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Le relazioni bilaterali tra Santa Sede e Iran si riferiscono alle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede, che è sovrana sulla Città del Vaticano, e la Repubblica Islamica dell'Iran. Sono state notate anche relazioni o somiglianze tra il cattolicesimo romano e l'Islam sciita, che sono rispettivamente le religioni ufficiali della Santa Sede e dell'Iran.[1]
I primi rapporti iniziarono durante il regno di Shah Abbas il Grande, quando le ambasciate persiane visitarono il papa. I due paesi intrattengono relazioni diplomatiche formali dal 1954, dal pontificato di Papa Pio XII. Le relazioni sono state mantenute durante la rivoluzione iraniana.[2] L'Iran ha un grande corpo diplomatico in Vaticano, con solo la Repubblica Dominicana che presenta più diplomatici accreditati presso la Santa Sede.[2]
Nel 1979 Papa Giovanni Paolo II inviò un inviato in Iran per aiutare a risolvere la crisi degli ostaggi. Nel 2008 i rapporti tra Iran e Santa Sede si "scaldarono" e Mahmoud Ahmadinejad "ha affermato che il Vaticano è una forza positiva per la giustizia e la pace" durante l'incontro con il nunzio apostolico in Iran, l'arcivescovo Jean-Paul Gobel.[3]
Secondo un articolo di cronaca online di Carol Glatz del Catholic News Service pubblicato sul sito web del CNS giovedì 7 ottobre 2010, il presidente Ahmadinejad "ha detto a Papa Benedetto XVI che avrebbe voluto lavorare più a stretto contatto con il Vaticano nel tentativo di fermare l'intolleranza religiosa e la disgregazione delle famiglie. Il presidente ha anche fatto appello alle religioni del mondo affinché cooperino nella lotta contro la laicità e il materialismo, hanno riferito le agenzie di stampa iraniane. Gli appelli sono arrivati in una lettera che è stata consegnata al papa dal vicepresidente iraniano per gli affari parlamentari Sayyed Mohammad-Reza Mir-Tajeddini, durante un breve incontro il 6 ottobre in Vaticano. Il 7 ottobre il portavoce vaticano, il gesuita padre Federico Lombardi, ha confermato al Catholic News Service che la lettera era stata consegnata al papa e il suo contenuto era già stato pubblicato dai media iraniani. Secondo quanto riportato, la lettera elogiava il papa e il Vaticano per aver criticato le minacce di un pastore statunitense di bruciare copie del Corano l'11 settembre". Il 3 novembre il Papa ha inviato una lettera di risposta al presidente iraniano, in cui affermava che l'istituzione di una commissione bilaterale Vaticano-Iran avrebbe rappresentato un passo auspicabile verso la soluzione dei problemi della Chiesa cattolica in Iran.[4]
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