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Tasso di letalità
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Il tasso di letalità è una misura di incidenza (e/o prevalenza) cumulativa utilizzata in epidemiologia analitica e/o clinica, che indica la proporzione, tipicamente percentuale, di decessi sul totale dei soggetti ammalati per una determinata malattia in un ben definito arco di tempo. Tale valore è estremamente variabile proprio in relazione alla durata del tempo di osservazione, per questo va quantificato in rapporto a un intervallo di tempo[1]. È un indice di rischio, indicando la probabilità di morire se si è affetti da una specifica malattia; indice della sua gravità, ma anche dall'efficacia dei trattamenti oltre che da fattori demografici e socio economici. Si usa prevalentemente per le malattie infettive acute, ma è utilizzabile anche per le patologie croniche. In tutti i casi è sempre necessario considerare una analoga ampiezza della finestra temporale[2]. Il complemento del tasso di letalità rappresenta il tasso o probabilità di sopravvivenza. Il tasso di letalità può essere calcolato su specifici sottogruppi, in genere divisi per sesso o per età.
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Nomenclatura
Il tasso di letalità, indicato semplicemente come letalità o in sigla, dall'inglese: Case Fatality Rate, CFR, viene spesso e facilmente confuso con il tasso di mortalità che rappresenta la proporzione tra il numero di morti per una malattia e tutta popolazione suscettibile in un dato periodo. Il tasso di letalità calcolato per sottogruppi di popolazione è chiamato: tasso di letalità età o sesso-specifico. Quando non è specifico il tasso di letalità può essere definito "grezzo". Il tasso di letalità ricavato da un limitato numero di casi o con dati provvisori o incerti può essere chiamato: tasso di letalità apparente per distinguerlo da un tasso di letalità effettivo. Quando, come spesso accade nelle epidemie, il tasso di letalità non viene calcolato all'interno di una precisa finestra temporale ma dal primo caso diagnosticato fino all'esaurimento dell'epidemia, si parla di tasso di letalità cumulativo. La mancanza di un preciso arco temporale nel calcolo del rapporto tra i casi ed i morti per una malattia, per molti studiosi rende improprio l'utilizzo del termine "tasso" e in inglese si preferisce chiamarlo Case Fatality Ratio[3].
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Formula
La formula relativa è[2]:
oppure
Dove:
- L(%) = tasso di letalità espresso come percentuale
- N = numero totale dei decessi per una determinata malattia in una popolazione, in un ben definito periodo di tempo
- P = numero di nuovi casi affetti da tale malattia nella stessa popolazione e nello stesso periodo (di N)
Il tasso di letalità in alcuni casi, specie se il tempo che intercorre tra diagnosi e morte è molto lungo, viene calcolato anche per numeratore e denominatore ricavati in periodi diversi, purché si mantenga la proporzione e i soggetti al numeratore siano inclusi nel denominatore.[4] Ad esempio il denominatore potrebbe essere costituito dai casi di HIV/AIDS diagnosticati durante l'anno civile 1990 e il numeratore, i decessi tra quelli diagnosticati nel 1990, dal 1990 a oggi.
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Variabilità e incertezze del tasso di letalità
Riepilogo
Prospettiva
Le stime iniziali del tasso di letalità fatte in corso di gravi epidemie possono essere errate anche come ordine di grandezza.[5] Varie fonti di incertezza influenzano criticamente il calcolo del tasso di letalità[6] che è comunque soggetto a cambiare variando il periodo di osservazione[7] e variando, paese per paese, le metodiche di conteggio degli ammalati e dei casi di morte. Una delle maggiori difficoltà nella stima del tasso di letalità è garantire l'accuratezza del numeratore e del denominatore. Le metodiche di raccolta dati possono influenzare notevolmente il calcolo del tasso di letalità. I decessi in caso di comorbilità o per complicanze secondarie possono venir censiti in modo diverso. Nelle epidemie e pandemie poi le risposte del sistema sanitario, l'introduzione di cure efficaci, l'aumentata capacità nel tempo di diagnosticare i casi meno gravi o asintomatici, le misure di contenimento per le fasce a rischio della popolazione, possono ridurre il tasso di letalità, così come nelle epidemie virali il virus può mutare nel corso del tempo alzando o abbassando il tasso di letalità. Nel corso di una epidemia, specie nelle sue fasi iniziali, accade frequentemente di sottostimare il numero di ammalati a una data precisa sia per la presenza di ammalati asintomatici, sia per i tempi necessari ad accertare una diagnosi sospetta.
