Loading AI tools
critico cinematografico, commediografo e sceneggiatore italiano (1928-2009) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Tullio Kezich (Trieste, 17 settembre 1928 – Roma, 17 agosto 2009) è stato un critico cinematografico, commediografo, sceneggiatore e attore italiano.
La sua esperienza di critico cinematografico iniziò nel 1941, quando da adolescente intrattenne una fitta corrispondenza come lettore con le riviste Cinema e Film. L'esordio da giornalista avvenne il 2 agosto 1946, come recensore per l'emittente radiofonica Radio Trieste, con la quale collaborò fino agli inizi degli anni cinquanta, occupandosi dal primo dopoguerra del Festival cinematografico di Venezia. Nel 1950 iniziò la collaborazione con la rivista Sipario, di cui divenne direttore dal 1971 al 1974.
Nel corso della sua carriera collaborò con la Settimana Incom, con il periodico Panorama, con i quotidiani la Repubblica e Corriere della Sera. Dalle recensioni scritte per Panorama e per la Repubblica, alla quale collaborò dalla fondazione, trasse una serie di libri a cura delle Edizioni Il Formichiere: Il MilleFilm - Dieci anni al cinema 1967-1977 (due volumi), al quale seguirono, visto il successo, Il CentoFilm - un anno al cinema 1977-1978, poi Il CentoFilm 2 - un anno al cinema 1978-1979, quindi Il CentoFilm 3 - un anno al cinema 1979-1980; e con scritti recuperati dalle riviste alle quali collaborava all'inizio degli anni '60, pubblicò nel 1979 Il FilmSessanta - il cinema degli anni 1962-1966, sempre con il Formichiere. Complessivamente, queste cinque antologie propongono oltre duemila schede di film usciti nell'arco di un ventennio (dal 1962 al 1980). La pubblicazione di raccolte delle sue recensioni proseguì negli anni ottanta e novanta con altri editori (Mondadori e Laterza).
Nel novembre 1978 l'editore Bompiani raccolse in un solo volume, intitolato Il dolce cinema - Fellini & altri, alcune sue opere: Fellini & altri, diario de La dolce vita, uscito contemporaneamente al film, e i cinque racconti contenuti in L'uomo di sfiducia, del 1962.
Nel 2006 Kezich partecipa al documentario Adolfo Celi, un uomo per due culture di Leonardo Celi dedicato all'attore Adolfo Celi.
Nel 2008 Tullio Kezich intervenne nel documentario Il falso bugiardo di Claudio Costa dedicato allo sceneggiatore Luciano Vincenzoni suo amico.
Malato da tempo, morì a Roma a 80 anni: per sua volontà non si tennero funerali, e la salma venne cremata.[1]
Diabolik (1968) di Mario Bava, coloratissimo e psichedelico film di culto degli anni sessanta
Nello stupidario degli anni sessanta, magari in una nota a piè di pagina, c'è un posticino per Diabolik. [...] Diabolik trasferito sullo schermo, resta un campione del sottosviluppo culturale. [Millefilm 1983, vol. I, p. 188]
Il buono, il brutto, il cattivo (1967) di Sergio Leone, capolavoro assoluto della storia del cinema, non solo western. Kezich non risparmia nemmeno le musiche celeberrime di Morricone.
Terzo capitolo dell'epopea in formato casalingo scritto dall'Omero del western ciociaro [...]. Un'avventura senza risparmio di colpi, inasprita dall'abituale dose di truci ammazzamenti e orribili torture, bombardata senza pietà dalle musiche fragorose di Ennio Morricone. [...] Più che in passato, l'effettistica di Leone si traduce nelle continue smagliature di un racconto arido e monotono. [Millefilm 1983, vol. I, p. 95]
...continuavano a chiamarlo Trinità (1971) di E.B. Clucher, celeberrimo spaghetti western comico del duo Bud Spencer-Terence Hill
Girato a ritmo di Carosello. Il film si rivolge a un pubblico dall'età mentale sui dieci anni: uno spettacolo neoparrocchiale [Millefilm 1983, vol. I, p. 161]
2001: Odissea nello spazio (1968) di Stanley Kubrick, il capolavoro fantascientifico per eccellenza
L'atteggiamento dell'autore si può cogliere solo nelle sfumature di un dialogo asettico, intessuto di formule banali [Millefilm 1983, vol. I, p. 217]
Frankenstein Junior (1974) di Mel Brooks, tra le migliori e più celebri commedie americane di ogni tempo
A noi francamente il film non sembra all'altezza della sua fama [Millefilm 1983, vol. I, p. 267]
L'inquilino del terzo piano (1976) di Roman Polański, film horror di culto tra i più terrificanti mai girati
