1996 è stato responsabile dell'identità culturale nell'autoproclamato "Governo della Padania".
Per anni - prima di entrare in polemica con la dirigenza della Lega Nord, soprattutto a causa degli scandali interni e delle alleanze - ha tenuto rubriche settimanali di storia identitaria sul quotidiano La Padania e su Radio Padania Libera.
Nel 1999 è stato candidato al Parlamento europeo nelle file del Lega Nord. È stato opinionista dei quotidiani L'Indipendente, L'Opinione, Il Giornale, Libero, L'Ordine e ha collaborato con il quotidiano on-line Il Miglio Verde.
Ha sempre tenuto vivo un rapporto di amicizia, oltre che di collaborazione intellettuale e scientifica, con il professor Gianfranco Miglio, sino alla scomparsa dello stesso nell'agosto del 2001. A lui ha dedicato quattro numeri speciali dei Quaderni Padani intitolati Gianfranco Miglio: un uomo libero, (QP n. 37/38, Novara, 2002), Gianfranco Miglio: gli articoli, (QP n. 64/65, Novara, 2006), Gianfranco Miglio: le interviste (QP n. 69/70, Novara, 2007) e Gianfranco Miglio: Scritti brevi (QP n. 84/85, Novara, 2009).
Nel 2015, Oneto ha tenuto alcune rubriche su Radio Padania Libera, in cui sono stati trattati argomenti di Revisionismo storico circa il Risorgimento italiano ("La vera storia d'Italia") e la prima guerra mondiale ("Il Guerrone"), e di identità e diritto di autodeterminazione.
Stabilitosi negli ultimi anni a Belgirate, sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, muore all'ospedale di Verbania nel novembre 2015 all'età di 69 anni a causa di una malattia[1].
La sua eredità culturale è gestita e promossa dall'Associazione Gilberto Oneto[2] che ha pubblicato alcune opere postume e promuove il pensiero dell'architetto nella collana I quaderni di Brenno.
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