I Marut (sanscrito: मरुत), anche Maruta o Marutagana,[1] sono un gruppo di divinità induiste, collegate con le tempeste. Sono descritti come violenti e aggressivi, armati di armi formidabili, con denti di ferro e ruggenti come leoni, e cavalcano su carri d'oro trainati da cavalli. Indossano elmi e corazze d'oro e usano le loro asce per dividere le nuvole in modo che possa cadere la pioggia. Sono anche in grado di scuotere le montagne e distruggere le foreste. Risiedono nel nord-ovest,[2] e sono associati a Indra[3] o a Rudra.[4] Sono anche accompagnati da una divinità femminile, Rodasi, che cavalca con loro attraverso i cieli.[5] Il loro numero varia da ventisette a sessanta, o anche "tre volte sessanta" in RV 8.96.8.

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Rappresentazione dei Marut, sito archeologico di Sambor Prei Kuk, Cambogia.

Negli inni vedici, i Marut sono identificati come figli di Rudra e Pṛśni, ma nella letteratura successiva, tra cui i Purana, si dice che nacquero dal ventre di Diti, dopo che Indra ebbe scagliato una folgore per impedirle di concepire un figlio più potente di lui.[6] Sono a volte identificati con un altro gruppo di divinità della tempesta, i Rudra.[7]

Secondo la mitologia, i Marut aiutarono Indra a sconfiggere il serpente cosmico Vritra, prestandogli il loro potere.[3] Indra però contestò il loro ruolo nella battaglia, accusandoli di averlo abbandonato dopo avergli dato incoraggiamento prima del combattimento. Tuttavia, il loro posto al suo fianco nella mitologia è ben documentato, ed essi appaiono spesso accanto al dio.[5]

Secondo il mitologo comparato francese Georges Dumézil, i Marut sono affini agli Einherjar e collegabili al mito europeo della caccia selvaggia.

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