Referendum costituzionale in Turchia del 2017
referendum costituzionale in Turchia / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
Caro Wikiwand AI, Facciamo breve rispondendo semplicemente a queste domande chiave:
Puoi elencare i principali fatti e statistiche su Referendum costituzionale in Turchia del 2017?
Riassumi questo articolo per un bambino di 10 anni
Il referendum costituzionale del 2017 in Turchia è stato un referendum tenutosi il 16 aprile 2017 che riguardava l'approvazione di una serie di 18 emendamenti alla costituzione turca proposti dal partito islamico-conservatore al governo AKP (Partito per la Giustizia e lo Sviluppo) in accordo con il partito di estrema destra all'opposizione MHP (Partito del Movimento Nazionalista).[1]
Referendum costituzionale del 2017 in Turchia | |||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Stato | Turchia | ||||||||||
Data | 16 aprile 2017 | ||||||||||
Tipo | costituzionale | ||||||||||
Esito | |||||||||||
| |||||||||||
Quorum | raggiunto | ||||||||||
Affluenza | 85,32% | ||||||||||
Risultati per provincia (sopra) e distretto (sotto) | |||||||||||
Poiché il referendum è stato approvato, l'ufficio di Primo ministro è stato abolito e il sistema parlamentare di governo è stato sostituito da un sistema di tipo presidenziale.[2] Il numero dei seggi del parlamento — chiamato Grande Assemblea — è aumentato da 550 a 600 mentre al presidente sono stati garantiti maggiori poteri, in particolare sulla Corte costituzionale, sul parlamento e sul Supremo Consiglio dei Giudici e dei Procuratori (HSYK), l'organo di autogoverno della magistratura turca.[3][4] Di fatto il nuovo presidente ha potuto nominare ministri e alti funzionari, sciogliere il parlamento, dichiarare lo stato d’emergenza, emanare decreti e nominare 12 giudici su 15 della Corte costituzionale.[5]
I sostenitori del «sì» (in turco evet) sostenevano che le riforme fossero necessarie per garantire stabilità politica alla Turchia, argomentando che solo con un sistema presidenziale si potesse porre fine agli instabili governi di coalizione che hanno caratterizzato il Paese dagli anni sessanta sino al 2002. I sostenitori del «no» (in turco hayir) sostenevano — al contrario — che con tali modifiche costituzionali il potere fosse troppo concentrato nelle mani del futuro presidente, portando l'ordinamento turco ad una deriva autoritaria.[5][6] Le formazioni presenti in Parlamento contrarie ai cambiamenti introdotti dal referendum furono il Partito Popolare Repubblicano (CHP), laico e di centro-sinistra, e il Partito Democratico dei Popoli (HDP), filo-curdo e di sinistra.[7]
Il referendum si è tenuto durante un periodo di stato di emergenza, dichiarato dal presidente Erdoğan subito dopo il fallito colpo di Stato del luglio 2016.