Santa Galla
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Santa Galla, nota anche come Santa Galla di Roma (... – 550 circa), era la figlia di un patrizio romano, Quinto Aurelio Memmio Simmaco iunior, che, nei periodi burrascosi successivi al crollo dell'Impero Romano d'Occidente, mantenne buoni rapporti con i nuovi sovrani barbari e fu nominato prefetto nel 476, console nel 485 e anche capo del senato fino alla rottura con Teodorico, che lo fece condannare a morte nel 525.
Galla fu data in sposa a un giovane patrizio, che morì dopo appena un anno dalle nozze. La giovane vedova non volle più risposarsi e si ritirò in un monastero nell'area dell'antica basilica di San Pietro in Vaticano. San Fulgenzio di Ruspe la incoraggiò nella sua decisione scrivendole una famosa lettera, De statu viduarum (Lo stato delle vedove).
Dopo una vita pia, morì intorno al 550.[1]