Trattato del Ribelle
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Trattato del Ribelle è un saggio sociopolitico del 1951 di Ernst Jünger. L'autore si interroga sui compiti che spettano agli uomini liberi, nei momenti storici in cui la tirannia impedisce loro di esprimere, in modo democratico, le proprie giuste rivendicazioni.[1] La definizione di Ribelle è individuale ma si esplicita dentro alla comunità: "Quando tutte le istituzioni divengono equivoche o addirittura sospette, e persino nelle chiese si sente pregare ad alta voce per i persecutori, anziché per le vittime, la responsabilità morale passa nelle mani del singolo, o meglio del singolo che non si è ancora piegato".[2]
Trattato del Ribelle | |
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Titolo originale | Der Waldgang |
Autore | Ernst Jünger |
1ª ed. originale | 1951 |
1ª ed. italiana | 1990 |
Genere | Saggio |
Sottogenere | Sociopolitico |
Lingua originale | tedesco |
Ambientazione | Germania, primo Novecento |
Protagonisti | Il Ribelle |
Preceduto da | Über die Linie, 1950 |
Seguito da | Der gordische Knoten, 1953 |
Assieme a Über die Linie (Oltre la linea), Der gordische Knoten (Il nodo di Gordio) e Der Weltstaat (Lo stato del Mondo), il Trattato del Ribelle fa parte di una serie di saggi con cui Jünger, ormai quasi sessantenne, negli anni cinquanta, si cimenta con le contraddizioni che stanno scoppiando nelle società occidentali, appena uscite dalla seconda guerra mondiale. In particolare con i totalitarismi comunisti a est della Germania Occidentale. Helmuth Kiesel lo definisce la "Magna Charta" della disobbedienza civile in un'epoca di governo parlamentare".[3]