Terza battaglia di Panipat
Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
La Terza battaglia di Pānīpat (in urdu پانی پت کی تیسری لڑائی?, in Hindi पानीपत का तृतीय युद्ध) del 1761, combattuta in India (Haryana) fu una battaglia di notevole ampiezza e di grande rilevanza per la storia dell'India e provocò gravi perdite tra le forze dell'Impero Durrānī e quelle dell'Impero Maratha.
Terza battaglia di Pānīpat | |||
---|---|---|---|
La Terza battaglia di Pānīpat (14 gennaio 1761). Ḥāfiẓ Raḥmat Khān, a destra di Aḥmad Shāh Abdālī, in sella a un cavallo sauro. | |||
Data | 14 gennaio 1761 | ||
Luogo | Pānīpat, Haryana (India settentrionale) | ||
Esito | Vittoria dell'Impero Durrānī[1] | ||
Modifiche territoriali | I Maratha perdono il controllo di Pānīpat e delle sue aree a Sud, inclusa Delhi, in favore dell'Impero Durrānī. Aḥmad Shāh Durrānī lascia Delhi subito dopo la battaglia. | ||
Schieramenti | |||
| |||
Comandanti | |||
| |||
Effettivi | |||
| |||
Perdite | |||
29°23′24″N 76°58′12″E | |||
Voci di battaglie presenti su Wikipedia | |||
La battaglia ebbe luogo il 14 gennaio 1761 a Pānīpat, circa 97 km a N di Delhi, e vide contrapposti l'Impero Maratha e le forze d'invasione del re degli Afghani Aḥmad Shāh Abdālī (o Durrānī), sostenuto da tre alleati indiani: il Rohilla (Pashtun) Najīb al-Dīn Dawla, gli Afghani della regione del Doab e Shujāʿ al-Dawla, Nawwāb di Awadh (o Oudh).
L'esercito maratha era comandato da Sadashivrao Bhau, terzo uomo più potente del suo impero dopo il sovrano maratha Chhatrapati e il suo Peshwa (Primo ministro maratha).
Il grosso dell'esercito maratha era stazionato nel Deccan con il Peshwa. Militarmente, la battaglia contrappose l'artiglieria e la cavalleria dei Maratha e la cavalleria pesante e l'artiglieria montata (zamburak e jēzāʾīl) degli Afghani e dei Rohilla, guidati da Abdālī e da Najīb al-Dīn Dawla, entrambi etnicamente afghani.
La battaglia è considerata una delle più grandi mai combattute nel XVIII secolo per numero di guerrieri,[10] ed è forse quella che ha fatto registrare il più alto numero di perdite in un singolo giorno.
Il sito specifico della battaglia non è del tutto certo, ma molti storici pensano che essa sia stata combattuta nelle immediate vicinanze dall'attuale Kāla Āmb e Sanauli Road. La battaglia durò vari giorni e coinvolse più di 125 000 combattenti. Vi furono schermaglie protratte, con insuccessi e vantaggi tattici da entrambe le parti. Le forze al comando di Aḥmad Shāh Durrānī ne uscirono vincitrici dopo aver distrutto gran parte delle truppe schierate sui fianchi dello schieramento maratha. Le dimensioni delle perdite da entrambe le parti sono ampiamente discusse dagli storici, ma si crede che tra i 60 000 e i 70 000 uomini siano stati uccisi in combattimento, mentre il numero dei feriti o dei prigionieri varia in misura notevole. Secondo la cronaca di un singolo testimonio oculare — il Dīvān Kashī Rā del bakhar (forma narrativa storica in marathi) di Shujāʿ al-Dawla — circa 40 000 prigionieri maratha furono sgozzati a sangue freddo il giorno successivo al termine della battaglia.[11] Grant Duff riporta una dichiarazione di un sopravvissuto a quei massacri nella sua History of the Marathas e in genere conferma quei numeri. Shejwalkar - la cui monografia Panipat 1761 è spesso indicata come la miglior fonte secondaria relativa alla battaglia - sostiene che "non meno di 100 000 Maratha (tra guerrieri e non combattenti) perirono durante e dopo la battaglia".[12]
L'esito della battaglia fu l'arresto temporaneo dell'avanzata maratha nel Nord e la destabilizzazione dei loro territorio per circa un decennio. Questo periodo fu caratterizzato dal ruolo svolto da Peshwa Madhavrao, cui viene attribuito il merito della rinascita della dominazione maratha dopo la disfatta a Pānīpat.
Nel 1771, dieci anni dopo Pānīpat, Mahadji Shinde guidò un ampio esercito maratha nel N dell'India in una spedizione punitiva che restaurò la dominazione maratha in quell'area e punì i poteri che si erano schierati dalla parte degli Afghani, come i Rohilla, o si erano scrollati di dosso il dominio dei Maratha dopo Pānīpat.[13] Ma il loro successo fu di breve durata, visto che il governo centralizzato del Peshwa fu paralizzato dalla incipiente morte di Madhavrao all'età di 28 anni, cui poco dopo seguirono i combattimenti tra i capi dei Maratha che, alla fine, subirono un colpo finale ad opera dei britannici nel 1818.[14]