Museo della focarazza
museo italiano a Santa Caterina, frazione di Roccalbegna Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
museo italiano a Santa Caterina, frazione di Roccalbegna Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Museo della focarazza[1] è una struttura museale situata nella frazione di Santa Caterina, nel comune di Roccalbegna (GR).
Museo della focarazza | |
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Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Roccalbegna |
Indirizzo | Via Roma 15, Santa Caterina |
Coordinate | 42°47′02.51″N 11°29′01.95″E |
Caratteristiche | |
Tipo | Etnografico Storia locale |
Istituzione | 1987 |
Fondatori | Alessandro Giustarini |
Direttore | Luisa Colombini (Sistema museale Amiata grossetano) |
Visitatori | 60 (2021) |
Sito web | |
Il museo è stato inaugurato nel 1987 all'interno di una ex fucina di un fabbro ferraio, per volere di Alessandro Giustarini (1947-2006), grande appassionato di storia locale e in seguito sindaco di Roccalbegna, allo scopo di documentare il lavoro e le tradizioni del territorio amiatino. Inizialmente denominato semplicemente Museo etnografico Santa Caterina, è stato rinnovato nel 2005, quando è entrato a far parte del Sistema museale Amiata grossetano. È inoltre inserito nella rete museale provinciale Musei di Maremma.
Il museo si articola in due piccole sale disposte sui due piani del piccolo stabile della vecchia bottega del fabbro.
Al piano terra è situata l'esposizione di oggetti e strumenti riferibili alla vita domestica e al lavoro dell'uomo nel contesto rurale locale, tra XIX e XX secolo. La visita è corredata da pannelli tematici, suddivisi per argomento, utili ad illustrare gli oggetti esposti, alcuni conservati in vetrine, tramite l'ausilio di fotografie e didascalie.
La principale tematica del museo è quella incentrata sul fuoco, con la raccolta degli strumenti del carbonaio, del fabbro ferraio e del fornaciaio, con i pannelli sulla lavorazione del pane e sul lavoro del vasaio; un altro tema affrontato è il tema dell'albero, con una ricca documentazione sulla raccolta della castagna. Tra i vari oggetti esposti sono da segnalare interessanti manufatti del fornaciaio, tegole e mezzane decorate con immagini varie, ma anche con l'impronta o il nome dell'artigiano, come a voler esprimere la propria personalità sui propri prodotti. Interessanti anche una raccolta di pignatti, pentole in terracotta), brocche, catini e altri generi di contenitori, provenienti in gran parte dai territori tufacei di Sorano e Pitigliano, e le collezioni dedicate ai riti religiosi, come la raccolta di croci augurali dei cantori del Maggio e gli strumenti per i festeggiamenti della Settimana Santa. Conclude la visita una sezione volta a illustrare il mondo dell'infanzia di un tempo, con la semplicità dei giochi fatti a mano: fionde, ruzzole, carretti e mulini costruiti con canne intrecciate, fischietti di legno o di coccio, bambole.
Il piano superiore è interamente dedicato al rito dello stollo e della focarazza, antico rito del fuoco che si svolge a Santa Caterina ogni 24 novembre. Al centro della sala è posizionato lo stollo, il tronco di albero che durante il rito viene conteso dagli abitanti delle varie contrade del paese. Alle pareti sono allestite due raccolte fotografiche: la prima si tratta di un servizio fotografico di quarantacinque foto commissionato dall'Archivio delle tradizioni popolari della Maremma grossetana nel 1982, in bianco e nero, che permette al visitatore di conoscere i momenti dello svolgimento del rito del fuoco, dalla preparazione preliminare alla festa finale; una seconda raccolta è invece quella della collezione personale di Alessandro Giustarini, che è invece a colori.
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