Esiste poi un errore sistematico nel rilevare il numero di decessi e di ammalati nello stesso momento. Infatti per stimare un corretto tasso di letalità si dovrebbe considerare il tempo che intercorre in un soggetto tra la diagnosi della malattia e il decesso.[8]
Tasso di letalità di epidemie in corso
Riepilogo
Prospettiva
Nelle epidemie il tasso di letalità effettivo può essere calcolato solo al termine dell'epidemia. Nelle epidemie gravi il tasso di letalità effettivo può essere correlato all'eccesso di mortalità[9][10][11] cioè alla variazione nel periodo del tasso di mortalità per tutte le cause.
Nel corso di un'epidemia di una malattia potenzialmente fatale, è importante che il tasso di letalità sia stimato correttamente all'inizio dell'epidemia per definire le misure di contenimento e una rapida risposta internazionale per il controllo della malattia. In varie epidemie le stime ottenute durante l'epidemia dividendo il numero di decessi per il numero totale di casi segnalati erano molto più basse rispetto a quelle ottenute quando venivano utilizzate tecniche statistiche appropriate e variavano significativamente tra paesi. Inoltre, con il progredire dell'epidemia, queste stime statisticamente ingenue hanno suggerito falsamente un aumento del rapporto di mortalità, alimentando i già alti livelli di allarme pubblico nelle popolazioni colpite.
Quando l'epidemia è in corso, specie nella sua fase iniziale, l'utilizzo della formula può essere molto fuorviante. Il tasso di letalità grezzo rilevato dividendo semplicisticamente il numero di morti cumulativo per il numero di casi cumulativo nelle prime settimane di una epidemia varia sensibilmente senza che in realtà cambi la severità della malattia.
L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha stimato che il tasso di letalità della SARS a Hong Kong il 30 marzo, 30 aprile, 25 maggio e 30 giugno 2003, era rispettivamente del 2,5 percento, 9,9 percento, 15,8 percento e 17,0 percento.[12] Queste discrepanze non riflettono affatto un cambiamento nella gravità della malattia; piuttosto, sono un artefatto della metodologia dall'OMS anche perché sarebbe normale che all'inizio dell'epidemia venissero riconosciuti e diagnosticati prima i casi più gravi, con una più alta probabilità di morte.
Considerando il tempo che intercorre da quando vengono rilevati i sintomi e diagnosticata la malattia e il decesso, il numero cumulativo di decessi al giorno X si riferisce ai casi diagnosticati un certo numero di giorni prima.
Il primo correttivo utilizzabile considera la mediana del numero di giorni tra la diagnosi della malattia e il decesso (T)[13][14] applicando la formula[7][15]:
Un'altra procedura per correggere la stima del tasso di letalità mentre l'epidemia è in corso può essere effettuata adottando la formula:
dove G è il numero di soggetti guariti.
Queste due formule modificate stimano un tasso di letalità nelle prime fasi dell'epidemia superiore di quello rilevato con la formula grezza, ma sono comunque inadatte se il periodo di osservazione non è significativamente più lungo del periodo di incubazione o del tempo medio di morte e, nel caso della seconda formula, del periodo di guarigione.[16]
Le stime del tasso di letalità possono essere ridotte aumentando il denominatore (ad esempio aggiungendo la stima degli ammalati asintomatici, sospetti in attesa di verifica[17]) o riducendo il numeratore (ad esempio dimezzando il numero di decessi avvenuti nel periodo mediano che intercorre tra la diagnosi e la morte, T,[18] o non conteggiando i decessi con co-morbilità che permettono di escludere un nesso causale tra l'epidemia e il decesso). Altri metodi e formule per calcolare con maggior accuratezza il tasso di letalità durante una epidemia sono state sviluppate partendo dalle probabilità di sopravvivenza calcolate con la curva di Kaplan-Meier o con altri approcci statistici.[18][19][20][21][22][23][24][25][26]
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Tasso di letalità calcolato nelle malattie umane
Riepilogo
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Note
Voci correlate
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