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ente radiotelevisivo pubblico italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Rai − Radiotelevisione italiana S.p.A., conosciuta come Rai, è la società concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiofonico e televisivo in Italia. È il primo polo televisivo in Italia e una delle più grandi aziende di comunicazione d'Europa, nonché il quinto gruppo televisivo del continente. Nata nel 1924 con il nome di Unione radiofonica italiana, divenne Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche (EIAR) nel 1927, poi Radio Audizioni Italiane (RAI) nel 1944 e infine Rai − Radiotelevisione Italiana nel 1954[2].
Rai − Radiotelevisione italiana | |
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Sede principale della Rai a Roma | |
Stato | Italia |
Forma societaria | Società per azioni |
Fondazione | 27 agosto 1924 a Torino |
Fondata da | Governo italiano |
Sede principale | Roma |
Gruppo | Dipartimento del Tesoro (azionista di controllo) |
Controllate | Rai Pubblicità, Rai Cinema, Rai Way, Rai Com, RaiPlay |
Persone chiave |
|
Settore | Mezzi di comunicazione di massa |
Prodotti | Canali radio, canali televisivi, editoria |
Fatturato | 2,516 miliardi €[1] (2021) |
Utile netto | -30,436 milioni €[1] (2021) |
Dipendenti | 12 751[1] (2021) |
Slogan | «Più voci, più talento.» |
Sito web | www.rai.it/ |
L'8 febbraio 1923 venne pubblicato il regio decreto n. 1067,[3] che affidava allo Stato l'esclusiva sulle radioaudizioni circolari da esercitare tramite società concessionarie tra cui la Unione radiofonica italiana di Torino, la Società Italiana Radio Audizioni Circolari (SIRAC), fondata da Riccardo Gualino, e la Società Anonima Radiofono - Società Italiana per le Radiocomunicazioni Circolari (Radiofono), fondata nel settembre 1923 dalla Marconi Company di proprietà di Guglielmo Marconi. Proprio la Radiofono, il 20 marzo 1924, installò a Centocelle una stazione di prova, ma il 25 marzo non riuscì a trasmettere un discorso pronunciato da Benito Mussolini al Teatro Costanzi di Roma, forse a causa di profonde interferenze elettriche interne.[4][5]
Il 3 giugno 1924 il Ministro delle comunicazioni Costanzo Ciano indirizzò una lettera alle società che avevano fatto richiesta per la concessione invitandole a trovare un accordo. Il compromesso raggiunto portò alla nascita dell'URI, Unione Radiofonica Italiana, costituita dalla fusione della Radiofono con la SIRAC, con capitale sociale di 1.400.000 lire (85% della Radiofono e 15% della SIRAC). Presidente della società venne nominato Enrico Marchesi, proveniente dalla FIAT, dove aveva ricoperto per parecchi anni l'incarico di direttore amministrativo. Il Vice presidente era Luigi Solari, persona molto vicina agli interessi di Guglielmo Marconi che, forte dell'invenzione della radio, stava cercando di creare un modello che ricalcasse quello adottato in altri Paesi.
Le trasmissioni iniziarono il 6 ottobre alle ore 21. Il primo, storico, annuncio venne letto dalla violinista Ines Viviani Donarelli nello studio romano di palazzo Corrodi, dove si trovava la prima stazione trasmittente di San Filippo in Roma, prodotta dalla Marconi.
Il messaggio recitava:
«URI (Unione Radiofonica Italiana). 1-RO: stazione di Roma. Lunghezza d'onda metri 425. A tutti coloro che sono in ascolto il nostro saluto e il nostro buonasera. Sono le ore 21 del 6 ottobre 1924. Trasmettiamo il concerto di inaugurazione della prima stazione radiofonica italiana, per il servizio delle radio audizioni circolari, il quartetto composto da Ines Viviani Donarelli, che vi sta parlando, Alberto Magalotti, Amedeo Fortunati e Alessandro Cicognani, eseguirà Haydn dal quartetto "Opera 7", I e II tempo.[6]»
Il programma, della durata di un'ora e mezza, previde la trasmissione di musica operistica, da camera e da concerto, con un bollettino meteorologico e notizie di borsa.
Il 27 novembre 1924 il governo assegnò alla società privata URI la concessione, in esclusiva, del servizio delle radioauzioni circolari per la durata di sei anni (prorogabili per altri quattro), assegnazione sancita dal Regio decreto 14 ottobre 1924, n. 2191 Concessione dei servizi radioauditivi circolari alla Società Anonima Unione Radiofonica Italiana (U.R.I.) pubblicato in G.U. n. 11 del 15 gennaio 1925 pp. 164–167. In particolare si sancì che l'URI era l'unica emittente radiofonica italiana autorizzata a diffondere notizie di interesse pubblico e che il Governo era il solo a concedere il placet per la trasmissione di notizie di agenzie di stampa diverse dall'Agenzia Stefani.
Nel gennaio 1925 nacque Radiorario, rivista settimanale dell'URI che promuoveva il nuovo mezzo. Vennero aperte altre due stazioni radiofoniche, prima a Milano e poi a Napoli. Nel 1926 La SIRAC e la URI fondarono la Società Italiana Pubblicità Radiofonica Anonima (SIPRA), per gestire la pubblicità radiofonica.
Il 17 novembre 1927, con R.D. n. 2207[7], si stabilì la trasformazione dell'URI nell'Ente italiano per le audizioni radiofoniche (EIAR), sotto forma di società anonima (società per azioni dal 1942),[8] la creazione di un comitato di vigilanza sulle radiodiffusioni e una nuova concessione. Sebbene l'azienda fosse privata (tra i soci vi erano la General Electric, la Società idroelettrica piemontese e la FIAT), il decreto imponeva che, insieme alla concessione esclusiva di 25 anni, quattro membri del consiglio di amministrazione dovevano essere rappresentanti del governo e che lo statuto e le sue modifiche dovevano essere approvate dal ministro delle Poste e Telecomunicazioni.[4]
Il fenomeno delle radioaudizioni prese il via a partire dagli anni trenta, agevolato dalle iniziative del regime che dotò ogni casa del Fascio di un apparato ricevente denominato radio popolare e assunse in seguito il motto "Ogni paese deve avere la sua radio", sostenendo la diffusione di apparecchi economici come la radio Rurale e la radio Balilla. Lungo tutta la penisola vennero aperte stazioni radio sia in onde medie, ad esempio a Trieste,[9] Bari,[10] Palermo,[11] sia in onde corte, utilizzate per le trasmissioni verso i paesi del Mediterraneo, dell'America meridionale e dell'Asia. Iniziarono inoltre le sperimentazioni sulla radiovisione.
Nel 1931 l’EIAR acquistò il Teatro di Torino di via Verdi e lo adibì ad Auditorium per ospitare la sede della propria Orchestra Sinfonica Nazionale.[12] Il 23 marzo 1933 la SIP divenne azionista di maggioranza della società. Il 26 settembre 1935 le trasmissioni passarono sotto il controllo del Ministero per la stampa e la propaganda, mentre l'aspetto tecnico rimase controllato dal Ministero delle Comunicazioni.
Nel 1934 iniziò la fase sperimentale delle trasmissioni televisive (dette allora in radiovisione). Nel 1939 terminò la fase sperimentale e iniziò la trasmissione con regolare palinsesto dalle sedi di Milano, Torino e Roma, effettuate a partire dalla XI Mostra della Radio e la XXI Fiera di Milano. L'entrata in guerra dell'Italia fermò le trasmissioni televisive, che sarebbero riprese con regolarità solo nel 1954.