[il romanzo da cui è stato ricavato il film] comunque non era un libro da far girare a Roman Polanski [Millefilm 1983, vol. I, p. 329]
Il mio nome è Nessuno (1974) di Tonino Valerii. Altro Western Spaghetti di culto
[...] una girandola di rutti, peti e scene ambientate al cesso [Millefilm 1983, vol. II, p. 399]
Il mucchio selvaggio (1969) di Sam Peckinpah. Western rivoluzionario tra i migliori di ogni tempo
L'insistenza sui particolari, spesso granghignoleschi alla maniera di Leone, finisce per tradire Pekinpah. In coda a un film troppo lungo, ci si ritrova assordati dai botti, accecati dal sangue e con le idee confuse [Millefilm 1983, vol. II, p. 415]
Il padrino II (1972) di Francis Ford Coppola. Capolavoro americano ritenuto tra i più grandi e influenti mai realizzati
Non è che un condensato di luoghi comuni sui gangster italo-americani [...] Non arriva neppure alla caviglia di un classico come Scarface, fa rimpiangere anche film molto più modesti. E' fiacco nel ritmo, sceneggiato in maniera confusa, reticente. [...] L'episodio siciliano è di una cialtroneria offensiva. Perché non tagliarlo addirittura e mandare tutti a casa mezz'ora prima? [Millefilm 1983, vol. II, p. 455]
Il pianeta delle scimmie (1968) di Franklin Schaffner. Film di fantascienza celeberrimo e di grande impatto storico-culturale
La banda delle scimmie parlanti, tra la caricatura e l'orrido, ricorda una vecchia operetta di Stan Laurel e Oliver Hardy. [Millefilm 1983, vol. II, p. 480]
Profondo Rosso (1975) di Dario Argento. Capolavoro famosissimo del genere "giallo" (ma già quasi horror). celebre in tutto il mondo.
Mentre Hitchcock è perspicuo e elegante, Argento è incerto. A rigor di logica, o di psicologia criminale, il suo giallo fa acqua da tutte le parti. [Millefilm 1983, vol. II, p. 503]
Nel 1950 Kezich divenne segretario di produzione di Cuori senza frontiere di Luigi Zampa, nel quale fece anche una particina insieme al collega e concittadino Callisto Cosulich.
Nel 1961 partecipò in veste d'attore a Il posto di Ermanno Olmi, e contribuì alla fondazione della casa di produzione cinematografica "22 dicembre", che diresse artisticamente fino alla cessazione delle attività nel 1965, producendo film quali Il terrorista di Gianfranco De Bosio e il televisivo L'età del ferro di Roberto Rossellini.
Nel 1969 si trasferì a Roma per collaborare alla produzione e alla sceneggiatura del film televisivo I recuperanti, sempre di Olmi, cui seguirono altre partecipazioni alla stesura di diversi adattamenti cinematografici (da Piero Chiara e Joseph Roth) e televisivi (da Cervantes, Dostoevskij e Italo Svevo). La sceneggiatura de La leggenda del santo bevitore venne insignita del premio Nastro d'argento nell'edizione del 1989.[2]
Uomo di grande cultura, Kezich fu attivo anche in teatro, firmando riusciti adattamenti di capolavori della letteratura: La coscienza di Zeno, dal romanzo omonimo del suo concittadino Italo Svevo, che fu allestito la prima volta nel 1964 da Luigi Squarzina con l'interpretazione di Alberto Lionello - attore protagonista anche di un ulteriore adattamento, per la televisione, firmato sempre da Kezich nel 1966; Bouvard e Pécuchet dall'opera incompiuta di Flaubert, nel 1968 insieme con Squarzina; Il fu Mattia Pascal dal racconto di Pirandello, allestito nel 1974 ancora da Squarzina con Giorgio Albertazzi protagonista.
Nel 1962[3] aveva scritto un originale televisivo tratto da Una burla riuscita di Svevo, poi portato in teatro nel 1987 dal regista Egisto Marcucci, nell'interpretazione di Corrado Pani e Dario Cantarelli, di cui la Rai trasmise la registrazione teatrale.
Tutto suo invece è W Bresci, scritto nel 1971 per il Piccolo Teatro di Milano.
Ha collaborato per diversi anni con La Contrada - Teatro Stabile di Trieste: per il regista Francesco Macedonio e per la compagnia stabile ha scritto diversi testi, in gran parte autobiografici, a cominciare da L'americano di San Giacomo, rappresentato al Teatro Cristallo di Trieste nel 1998, con Mario Valgoi, Orazio Bobbio, Ariella Reggio, Lidia Kozlovich, Maurizio Repetto e Marzia Postogna.
Fu anche autore di alcune opere letterarie (Campeggio a Duttogliano del 1959 e L'uomo di sfiducia del 1962), che vengono incluse nella cosiddetta letteratura triestina.[4]
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.