Loading AI tools
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La Legio VIIII Hispana ("dalla Hispania"), talvolta chiamata Legio IX Hispana, fu una legione romana, il cui simbolo è sconosciuto.
Legio VIIII Hispana | |
---|---|
Descrizione generale | |
Attiva | 41 a.C. – prima metà del II secolo |
Nazione | Repubblica romana Impero romano |
Servizio | Esercito romano |
Tipo | Legione romana |
Campi | Siscia Eburacum Noviomagus Batavorum |
Battaglie/guerre |
|
Onori di battaglia | Macedonica, Hispana |
Comandanti | |
Degni di nota | Aulo Plauzio Cesio Nasica Quinto Petillio Ceriale |
Voci su unità militari presenti su Wikipedia |
Fu ricostituita da Augusto a partire dai veterani della Legio VIIII di Gaio Giulio Cesare, e scomparve durante il II secolo.
Nel 41 a.C., Augusto richiamò in servizio i veterani della Legio VIIII di Gaio Giulio Cesare per fronteggiare la ribellione di Sesto Pompeo (figlio di Gneo Pompeo Magno) in Sicilia. Dopo la sconfitta di quest'ultimo, furono mandati nella provincia di Macedonia. Rimase al fianco di Ottaviano contro Marco Antonio, combattendo nella battaglia navale di Azio (31 a.C.). A questo punto la legione fu mandata in Spagna per partecipare alle guerre cantabriche (25 a.C. - 13 a.C.). Ed è da qui, probabilmente, che prese il suo nome, forse perché si distinse in modo particolare.
È probabile che la legione sia entrata a far parte dell'esercito imperiale sul confine renano per combattere contro le tribù germaniche. Dopo l'abbandono dell'area orientale del Reno, a seguito della disfatta romana nella foresta di Teutoburgo (9 d.C.), la legio VIIII fu acquartierata in Pannonia a Siscia (dove rimase, a parte un breve intervallo, fino al 43[1]).
Sotto Tiberio nel 19 fu trasferita solo temporaneamente dalla Pannonia nella provincia africana per sedare una rivolta tra i Numidi di Tacfarinas, tornando poco dopo (dal 24-25) sul Danubio nella sua base originaria di Siscia, l'odierna Sisak.
Nel 43 partecipò all'invasione romana della Britannia, voluta dall'imperatore Claudio e guidata dal generale Aulo Plauzio. Sotto il comando di Cesio Nasica, stroncò la prima ribellione di Venuzio della tribù dei Briganti (siamo tra il 52 e il 57, al tempo del governatore Aulo Didio Gallo). La legio VIIII subì una pesante disfatta al comando di Quinto Petillio Ceriale durante la ribellione della regina Boudica (60-61) e fu per questo rinforzata con nuove truppe, provenienti dalle province germaniche. L'ultima menzione di questa legione in Britannia risale al 108, quando costruì una fortezza nei pressi di Eburacum (moderna York).
Nel 118 la legione potrebbe aver preso parte alla soppressione di una rivolta tra le tribù caledoni in Scozia.
Nel 120 la VIIII Hispana fu sostituita a Eburacum dalla VI Victrix: per lungo tempo il destino della legio IX a partire da questa data è rimasto ignoto, tanto da far sviluppare leggende riguardo alla sua scomparsa tra gli Scoti;[2] negli anni settanta la scoperta di alcune iscrizioni ha dimostrato che la legione fu trasferita a Noviomagus Batavorum (moderna Nimega nei Paesi Bassi), nella Germania inferiore,[3] dove rimase almeno fino al 131, quando fu nuovamente spostata e inviata, probabilmente, in Oriente.
Si è così ipotizzata la fine di questa legione: in occasione della rivolta di Bar Kochba in Giudea sotto Adriano (132-135); oppure in Armenia o in Cappadocia poco dopo la morte di Antonino Pio (Lorium, 7 marzo 161) ed in seguito alla quale Roma scatenò una controffensiva contro i Parti dal 162; oppure nel corso delle invasioni dei Catti del 162. Di sicuro, la legione cessò di esistere, al più tardi, agli inizi del regno congiunto di Marco Aurelio e Lucio Vero.
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.