Dopo l'armistizio dell’8 settembre le sedi locali dell'EIAR continuarono a operare autonomamente: le stazioni radio di Palermo, Napoli e Bari, una volta occupate dagli Alleati, furono gestite dal Psychological Warfare Branch; nella Repubblica Sociale Italiana l'EIAR rimase l'organo del regime.
Il 26 ottobre 1944, tramite decreto legislativo luogotenenziale, l'EIAR fu riaperta nell'Italia liberata. Il commissario straordinario dell'ente Luigi Rusca la rinominò Radio Audizioni Italiane (RAI).[13] Il primo presidente della società, avente come socio di maggioranza la SIP, fu Arturo Carlo Jemolo, il quale rimase in carica meno di un anno, dal 1945 al 1946, quando divenne presidente il democristiano Giuseppe Spataro.[13] Il 25 aprile 1945 la sede bustocca dell'EIAR assunse la denominazione di Radio Busto Libera; il successivo 28-29 aprile annunciò per prima la Caduta della Repubblica Sociale Italiana.[4]
Alla fine della seconda guerra mondiale, erano rimaste solo dodici stazioni a onde medie e due a onde corte. Le stazioni dell'Italia settentrionale furono poste sotto il controllo del Comitato di Liberazione Nazionale.[14] Nel 1945 il sistema radiofonico italiano fu riunificato sotto la Rai e i trasmettitori superstiti furono organizzati in due reti:[14] le stazioni dell'Italia centromeridionale, già gestite dal PWB e dal governo, vennero costituite nella "rete rossa"; mentre le stazioni dell'Italia settentrionale, prima gestite dal CLN, diventarono la "rete azzurra". La rete azzurra aveva sede a Torino con uffici decentrati a Milano[15] e comprendeva le stazioni di Torino I, Milano I, Genova I, Bologna, Venezia, Verona, Padova, Bolzano, nonché quelle di Roma II, Napoli II e Bari II;[16] mentre la rete rossa aveva sede a Roma con uffici a Firenze[15] e comprendeva le stazioni di Roma I, Napoli I, Bari I, Firenze, Palermo, Catania, Sanremo, nonché Torino II, Milano II e Genova II.[16]
Il 25 giugno 1946, giorno dell'insediamento dell'Assemblea Costituente, iniziarono le trasmissioni di Oggi al Parlamento.[14]
Nel 1948 terminò la ricostruzione dell'infrastruttura radiofonica, danneggiata durante la guerra, con il completamento della nuova rete nazionale di ventotto trasmettitori. Le due reti si espansero fino a coprire tutto il territorio nazionale.[14] Inoltre, nel settembre di quell'anno, si tenne la prima edizione del Premio Italia,[14] dedicato alle opere radiofoniche, istituito grazie anche al direttore generale Salvino Sernesi.
Nel 1949 entrò in funzione il nuovo impianto di Prato Smeraldo[14] per le trasmissioni all'estero in italiano (distinte per l'Europa, per le Americhe, per l'Australia e Nuova Zelanda, per l'Africa Orientale e il Vicino Oriente), in inglese (per l'Europa, per l'Australia e Nuova Zelanda, per il Medio-Estremo Oriente, per il Sudafrica, per il Nordamerica), in francese (per l'Europa, per il Nordafrica e Vicino Oriente, per il Medio-Estremo Oriente, per il Canada), in spagnolo (per l'Europa e per l'America Latina), in portoghese (per l'Europa e per il Brasile), in arabo, persiano, turco, cinese, giapponese, indonesiano, hindi, urdu, bengali, esperanto, tedesco, danese, svedese, fiammingo, polacco, ceco, slovacco, ungherese, romeno, bulgaro, serbo, albanese, ucraina, lituano, russo e greco.[17]
Nell'immediato dopoguerra furono inaugurati anche i programmi in tedesco e ladino di Sender Bozen e quelli in sloveno di Radio Trieste. Il 15 settembre 1949 la Rai creò la propria casa editrice, la Edizioni Radio Italiana (ERI), interamente controllata dalla società madre,[14] che si aggiungeva alle consociate storiche Sipra e Fonit Cetra. Nello stesso anno la Rai riprese, dopo dieci anni, la sperimentazione delle trasmissioni televisive: dapprima a Roma e successivamente a Torino, dove fu costruito anche uno studio di registrazione.[14] L'incontro Juventus-Milan 1-7 del 5 febbraio 1950 fu la prima partita di calcio a venire ripresa dalle telecamere.[18][19] Nello stesso febbraio 1950 fu creata l'Unione europea di radiodiffusione (UER), nella quale la Rai ottenne un posto permanente nel consiglio di amministrazione, per sostituire l'OIRT, dalla quale i paesi occidentali si erano staccati a causa della guerra fredda.[20]
Il 12 febbraio 1950 nasce l'Unione europea di radiodiffusione, di cui la Rai è tra le 23 organizzazioni di broadcasting fondatrici.
Il 10 settembre 1952, dalla sede Rai di Milano, venne avviato in forma sperimentale il primo telegiornale: la prima notizia trasmessa riportava la regata storica di Venezia.
Nello stesso anno viene creato il Terzo Programma radiofonico, il primo tra quelli attivi a essere trasmesso in modulazione di frequenza. Il palinsesto radiofonico fu così ristrutturato intorno a tre diversi programmi nazionali: il Programma Nazionale generalista, il Secondo Programma di intrattenimento leggero e il neonato Terzo Programma culturale.[21][22] Grossomodo, il Programma Nazionale proseguiva la rete rossa, mentre il Secondo Programma era la continuazione della rete azzurra.[23][24]
In questo periodo la Rai aveva vari complessi artistici stabili. Per la musica classica le tre orchestre e cori delle sedi regionali di Torino, Milano e Roma (cui nel 1957 si aggiungerà l'Orchestra da Camera "Alessandro Scarlatti" di Napoli). Per il teatro le compagnie di prosa di Firenze e Torino, nonché la compagnia del teatro comico musicale di Roma e la compagnia di rivista di Milano.[17]
Il 26 gennaio 1952 il Governo firmò una convenzione con cui venne concessa alla Rai l'esclusiva delle radioaudizioni circolari, della televisione e della filodiffusione fino al 15 dicembre 1972. Contestualmente, tutte le azioni della società passarono all'IRI, ponendo la Rai sotto il controllo indiretto del governo italiano.[13] L'anno successivo, le azioni della SIPRA furono spartite tra IRI e RAI. Il 19 novembre si decise l'istituzione del canone televisivo introdotto l'anno successivo.
«La Rai − Radiotelevisione Italiana inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive.»
