Pace Pasini
poeta e scrittore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Pace Pasini (Pasino, de Pasino, Pacino) (Vicenza, 17 giugno 1583 – Padova, 1644) è stato un poeta e filosofo italiano del Rinascimento, cittadino della Repubblica di Venezia.
Era figlio di Pietro, discendente di una famiglia originaria della val Sabbia, trasferitasi in un primo momento a Schio e poi a Vicenza, dov'era ascritta al Consiglio Nobile della città[1]. A metà del Seicento - più o meno all'epoca della morte di Pace - alcuni Pasini di Vicenza figurano tra i mercanti di seta e panni grossi[2].
Dopo i primi studi di grammatica a Vicenza, Pace continuò a Padova applicandosi agli studi giuridici, che ben presto trascurò per interessarsi della nuova scienza - fu in contatto con Galileo Galilei e con Giovanni Keplero - e soprattutto della filosofia, seguendo assiduamente le lezioni di Cesare Cremonini, impegnato nel commento 'mortalista' della Fisica e del De coelo di Aristotele e seguace dell'aristotelismo critico e razionalistico di Pietro Pomponazzi, che metteva in discussione il principio dell'immortalità dell'anima e alcuni dogmi cattolici[2].
Fece parte dell'Accademia degli Incogniti, una delle Accademie più attive e vivaci del Seicento veneziano e una delle più libere della penisola. A tale adesione alcuni biografi settecenteschi attribuiscono le accuse di eresia nei suoi confronti. Come invece dimostra una serie di documenti dell'Archivio di Stato di Venezia, fu un fatto di sangue a determinare il provvedimento giudiziario che lo condannò all'esilio: per un futile contenzioso privato (un diritto di passaggio riconosciuto a dei vicini), insieme con il fratello Vittelio e alcuni sicari, il 9 luglio 1623 nella villa Pavaran, ora frazione di Campiglia dei Berici, Pace uccise l'avvocato Roberto Malo e ne ferì gravemente il fratello. Nel marzo del 1624 fu condannato a cinque anni di esilio a Zara, poi ridotti di circa la metà (fu assolto e liberato il 28 gennaio 1627)[2].
Reintegrato nella società vicentina, fu dal 25 luglio 1630 vicario a Barbarano e dall'8 luglio 1635 a Orgiano, dove era già stato agli inizi della carriera, nel 1618. La sua vita dovette scorrere come quella di tanti nobili di provincia, tra affari privati, responsabilità amministrative, passione letteraria e interessi culturali, sempre presente l'ossequio al potere della Serenissima: dediche e composizioni sono spesso dirette a podestà, capitani e dogi. Negli ultimi anni si registrano un più stretto legame con l'Accademia degli Incogniti e una maggiore produzione letteraria, sia sotto l'aspetto quantitativo che qualitativo[2]. Fece parte della corrente poetica del marinismo, che aveva in Giovan Battista Marino il proprio modello.
Pace Pasini morì a Padova nella seconda metà del 1644.
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