Procne
personaggio della mitologia greca, figlia di Pandione e moglie di Tereo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
personaggio della mitologia greca, figlia di Pandione e moglie di Tereo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Procne (AFI: /ˈprɔkne/[1]) o Progne (AFI: /ˈprɔɲɲe/[2]; in greco antico: Πρόκνη?, Pròcne) è un personaggio della mitologia greca, figlia di Pandione, l'ottavo mitologico re di Atene e di Zeusippe[3].
Procne, Progne | |
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Procne davanti a Tereo con la testa del figlio Iti in un dipinto di Peter Paul Rubens | |
Caratteristiche immaginarie | |
Sesso | femmina |
Luogo di nascita | Atene |
La sua leggenda è legata a quella di sua sorella Filomela, violentata dal cognato Tereo, re della Tracia, marito di Procne.
Filomela, sebbene Tereo l'avesse privata della lingua affinché nessuno conoscesse il suo gesto, riuscì a comunicare l'accaduto alla sorella tessendone le immagini su di una tela. Così Procne fece a pezzi suo figlio Iti e lo diede in pasto a Tereo che, compresa la natura del pasto, minacciò di morte le due sorelle.
Secondo il mito Filomena fu tramutata in un usignolo, Procne in una rondine e Tereo in un'upupa[3][4].
Nel Purgatorio dantesco Procne è citata nel canto diciassettesimo e nel nono.
Procne e Filomela compaiono anche nel sonetto Zefiro torna e nei "Trionfi" (ai versi 131 e 132 del quarto paragrafo di "Triumphus Cupidinis") di Francesco Petrarca.
A Procne è intitolato l'asteroide 194 Prokne.
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