Alle ore 11:00 del 3 gennaio 1954, l'annunciatrice Fulvia Colombo diede ufficialmente avvio alle trasmissioni televisive regolari del Programma Nazionale (l'attuale Rai 1),[25][26] leggendo un annuncio speciale in diretta dagli studi di Milano.[26] Alle 14:30 dello stesso giorno,[26] invece, andò in onda il primo programma televisivo in assoluto, Arrivi e partenze, condotto da Mike Bongiorno e Armando Pizzo.[4][26] Alle 20:45, venne trasmessa la prima edizione regolare del telegiornale, diretto da Vittorio Veltroni e condotto da Riccardo Paladini.[26] Infine, alle 23:15, andò in onda la prima puntata de La Domenica Sportiva, il programma più longevo della televisione italiana ancora oggi in onda.[4][26] In quest'ultima trasmissione, condotta da Nicolò Carosio, furono mostrate le prime immagini di una partita, Inter-Palermo, che si era conclusa sul 4-0 per i nerazzurri; Sergio Brighenti, autore di una tripletta durante l'incontro, diventò il primo calciatore ospite del programma.[26]
Come conseguenza dell'estensione della propria attività al settore televisivo, il 10 aprile 1954 la Radio Audizioni Italiane S.p.A. cambiò la denominazione sociale in Rai - Radiotelevisione Italiana S.p.A.[26]
L'avvio delle trasmissioni televisive comportò, durante gli anni cinquanta, la costruzione della rete nazionale dei trasmettitori televisivi: ai già esistenti impianti di Torino-Eremo, Milano-Corso Sempione e Roma-Monte Mario si aggiunsero, nel 1953, i centri di Monte Penice, Portofino Vetta, Monte Peglia e Monte Serra,[4][26] e nel 1954 Monte Venda,[4] cosicché nel 1954 era coperto il 36% circa della popolazione.[4][26] Nel 1955 venne aggiunto Monte Faito, e nel 1956 la rete venne completata con gli impianti di Monte Argentario, Monte Conero, Monte Nerone, Monte Vergine, Monte Caccia, Monte Sambuco, Monte Scuro, Gambarie, Monte Pellegrino, Monte Soro, Monte Limbara e Punta Badde Urbara.[14]
Fra il 28 e il 29 aprile del 1955, si tenne la prima telecronaca di una seduta parlamentare, in occasione delle elezioni del Presidente della Repubblica che assegnarono l'incarico a Giovanni Gronchi.[26] L'anno successivo, i VII Giochi olimpici invernali, disputatisi a Cortina d'Ampezzo, furono i primi a essere trasmessi a un'audience internazionale in Eurovisione. I diritti di trasmissione furono ceduti gratuitamente alla Rai, alla quale fu riconosciuto anche un rimborso spese di 10 milioni di lire per coprire i costi per portare le apparecchiature fino a Cortina.[27]
Nel 1957, con un decennio di anticipo rispetto alla tempistica inizialmente prevista, tutto il territorio italiano fu coperto dal segnale televisivo.[25] Il 3 febbraio la Rai iniziò a trasmettere messaggi pubblicitari in TV con Carosello, mentre il 19 dicembre a Roma venne inaugurato lo storico centro di produzione televisivo di via Teulada 66.
Il 25 novembre 1958, iniziarono le trasmissioni dei corsi di Telescuola, rivolti ai ragazzi impossibilitati a frequentare la scuola obbligatoria. A questo programma, nel 1960, si sarebbe affiancato Non è mai troppo tardi, rivolto invece agli adulti analfabeti e condotto dal maestro e pedagogista Alberto Manzi.[26]
Nel dicembre 1958 prese il via anche il servizio di filodiffusione, in collaborazione con la SIP. Oltre ai tre canali radiofonici trasmetteva due canali di sola musica, uno di musica leggera e uno di musica classica ("Auditorium").
Nel 1960 debuttò il programma radiofonico Tutto il calcio minuto per minuto, programma storico tuttora in onda su Rai Radio 1. Il 4 novembre 1961 Rosanna Vaudetti inaugurò la seconda rete televisiva, denominata Secondo Programma, oggi Rai 2. Il 21 aprile 1962 venne promulgata una legge che vietava la diffusione di film e di opere teatrali, attraverso radio e televisione, che non avessero ottenuto il permesso del Ministero del turismo e dello spettacolo.[28] Verso la fine del 1963 iniziarono a Roma le prove di trasmissione della TV a colori con i sistemi NTSC, SÉCAM e PAL. Dal gennaio del 1964 in tutta Italia vennero effettuate prove quotidiane per l'industria.[4]
Nel 1965 si tenne per la prima volta in Italia l’Eurovision Song Contest, ospitato nell'Auditorium Rai di Napoli: l'azienda ne curò anche le trasmissioni. Il 3 maggio 1966, su invito della UER, la Rai organizzò delle dimostrazioni di TV a colori con diversi standard per i rappresentanti di UER e OIRT e delle industrie. Il 15 luglio 1967 la Rai partecipò al primo collegamento televisivo satellitare diretto con tutti i continenti. Nel 1968 andò in onda lo sceneggiato Odissea, prima produzione realizzata a colori. Nel 1965 la Direzionale Generale Rai si sposta nella nuova sede di viale Mazzini nel quartiere Prati di Roma, primo edificio realizzato interamente in acciaio e vetro progettato dall'architetto Francesco Berarducci, è uno degli edifici più rilevanti dell'architettura italiana del dopoguerra, vincitore del premio Inarch 1965, che diventerà l'immagine stessa della Rai trasmessa ogni giorno di apertura dei telegiornali da allora a oggi.
Tra il 1969 e il 1970 la Rai instaurò vari collegamenti satellitari con diversi paesi nel mondo: Brasile, Messico, Argentina, Australia e Giappone. Nel maggio 1970 Rai, SIPRA e altri costituirono il Comitato Pubblicità Progresso, per campagne pubblicitarie di pubblico interesse. Il 5 maggio 1971 Rai e SIP si impegnarono a diffondere maggiormente la filodiffusione almeno in tutti i capoluoghi di provincia. Il 21 maggio il Ministero della Pubblica Istruzione e la Rai firmarono una convenzione per potenziare le trasmissioni radiotelevisive a carattere formativo, come Telescuola.
Nel 1972, i Giochi della XX Olimpiade, tenutisi a Monaco di Baviera, furono trasmessi a colori, dopo parere affermativo del Consiglio Superiore Tecnico delle Telecomunicazioni, con sistemi PAL e SECAM. Il 15 dicembre terminò la concessione dei servizi radiotelevisivi, che venne prorogata di un anno fino all'approvazione della riforma del settore radiotelevisivo. Nella stessa sede si stabilì che il controllo della SIPRA fosse assunto interamente dalla Rai.
Il 20 marzo 1973 ebbero inizio le trasmissioni sperimentali per le persone affette da sordità: queste non erano solo di puro intrattenimento, coprivano anche le informazioni e i problemi di inserimento nella società. Alla fine dell'anno, poiché non era stata ancora varata nessuna legge, venne fatta una proroga della concessione fino all'aprile dell'anno successivo. Arrivati alla scadenza della seconda proroga, tramite decreto legge ratificato successivamente, ne venne emessa un'altra che sarebbe durata fino all'approvazione della riforma del settore e, comunque, non oltre il 30 novembre.[29]
Il 14 aprile 1975 viene approvata la Legge n. 103 che portò a una prima riforma della Rai: il controllo della società passava dal Governo al Parlamento, attraverso la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, per garantire il pluralismo della società. Venne decisa la realizzazione di una terza rete nazionale da affiancare alle prime due; queste ultime vennero ribattezzate Rete 1 (o TV1) e Rete 2 (o TV2).[30] Si sancì, inoltre, che la concessione dovesse essere data a una società per azioni completamente pubblica, quindi le azioni vennero suddivse tra IRI, con il 99,55%, e la SIAE, con lo 0,45%. Infine si stabilì che il consiglio di amministrazione fosse composto da "16 membri, di cui: sei eletti dall'assemblea dei soci; dieci eletti dalla Commissione parlamentare con la maggioranza di tre quinti dei suoi componenti, dei quali 4 scelti sulla base delle designazioni effettuate dai consigli regionali".[31] L'11 agosto, con la nuova convenzione, il Ministero delle poste e delle telecomunicazioni concesse alla Rai, per sei anni, in esclusiva il servizio radiotelevisivo, mentre il servizio di radiofonia circolare non era in esclusiva.
Per ottemperare agli obblighi di legge, il 30 gennaio 1976 entrarono in funzione le nuove strutture generali. La produzione televisiva venne articolata intorno alle due reti, sulle quali le informazioni erano garantite da TG1 e TG2; i programmi radiofonici furono suddivisi in tre reti con altrettanti giornali radio. Questi erano affiancati dai dipartimenti: trasmissioni scolastiche ed educative per adulti; tribune e accesso; servizi giornalistici e programmi per l'estero.
