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traduttrice, scrittrice e curatrice editoriale italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Roberta Rambelli, pseudonimo di Jole Rambelli (Cremona, 1928 – 5 gennaio 1996), è stata una traduttrice, scrittrice e curatrice editoriale italiana. È stata una delle principali traduttrici letterarie italiane. È ricordata anche come una delle prime scrittrici italiane di fantascienza (utilizzando vari pseudonimi tra cui Robert Rainbell) e come una delle personalità più influenti per l'affermazione di questo genere narrativo in Italia.[1]
Il suo nome di nascita era Jole Rambelli[2]; spesso è indicata come Roberta Rambelli Pollini dal cognome del marito Alfredo Pollini.[3]
Roberta Rambelli iniziò la sua carriera letteraria nel campo della fantascienza, principalmente come traduttrice di scrittori statunitensi e inglesi, ma anche come autrice di romanzi e racconti, per lo più dietro uno pseudonimo maschile, come era comune negli anni sessanta per gli autori italiani di quel genere. Il più noto è "Robert Rainbell", ma ha utilizzato anche i nomi di Rocky Docson, Hunk Hanover, Joe C. Karpati, Jgor Latychev, R. R., John Rainbell, A. Robert.[4] Pubblicò tra il 1959 e il 1961 numerosi romanzi nella collana I Romanzi del Cosmo della Ponzoni Editore.[5]
Fu anche curatrice nel 1964 di Galaxy, edizione italiana della rivista statunitense Galaxy Science Fiction, dal 1962 al 1965 della collana parallela di romanzi di fantascienza Galassia,[6] e creò la collana Science Fiction Book Club, che diresse dal 1963 al 1974, sempre per la Casa Editrice La Tribuna di Piacenza. Ha pubblicato molta saggistica, oltre a Galaxy, anche nella collana parallela La bussola.[2]
Anche come traduttrice ha usato vari pseudonimi: G.P. Errani, C. Gavioli, M. Gavioli, Romolo Minelli, Lucia Morelli, Lucia Moretti, G. Pollini, Lella Pollini, Jole Luisa Rambelli, Luciano Torri (usato anche in collaborazione con Ugo Malaguti o separatamente).[2]
Secondo Ugo Malaguti[1] fu "una donna che ha saputo rivoluzionare completamente un intero settore letterario nel breve spazio di qualche anno, la persona senza la quale, forse, nessuno di noi sarebbe apparso sulla scena, e senza la quale l'editoria di science fiction italiana avrebbe seguito chissà quali e diverse strade. Roberta Rambelli aveva abbandonato il settore già da molti anni. Era diventata la più famosa traduttrice letteraria italiana, i grandi editori le affidavano i best seller, i libri più importanti, gli autori più famosi. […] Roberta Rambelli cambiò tutto. […] si trovò in mano, senza neppure chiederla, la direzione sia della Galaxy italiana, sia di Galassia […] ebbe la formidabile intuizione di identificare nella science fiction [...] la più alta espressione della letteratura nel nostro secolo, l'unica forma di letteratura realistica destinata a condizionare il proseguimento dell'esperienza letteraria, la risposta all'antico conflitto delle due culture."
Sulla sua attività di traduttrice Roberta Rambelli ha scritto: "solo per l'anno 1990 sui 56 romanzi stranieri più venduti in Italia secondo la Demoskopea, 7 sono stati tradotti da me".[7]
Riguardo agli autori di fantascienza ha scritto:
«In tutto il mondo [...] gli scrittori fantascientifici si dividono in tre categorie: quelli che sanno scrivere ma non hanno idee [...]; quelli che hanno idee ma non sanno scrivere [...]; e quelli che non sanno scrivere e non hanno idee, e sono il famigerato novanta per cento della legge di Sturgeon. Poi ci sono pochissimi scrittori che sanno scrivere e hanno idee: sul momento mi vengono in mente non più di cinque nomi: Sheckley, Simak, Vonnegut e [...] Anne McCaffrey e Tanith Lee.[8]»
(elenco parziale)
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