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scrittore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Paolo Di Stefano (Avola, 1956) è uno scrittore e giornalista italiano.
È cresciuto a Lugano, in Svizzera. Si è laureato in Filologia romanza con Cesare Segre a Pavia. Dopo una breve esperienza di ricerca universitaria, ha lavorato come giornalista al Corriere del Ticino e a la Repubblica, ed è stato responsabile delle pagine culturali del Corriere della Sera,[1] di cui è adesso inviato speciale. È stato editor presso la casa editrice Einaudi. Ha insegnato Cultura giornalistica alla Facoltà di Lettere dell'Università degli Studi di Milano.
Ha scritto saggi filologici e critico-letterari e ha curato volumi miscellanei. È autore di racconti, reportage, inchieste, poesie e romanzi, alcuni dei quali tradotti in francese e in tedesco. Nelle sue opere affronta temi come la memoria e l'oblio, l'infanzia violata e la difficoltà di crescere, la famiglia e i rapporti generazionali, l'emigrazione, lo spaesamento, i rapporti Nord-Sud.
La sua opera narrativa è stata accolta da numerosi e prestigiosi premi letterari, quali il Premio Viareggio, il Bagutta, il Campiello, il Comisso, il Vittorini, il Flaiano, il Grinzane Cavour, il Premio Pisa.
Nel 2016 dal romanzo La catastròfa (che racconta la tragedia dell'8 agosto 1956, quando in miniera a Marcinelle morirono, tra i molti altri, 136 minatori italiani) è stato tratto un oratorio musicale in collaborazione con la cantante Etta Scollo (autrice delle musiche) e l'attore Leo De Colle: lo spettacolo ha esordito al Film Festival della Lessinia[2] ed è stato replicato con successo a Bruxelles, Milano, Pavia, Berlino, Bad Oeynhausen.[3] Anche Giallo d'Avola prende le mosse da un fatto di cronaca reale, il cosiddetto "caso del morto-vivo"[4] nella Sicilia degli anni 1956-61, che Di Stefano, dichiaratamente, trasforma in romanzo.
Una monografia sull'opera narrativa si deve a Guido Grilli (Avevo due cuori, con prefazione di Fabio Pusterla, Manni 2022).
Dal 2019 al 2022 è stato direttore artistico del festival Eventi letterari del Monte Verità di Ascona[5]
Con vari editoriali apparsi sul Corriere della Sera ha proposto e promosso il Dantedì, la giornata mondiale dantesca, raccogliendo le adesioni delle istituzioni e degli enti pubblici in vista delle celebrazioni del 2021.[6][7]
È sposato e ha tre figli, Simone, Luca e Maria. Vive a Milano.
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