Il 1º gennaio 1977 si concluse, dopo vent'anni, la rubrica pubblicitaria Carosello. Un mese più tardi iniziarono ufficialmente le trasmissioni televisive a colori, con un ritardo di dieci anni rispetto agli altri paesi europei, e nonostante la Rai tecnicamente fosse già in grado di trasmettere a colori dal 1967[32]. Il 15 dicembre 1979 Fabiana Udenio inaugurò Rete 3 o TV3, rete televisiva inizialmente progettata e realizzata per la diffusione di programmi su base regionale. Nello stesso periodo fu deliberato l'aumento del capitale sociale da 10 a 40 miliardi di lire.
A ottobre 1983 vennero rinominati i canali televisivi: Rete 1, Rete 2 e Rete 3 diventarono Rai Uno, Rai Due e Rai Tre per evitare che Rete 4, canale nato l'anno prima, fosse scambiato per una quarta rete Rai, e vennero realizzate nuove grafiche. Nello stesso periodo venne realizzato Arlecchino, il primo esperimento Rai di programma in HD. Il 6 dicembre 1984, con un decreto legge, venne modificata la composizione del CdA: la Commissione avrebbe eletto tutti i 15 membri del consiglio di amministrazione; il presidente e il direttore generale sarebbero stati scelti dall'assemblea dei soci.[33] Si decise inoltre l'aumento di capitale, che triplicò.
Il 1984 è anche l'anno di esordio de La piovra, serie andata in onda complessivamente in dieci miniserie dal 1984 al 2001. Ancora oggi considerata la serie televisiva italiana più famosa nel mondo, le dieci miniserie hanno ottenuto grandi consensi di pubblico (una media di 10 milioni di spettatori e punte di 15 milioni) e sono state esportate con altrettanto successo in oltre 80 nazioni. La serie venne lodata dallo stesso Giovanni Falcone che si complimentò per l'accuratezza della serie e per il suo dettagliato realismo nel descrivere Cosa Nostra nel suo insieme e infatti generò parecchie polemiche politiche, nonché fortissime pressioni per far concludere la saga, nonostante questa continuasse ad avere un grandissimo successo di pubblico e critica, anche a livello internazionale.
Sempre nel 1984, dopo una fase sperimentale nel marzo 1981, la Rai attivò il Televideo, il primo teletext in Italia.
Nel 1987 Rai Tre venne equiparata alle altre due reti, iniziando a trasmettere a livello nazionale; si profilò così la lottizzazione dei tre canali televisivi pubblici, rimasta in vigore fino alla fine della Prima Repubblica: Rai Uno alla DC, Rai Due al PSI e Rai Tre al PCI. Al Festival del cinema di Venezia di quell'anno venne presentato, fuori concorso, il film Giulia e Giulia, il primo lungometraggio al mondo a essere ripreso con telecamere ad alta definizione. A luglio l'azienda iniziò i test sul tratto autostradale tra Firenze e Bologna di un canale radiofonico a isofrequenza, dedicato agli automobilisti. Alla fine del 1989, finiti i test, partì il canale ufficiale, 24 ore su 24, centrato a 103,3 MHz, con notiziari, musica e messaggi sul traffico curati dalla Società Autostrade.
Nel 1990 partirono le sperimentazioni delle trasmissioni satellitari, tramite RaiSat, riguardanti la radio ad alta definizione e i programmi televisivi in alta definizione e multilingua. Dal centro tecnico di produzione radiotelevisivo di Saxa Rubra vennero diretti i lavori per la trasmissione dei Mondiali di calcio Italia '90, che rappresentarono la prima comunicazione punto-multipunto di programmi ad alta definizione. Il 6 agosto venne promulgata la Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato, con la quale veniva riorganizzato anche il consiglio di amministrazione Rai, che sarebbe stato rinnovato a ogni inizio di legislatura da parte della Commissione di vigilanza.[34]
Nel 1991 la Rai organizzò per la seconda volta l'Eurovision Song Contest, tenutosi nel Teatro 15 di Cinecittà a Roma. Venne inoltre costituita la RTVRSM - Radiotelevisione della Repubblica di San Marino, della quale la Rai possedeva il 50%. Nel 1995 vennero avviati in Valle d'Aosta i test del DAB-T, la radio digitale. Con il referendum del 1995 venne abrogata la disposizione di legge che riservava esclusivamente alla mano pubblica il possesso delle azioni Rai, tuttavia non si procedette mai alla privatizzazione.[35] Nel 1996 l'azienda inaugurò la trasmissione dei programmi televisivi, in tecnica digitale, via satellite Eutelsat Hotbird 13°est.
A febbraio del 1996 la Rai creò il suo primo sito web, www.rai.it e a fine 1997 lancia i primi canali tematici digitali via satellite: il primo in ordine cronologico fu RaiSat 2, rivolto a un pubblico di ragazzi, che viene lanciato il 29 settembre; RaiSat 1, che si occupa di cultura e spettacolo, viene lanciato il 27 ottobre; ultimo in ordine di tempo, RaiSat 3, dedicato ai programmi di Rai Educational, lanciato 13 ottobre 1997. Un altro canale lanciato in questo arco di tempo è RaiSat Nettuno Lezioni Universitarie (le cui trasmissioni iniziarono il 10 novembre) che trasmetteva 24 ore su 24 lezioni universitarie. Nello stesso anno nacquero Rai Trade S.p.A. (società che, oltre a co-produrre occasionalmente fiction, promuove e commercializza le proprietà intellettuali e diritti Rai incorporando Sacis, Rai Eri e Fonit Cetra risultando quindi anche una casa editrice e un'etichetta discografica) e RaiSat, la divisione satellitare della Rai, che l'anno successivo venne scorporata come RaiSat S.p.A.
Nello stesso anno la Direzione Rai Cinemafiction (diretta da Sergio Silva) dedita alla produzione di fiction e film, si scinde in due unità completamente diverse tra loro: Rai Fiction (che, oltre alle serie TV, si dedica - fino al giugno 2017, quando questa attività è confluita in Rai Ragazzi - anche della produzione e coproduzione di cartoni animati indirizzati esclusivamente a un target di pubblico di bambini in età scolare e pre-scolare, con un budget dedicato) e Rai Cinema (quest'ultima destinata a esternalizzazione in controllata della Rai e con il tempo divenuta uno dei motori dell'industria cinematografica italiana).
Nel 1999, dopo aver creato la Divisione Trasmissione e Diffusione, incorporò la NewCo TD.[36] Il 26 aprile venne aperto Rai News 24, il primo canale notiziario italiano a diffusione nazionale a trasmettere in diretta 24 ore al giorno.
Nel 2000, a causa della liquidazione della holding pubblica IRI, il 99,5% delle azioni passarono a Rai Holding S.p.A., in mano al Ministero dell'economia.[37] Il 1º marzo Rai Way, grazie all'assorbimento della sezione DTD, divenne operativa.[36] Nel 2004 le trasmissioni televisive e radiofoniche compirono rispettivamente cinquanta e ottant'anni: per festeggiare questa importante ricorrenza, su Rai Uno, Rai Due e Rai Tre andò in onda Buon compleanno TV, uno show celebrativo condotto da Pippo Baudo. Il 1º dicembre dello stesso anno Rai Holding si fuse con Rai S.p.A. costituendo l'attuale società.
Il 27 settembre 2005 la Rai creò il proprio canale ufficiale su YouTube,[38] attraverso il quale iniziarono a essere pubblicati video tratti dal sito ufficiale Rai.tv (online da dicembre dello stesso anno), poi quasi completamente eliminati a partire dal 1º giugno 2014 (sia i propri sia quelli caricati da altri utenti). Nel 2007 il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni presentò un disegno di legge, poi non approvato, che avrebbe dovuto riformare interamente il settore radiotelevisivo privato e pubblico, prevedendo, tra le altre cose, il passaggio del controllo dell'azienda pubblica a una fondazione e una riformulazione del consiglio di amministrazione.[39] Fu inoltre posto sotto licenza Creative Commons una considerevole parte dell'archivio Rai, resa gratuitamente consultabile e riproducibile dal sito Internet.
Il 1º novembre 2006 debuttò RaiSat YoYo all'interno della piattaforma Sky Italia, nato in seguito alla scissione di RaiSat Ragazzi in due canali differenti, il secondo dei quali era RaiSat Smash (per ragazzi fino ai 19 anni). Il 1º giugno 2007 nasce il canale televisivo Rai Gulp sulle frequenze di Rai Doc e Rai Futura, emittenti chiuse poco prima del suo lancio.
Il 10 maggio 2008 la Rai presenta l'offerta Digitale Terrestre, composta inizialmente da otto canali, due dei quali già esistenti (Rai News 24 e Rai Gulp), visibili sia attraverso la tecnologia DVB-T sia quella DVB-S. Nello stesso giorno, in occasione del 91º Giro d'Italia, partì Rai Sport Più. Il campionato europeo di calcio 2008, svoltosi in Austria e Svizzera, e i Giochi della XXIX Olimpiade tenutisi a Pechino furono trasmessi sul digitale terrestre in 16:9 e, in alcune aree, in alta definizione. Il 14 luglio nacque Rai 4, canale dedicato a un pubblico giovane.
Il 2 febbraio 2009, sul digitale terrestre, fu lanciato il canale tematico gratuito Rai Storia. Il 31 luglio, i canali RaiSat cessarono le proprie trasmissioni su Sky Italia, sbarcando così sul digitale terrestre e sulla nuova piattaforma satellitare Tivùsat, gestita da Tivù, società fondata da Rai, Mediaset, Telecom Italia,[40] Confindustria Radio Televisioni e Aeranti-Corallo. Gli unici canali del bouquet RaiSat a non sbarcare sulle nuove piattaforme furono RaiSat Smash Girls e RaiSat Gambero Rosso, il primo chiuso mentre il secondo passato sotto la diretta gestione di Sky. Il 1º novembre la Rai iniziò a trasmettere gli spot pubblicitari in 16:9.
Nella prima metà del decennio, l'azienda viene riorganizzata con una serie di nuove divisioni e testate dedicate, ognuna delle quali si occupa di una specifica funzione: Rai Sport (che gestisce i canali sportivi Rai Sport 1 e Rai Sport 2, quest'ultimo chiuso nel 2017), Rai Gold (che gestisce i canali tematici dedicati a cinema e serie televisive Rai 4, Rai Premium e Rai Movie) e Rai Ragazzi (che gestisce Rai Gulp e Rai Yoyo oltre alla produzione di programmi per bambini e giovani e, a partire dal 2017, la produzione di cartoni animati) vengono create nel 2010; Rai News (che si occupa dell'informazione Rai e della gestione del canale all-news Rai News 24, del portale on-line Rainews.it e del servizio teletext Televideo) nel 2013 e Rai Cultura (già Rai Educational fino al 2014, al cui bouquet di canali si è aggiunto Rai 5) che si vanno ad affiancare Rai Radio, Rai Teche, Rai Vaticano, Rai Quirinale, Rai Fiction e alla struttura temporanea Rai Expo.
Il 18 maggio 2010, dopo 10 anni, l'azienda rinnovò la propria immagine grafica, realizzata insieme a Frame by Frame, con nuovi loghi e nuove animazioni per i canali generalisti e tematici, e contemporaneamente i canali già RaiSat passarono sotto la gestione diretta della Rai. Il 26 novembre debuttò Rai 5, canale culturale che prese il posto di Rai Extra.[41]
Il 23 febbraio 2011 viene firmato l'Atto di fusione per l'incorporazione di Rai Trade in Rai.[42] Nel novembre dello stesso anno viene trasmesso Il più grande spettacolo dopo il weekend condotto da Fiorello, prima trasmissione dal vivo in studio a essere trasmessa in alta definizione dalla Rai, che nella sua ultima puntata raggiunge 13.401.000 telespettatori con il 50,22% di share arrivando a toccare il 61,55%.
Il 4 luglio 2012, così come le altre emittenti italiane, la Rai spense definitivamente tutti i canali analogici risultando disponibile solo sul digitale terrestre, sul satellite (con alcuni canali e programmi visibili solo con il decoder Tivùsat) oltre che in streaming via web. Il 31 dicembre, il TG2 fu il primo delle tre TV generaliste a essere trasmesso in 16:9. L'anno successivo iniziarono i test dello standard DVB-T2.[43] Nel 2014 le trasmissioni televisive della Rai compirono 60 anni e quelle radiofoniche 90. Su Rai 1 andò in onda una puntata speciale di Techetechetè per festeggiare il sessantenario. Inoltre il TG1 e il TG3 iniziarono a trasmettere in 16:9 e in HD.
Nel 2015 venne lanciato il nuovo portale Rai dedicato ai giovani. Il 23 luglio il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, annunciò il lancio di tre nuove reti radiofoniche, Rai Radio 6 Teca, Radio 7 Live (dal 7 settembre) e Rai Radio 8 Opera (dal 6 agosto), e il cambio di nome di altre due reti: Rai Radio FD4 sarebbe diventata Rai Radio 4 Light e Rai Radio FD5 sarebbe diventata Rai Radio 5 Classica. Le radio vennero rese disponibili sul DAB+, sul satellite (tivùsat) e sul sito web della Rai.[44]
Nel 2016 vengono ristrutturati e ammodernati gli studi radiofonici e le sale di via Asiago 10 e del centro di produzione di Saxa Rubra: regie video, ledwall e apparati tecnologici all'avanguardia danno vita alle nuove dirette “radiotelevisive” sul web.
Nel 2016 entrò in vigore la nuova riscossione del "canone RAI", accorpato nella bolletta elettrica; il provvedimento governativo era stato introdotto nella legge di stabilità 2016.[45] Dal 1º maggio Rai Yoyo, Rai 5 e Rai Storia furono le prime reti televisive italiane a trasmettere senza interruzioni pubblicitarie. Il 28 maggio venne cancellata, dopo 62 anni, la figura della signorina buonasera. In occasione dei XXXI Giochi olimpici di Rio de Janeiro, la Rai offre una copertura con tre canali televisivi in HD (Rai 2 e i canali Rai Sport) disponibili su DTT, Sky e Tivùsat, un sito internet e un'app che coprono ogni evento prodotto dall'OBS. Il 12 settembre 2016 andò online RaiPlay e vi furono vari cambiamenti grafici, per le prime quattro reti, e ai canali disponibili: partì Rai 5 HD, Rai Sport 2 HD terminò la programmazione e le versioni in HD dei tre canali generalisti arrivarono anche sul digitale terrestre.
Il 1º gennaio 2017 fu abbandonato il segnale orario (solo in TV), in quanto, a causa del nuovo segnale digitale, la cui trasmissione avviene via satellite, l'orario arriverebbe con un ritardo di due secondi, non garantendo dunque una certa precisione nel conteggio dei minuti.[46] Il 4 gennaio si ampliò l'offerta televisiva in HD attraverso la piattaforma Tivùsat: furono attivati Rai News 24 HD, Rai Storia HD, Rai Scuola HD, Rai Gulp HD e Rai Yoyo HD.[47] Il 5 febbraio fu spenta Rai Sport 2 mentre Rai Sport 1 divenne Rai Sport nella versione standard, spostandosi al canale 58. Rai Sport 1 HD, posizionato al canale 557, diventò Rai Sport + HD e passò al canale 57. Inoltre i loghi di tutte le reti vennero spostati nell'angolo superiore sinistro del teleschermo come già in uso da settembre 2016 per le prime quattro reti. Il 10 aprile si completò il restyling delle reti televisive con l'estensione a quelle tematiche ad eccezione di Rai News 24 (che avrebbe subito un restyling solo cinque anni più tardi). Il 12 giugno si inaugurò il decimo canale radio nazionale, Rai Radio Kids — che sostituiva Rai Radio 8 Opera — dedicato ai bambini dai 2 ai 10 anni senza pubblicità[48] e, contestualmente, furono rinominate Rai Radio 4 Light in Rai Radio Tutta Italiana, Rai Radio 5 Classica in Rai Radio Classica (divenuta dal 1º gennaio 2020 Rai Radio 3 Classica), Rai Radio 6 Teca in Rai Radio Techete' e Rai Radio 7 Live in Rai Radio Live (dal 2023 Rai Radio Live Napoli). Il 19 dicembre nacque RaiPlay Radio, la nuova piattaforma internet per ascoltare tramite web e app dedicata i dieci canali radio Rai.[49]
Il 14 giugno 2018, in occasione dei Campionati mondiali di calcio in Russia, nasce Rai Radio 1 Sport con un palinsesto tutto sportivo e il 21 successivo Rai Radio 2 Indie, canale dedicato alla musica rock e alternative, pop italiana e agli eventi live. I canali radiofonici della radiotelevisione pubblica italiana aumentano a 12.[50] Il 13 settembre 2018 Rai 4 esce dalla piattaforma a pagamento Sky, rimanendo visibile via satellite solo su Tivùsat. Il 27 settembre 2018 Marcello Foa viene nominato nuovo presidente della Rai.
Il CdA, con l'approvazione del budget 2019 e del piano industriale 2019/2021,[51] avvia la creazione di due nuovi comparti dell'azienda, ossia Rai Documentari e Rai Sviluppo Nuovi Formati: il primo ha lo scopo di valorizzare il genere documentario, in ottemperanza al contratto di servizio che impone di sostenere e supportare lo sviluppo dell'industria nazionale dell'audiovisivo, mentre il secondo s'inquadra invece in un progetto di stimolo alla creazione di contenuti originali e innovativi sul modello di Rai Fiction attraverso la realizzazione di prototipi e numeri zero. In ottemperanza al contratto di servizio viene anche proposto l'espansione dell'offerta con un canale in inglese (Rai English) e uno di natura istituzionale (Rai Istituzioni). Per quanto concerne la parte relativa all'informazione, il Piano si articola in tre fasi: la prima prevede il rafforzamento di un polo all-news con la creazione di una testata digitale; la seconda contiene il potenziamento della testata digitale con lo sport e l'informazione istituzionale; la terza fase realizzerà l'integrazione dei poli informativi in una newsroom di flusso pur mantenendo i brand di punta dell'informazione Rai rafforzandone la loro storica identità.[52][53] Sarà centrale il ruolo di RaiPlay, che si trasformerà in una piattaforma in grado di produrre contenuti esclusivi e nativi digitali, utilizzando le nuove tecnologie. Al riguardo, il piano prevede la creazione di una nuova struttura interna all’azienda dedicata ai nuovi format contemporaneamente al potenziamento del CRIT (Centro ricerche e innovazione tecnologiche) di Torino.[54][55]
Nel 2020, per far fronte alle difficoltà per la didattica generate dalla pandemia di COVID-19, Rai Cultura in collaborazione con il Ministero dell'istruzione lancia l'offerta didattica multimediale de La scuola non si ferma. Dal 18 dicembre vengono diffusi via satellite Eutelsat Hot Bird 13C, all'interno della piattaforma Tivùsat, tutte le 23 versioni regionali di Rai 3;[56] sempre il 18 dicembre, avviene una massiccia riorganizzazione dei trasponder Rai: dai quattro trasponder in cui la Rai trasmetteva (due in DVB-S e due in DVB-S2) ne rimangono tre (uno in DVB-S e due in DVB-S2).
Il 20 ottobre 2021 comincia la prima fase della transizione alla nuova TV digitale terrestre. I canali tematici (Rai 4, Rai 5, Rai Movie, Rai Premium, Rai Storia, Rai Sport, Rai Scuola, Rai Gulp e Rai Yoyo) vengono convertiti al formato MPEG-4. Inoltre, Il Mux 2 viene dismesso e i servizi vengono trasferiti sui due rimanenti multiplex nazionali.
Il 14 dicembre 2021, in seguito a una riorganizzazione delle frequenze, vengono eliminate da Tivùsat le versioni standard Rai 4, Rai 5, Rai Movie, Rai Premium, Rai Storia, Rai Sport, Rai Scuola, Rai Gulp e Rai Yoyo, che rimangono dunque visibili solo in HD; di conseguenza anche su Sky approdano Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai Gulp, Rai Sport, Rai News 24, Rai Scuola e Rai Storia in alta definizione al posto delle versioni standard.
Nel 2022 la Rai organizzò la 66ª edizione dell'Eurovision Song Contest, tenutosi nel PalaOlimpico di Torino; nello stesso anno il CdA ha deliberato all'unanimità l'attuazione del modello organizzativo per Generi.[57]
Il contratto di servizio del 3 ottobre 2023 prevede che la RAI dal 10 gennaio 2024 dedichi uno dei suoi tre multiplex alle trasmissioni in DVB-T2.[58]
Dal 28 agosto 2024 entra in funzione il digitale terrestre di seconda generazione (DVB-T2) in Italia con la conversione del Mux B.[59][60] I canali Rai Storia, Rai Scuola e Rai Radio 2 Visual diventano visibili esclusivamente in DVB-T2 passando con l'occasione all'alta definizione, mentre i canali Rai 1 HD, Rai 2 HD e Rai 3 HD nazionale, Rai 4 HD, Rai News 24 HD e Rai Premium HD vengono diffusi anch'essi in alta definizione in DVB-T2, rimanendo comunque visibilli anche in DVB-T, con Rai 4, Rai News 24 e Rai Premium sempre in definizione standard[61].
La società presenta sei aree operative principali.[62]
Logo | Nome | Data di lancio | LCN | Streaming | ||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Digitale terrestre | Tivùsat | Sky Italia | RaiPlay | Rai TV+ | RaiPlay Movie | |||
Rai 1 | 3 gennaio 1954 | 1 HD e 501 HD HEVC | 1 HD | 101 HD | ||||
Rai 2 | 4 novembre 1961 | 2 HD e 502 HD HEVC | 2 HD | 102 HD | ||||
Rai 3 | 15 dicembre 1979 | 3 HD/SD 103 HD e 503 HD HEVC |
3 HD | 103 HD | ||||
Rai 4 | 14 luglio 2008 | 21 HD HEVC/SD 521 HD (HbbTV) |
10 HD | |||||
Rai 5 | 26 novembre 2010 | 23 SD 523 HD (HbbTV) |
13 HD | |||||
Rai Movie | 1º luglio 1999 | 24 HD 524 HD (HbbTV) | 14 HD | |||||
Rai Premium | 31 luglio 2003 | 25 HD HEVC/SD 525 HD (HbbTV) |
15 HD | |||||
Rai Gulp | 1º giugno 2007 | 42 SD 542 HD (HbbTV) |
42 HD | 807 HD | ||||
Rai Yoyo | 1º novembre 2006 | 43 SD 543 HD (HbbTV) |
43 HD | |||||
Rai News 24 | 26 aprile 1999 | 48 HD HEVC/SD 548 SD |
24 HD | 508 HD | ||||
Rai Storia | 2 febbraio 2009 | 54 HD HEVC 554 HD (HbbTV) |
23 HD | 805 HD | ||||
Rai Sport | 1º febbraio 1999 | 58 HD 558 HD (HbbTV) | 21 HD | 227 HD | ||||
Rai Scuola | 19 ottobre 2009 | 57 HD 146 HD (HbbTV) | 26 HD | 806 HD | ||||
Rai Radio 2 Visual | 28 settembre 2020 | 202 HD HEVC | 202 HD |
Logo | Nome | Data di lancio | Disponibilità | Streaming | |
---|---|---|---|---|---|
Satellite | RaiPlay | Rai TV+ | |||
Rai Italia | 1º gennaio 1992 | ||||
Rai World Premium | 6 maggio 2013 |
Logo | Nome | LCN | Streaming | ||
---|---|---|---|---|---|
Digitale terrestre | Tivùsat | RaiPlay | Rai TV+ | ||
Rai 3 TGR Abruzzo | 3 e 816 HD/SD | 316 SD | |||
Rai 3 TGR Alto Adige | 3 e 806 HD/SD | 306 SD | |||
Rai 3 TGR Basilicata | 3 e 820 HD/SD | 320 SD | |||
Rai 3 TGR Calabria | 3 e 821 HD/SD | 321 SD | |||
Rai 3 TGR Campania | 3 e 818 HD/SD | 318 SD | |||
Rai 3 TGR Emilia-Romagna | 3 e 811 HD e HD/SD | 311 SD | |||
Rai 3 TGR FVG | 3 e 809 HD/SD | 309 SD | |||
Rai 3 Bis | 3 e 810 HD/SD | 310 SD | |||
Rai 3 TGR Lazio | 3 e 815 HD e HD/SD | 315 SD | |||
Rai 3 TGR Liguria | 3 e 803 HD/SD | 303 SD | |||
Rai 3 TGR Lombardia | 3 e 804 HD e HD/SD | 304 SD | |||
Rai 3 TGR Marche | 3 e 813 HD/SD | 313 SD | |||
Rai 3 TGR Molise | 3 e 817 HD/SD | 317 SD | |||
Rai 3 TGR Piemonte | 3 e 802 HD | 302 SD | |||
Rai 3 TGR Puglia | 3 e 819 HD/SD | 319 SD | |||
Rai 3 TGR Sardegna | 3 e 822 e 503 HD/SD | 322 SD | |||
Rai 3 TGR Sicilia | 3 e 823 HD/SD | 323 SD | |||
Rai 3 TGR Toscana | 3 e 812 HD/SD | 312 SD | |||
Rai 3 Südtirol | 3 e 808 HD | 308 HD | |||
Rai 3 TGR Trentino | 3 e 807 HD/SD | 307 SD | |||
Rai 3 TGR Umbria | 3 e 814 HD/SD | 314 SD | |||
Rai 3 TGR Valle d'Aosta | 3 e 801 HD/SD | 301 SD | |||
Rai 3 TGR Veneto | 3 e 805 HD/SD | 305 SD |
Dal 18 dicembre 2020 i due canali Rai 3 TGR Südtirol (Rai Südtirol) e Rai 3 TGR Friulanija Julijska Krajina (Rai 3 BIS) sono visibili su tutto il territorio nazionale tramite la piattaforma satellitare Tivùsat, rispettivamente alle numerazioni LCN 308 e 310. Sono trasmesse in definizione standard ma visibili solo con dispositivi abilitati alla ricezione di canali in alta definizione.
Sul portale RaiPlay sono disponibili i canali RaiPlay Sport, che vengono attivati in caso di eventi sportivi di particolare importanza.
Nei primi anni di trasmissione regolare, i programmi partivano intorno alle 17:30 e si concludevano verso le 23:30 (fino al 1957 vi era una pausa nella fascia oggi definita 'preserale'). Nei giorni festivi l'inizio era anticipato alle 11:00, con un'interruzione dalle 12:00 alle 15:00 circa.
Dal 15 gennaio 1968 le trasmissioni del Programma Nazionale cominciarono verso le 12:30, ad eccezione della domenica, in cui l'orario di inizio era anticipato alle 11:00. I programmi venivano sospesi dalle 14:00 alle 17:00 e proseguivano sino alle 23:30 circa. Nelle estati dal 1961 al 1980 la pausa pomeridiana durava fino alle ore 18:15 (nell'estate 1975 fino alle ore 18:30, a meno che non venissero trasmessi particolari eventi). Durante il periodo dell'austerity (tra dicembre 1973 e buona parte del 1974), indetto dal Governo Italiano, le trasmissioni si concludevano entro le ore 23:00.
Tale orario di chiusura era valido anche per il Secondo Canale, dove i programmi andavano tuttavia in onda dalle 21:00 fino al 1967, quando l'orario di inizio trasmissioni fu anticipato attorno alle ore 18:00, con una pausa tra le ore 19:30 e le 21:00. Dalla primavera del 1971 fino al 1973 le trasmissioni furono posticipate alle ore 21. Dal 1973 all'autunno del 1976 l'orario fu nuovamente anticipato a un orario variabile tra le ore 18:00 e le 19:00. Dal 25 ottobre 1976 l'orario fu anticipato alle ore 12:30, con una pausa dalle ore 14:00 alle 17:00 (tranne nelle estati 1977 - 1980 dove la pausa durava fino alle 18:15).
Durante i primi anni di trasmissione, i programmi della Rete 3 iniziavano intorno alle 18:30 e si concludevano verso le 22:30. Successivamente l'orario si uniformò a quello degli altri due canali.
A cominciare dai primi anni ottanta ci furono diversi cambiamenti. Il primo fu l'eliminazione della pausa fra le 14:00 e le 17:00, avvenuta ufficialmente il 5 ottobre 1980 (eccetto nelle estati del 1981 e del 1982, dove ancora vigeva la pausa pomeridiana, stavolta però fino alle ore 17). L'orario di chiusura fu fissato per l'una di notte (rimanendo sostanzialmente invariato nel corso del tempo), quello di apertura fu inizialmente confermato alle 12:30, salvo la domenica in cui fu anticipato alle 10:00. A partire dal 3 ottobre 1983, l'inizio delle trasmissioni nei giorni lavorativi fu fissato per le 12:00 con l'avvio del programma Pronto Raffaella? condotto da Raffaella Carrà. Il 22 dicembre 1986, con l'introduzione delle fasce mattutine, Rai 1 anticipò l'inizio delle trasmissioni alle 7:00. Questo cambiamento interessò anche Rai 2 che, a partire dal 26 ottobre 1987, anticipò il proprio orario di apertura delle trasmissioni alle 8:00. Rai 3, che inizialmente aveva gli stessi orari del secondo canale, vide variare gli orari di inizio di programmi negli anni successivi. Nel 1991, in occasione della prima guerra del Golfo, venne per la prima volta adottata la programmazione 24 ore su 24, che prese definitivamente il sopravvento il 21 dicembre 1991.
Durante queste pause veniva trasmesso il monoscopio. Il primo che venne utilizzato era in bianco e nero, ideato da Fulvio Brugia, basato sul monoscopio RCA e rielaborato dal grafico pubblicitario Erberto Carboni, lo stesso che creò il logo Rai anni ‘50 a lettere squadrate, inizialmente solo per la radio, e che poi aggiunse nel 1954 le due lettere TV sovrapposte. Successivamente, con le sperimentazioni televisive a colori, venne sostituito da un monoscopio a colori, il Philips PM5544. Quest'ultimo è stato proposto fino al 23 giugno 2012 nelle pause notturne che la Rai operava una volta alla settimana (il primo martedì del mese su Rai 1, il secondo martedì del mese su Rai 2 e il terzo venerdì del mese su Rai 3). L'immagine era accompagnata da una nota continua: un sol a 384 Hz per il monoscopio RCA, e a 400 Hz per il monoscopio Philips PM5544, che si alternava con una voce di una donna o con della musica. La terza rete televisiva, all'epoca, proponeva anche il monoscopio della sede regionale: si trattava sempre del Philips PM5544, ma che recava nella barra sottostante l'identificazione della sede di trasmissione.
L'apertura e la chiusura delle trasmissioni erano annunciate tramite apposite sequenze di sigle, occasionalmente realizzate da grafici e musicisti di fama nazionale e internazionale. Queste sigle, ambientate su un cielo nuvoloso, erano basate sui movimenti di un traliccio costituito dall'incrocio di diverse linee, disegnato dallo scenografo Tito Varisco.
Per tutte le tre sigle la grafica fu realizzata e curata da Erberto Carboni. Esse vennero sostituite il 27 gennaio 1986 da una nuova grafica computerizzata accompagnata da un frammento di 30 secondi del Canto degli Italiani arrangiato elettronicamente; quest'ultima sigla fu mantenuta in uso fino al 23 giugno 2012, subendo solo due aggiornamenti nel 1988, con l'inserimento del nuovo logo aziendale e del tricolore all'interno di esso, e nel 1990, quando fu cambiato l'orientamento delle strisce del tricolore da orizzontale a verticale. Durante la sospensione, al monoscopio si alternava un messaggio di avviso su sfondo blu con scritto Le trasmissioni riprenderanno/inizieranno alle ore…, seguita dall'orario di ripresa delle trasmissioni.
I canali Rai vengono diffusi attraverso la televisione digitale terrestre, tramite satelliti, in streaming attraverso una piattaforma dedicata e, all'estero, anche via cavo, attraverso accordi commerciali stipulati con le singole piattaforme televisive. La programmazione completa, tuttavia, è disponibile solo ai cittadini italiani, della Repubblica di San Marino e della Città del Vaticano (se residenti fuori dall'Europa ciò avviene attraverso Rai Italia), in quanto Rai non dispone dei diritti per la diffusione di alcuni programmi all'estero. Tale programmazione, che comprende soprattutto film, serie TV e cartoni animati, viene quindi criptata o resa a pagamento. Per questo motivo, la diffusione in digitale terrestre e in streaming (tramite RaiPlay) è disponibile solo in Italia, San Marino e Vaticano.
La diffusione satellitare avviene principalmente in Europa attraverso la piattaforma Tivùsat (Hot Bird 13° est) e, limitatamente a Italia, Francia, Austria, Svizzera e Slovenia, anche su Eutelsat (5° ovest). Su Tivùsat è presente l’intera offerta Rai in HD, ma solo alcuni canali in HD sono ricevibili anche dagli altri cittadini europei (Rai 1 HD, Rai 2 HD, Rai 3 HD, Rai Gulp HD, Rai News 24 HD, Rai Sport HD, Rai Storia HD e Rai Scuola HD) (alcuni programmi vengono comunque criptati). Su Eutelsat sono invece liberamente ricevibili tutti i canali in SD, con in aggiunta tutte le versioni regionali di Rai 3, e quattro canali in HD. La Rai diffonde anche su altri satelliti fuori dall'Europa, solitamente a pagamento.
La diffusione via cavo avviene principalmente fuori dall'Europa (ad eccezione di Svizzera, Germania e Paesi Bassi), e a differenza delle altre modalità di trasmissione è sempre a pagamento. Inoltre, con questa modalità vengono diffusi solitamente solo i tre canali principali (Rai 1, Rai 2, Rai 3) oppure il bouquet Rai Italia.
Dall'11 settembre 2022 sono stati definitivamente spenti tutti i ripetitori in AM, pertanto, da tale data, non è più possibile ascoltare programmi radiofonici di Rai in quella banda.[63]
Logo | Nome | Data di lancio | Diffusione | LCN | Streaming | |||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
FM | DAB+ | Via cavo | iTunes | Digitale terrestre | Tivùsat | Sky Italia | RaiPlay | RaiPlay Sound | Rai TV+ | |||
Rai Radio 1 | 6 ottobre 1924 | 701 | 601 | 8820 | ||||||||
Rai Radio 2 | 21 marzo 1938 | 202[64], 702 | 202[64], 602 | 8822 | [64] | |||||||
Rai Radio 3 | 1º ottobre 1950 | 703 | 603 | 8824 | ||||||||
Rai Gr Parlamento | 5 gennaio 1998 | 704 (HbbTV) | 605 | 8830 | ||||||||
Rai Radio 3 Classica | 1º dicembre 1958 | [65] | 706 (HbbTV) | 607 | 8826 | |||||||
Rai Radio Kids | 12 giugno 2017 | 707 (HbbTV) | 639 | 8831 | ||||||||
Rai Radio Live Napoli | 24 ottobre 2015 | 708 (HbbTV) | 640 | 8833 | ||||||||
Rai Radio Tutta Italiana | 1º dicembre 1958 | 710 (HbbTV) | 637 | 8828 | ||||||||
Rai Radio Techete' | 7 settembre 2015 | 709 (HbbTV) | 638 | 8835 | ||||||||
Rai Radio 1 Sport | 14 giugno 2018 | 711 (HbbTV) | 606 | 8825 | ||||||||
No Name Radio | 16 dicembre 2022 | 712 (HbbTV) | 636 | 8829 | ||||||||
Rai Isoradio | 23 dicembre 1989 | [65] | 705 (HbbTV) | 604 | 8834 |
Il canale Rai Radio Trst A e il programma transfrontaliero L'Ora della Venezia Giulia, dapprima irradiati in onda media rispettivamente sui 981 e 936 kHz, dopo la dismissione della programmazione su questa banda, si possono ascoltare in chiaro dal 10 settembre sul satellite 13.0°E Hot Bird 13C frequenza 11766,00 MHz polarizzazione verticale, SR 29.900 FEC 3/4[66]
Logo | Nome | Data di lancio | Diffusione | LCN | Streaming | |||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
FM | DAB+ | Via cavo | iTunes | Digitale terrestre | Tivùsat | Sky Italia | RaiPlay | RaiPlay Sound | Rai TV+ | |||
Rai Radio Südtirol | 7 febbraio 1966 | 619 | (streaming dai relativi siti) | |||||||||
Rai Radio Trst A | 5 febbraio 1944 | 642 | ||||||||||
Rai Radio 1 L'Ora della Venezia Giulia | 1931 | 641 |
Logo | Nome | Data di lancio | Descrizione |
---|---|---|---|
TG1 | 15 marzo 1976 | Notiziario in onda su Rai 1. | |
TG2 | Notiziario in onda su Rai 2. | ||
TG3 | 15 dicembre 1979 | Notiziario in onda su Rai 3. | |
TGR | Produce notiziari e programmi d'informazione in onda su Rai 3, Rai 3 BIS FJK, Rai Radio 1 e Rai Radio Trst A. | ||
Rai News | 1º dicembre 2013 | Realizza e produce il canale televisivo Rai News 24, il relativo sito internet (in collaborazione con le altre testate Rai) e Televideo. | |
Rai Sport | 4 agosto 1997 | Segue gli eventi sportivi con notiziari e programmi diffusi sui tre canali televisivi generalisti, Rai News 24 e sull'omonimo canale tematico. | |
Rai Parlamento | 27 settembre 1993 | Realizza programmi di natura parlamentare, sia televisivi sia radiofonici, che vengono trasmessi sui tre canali TV generalisti e su Rai Radio 1. | |
Rai Giornale Radio | 29 ottobre 1929 | Cura i notiziari di Rai Radio 1, Rai Radio 2, Rai Radio 3, Rai Isoradio e delle radio specializzate e gestisce il palinsesto di Rai Gr Parlamento. |
Il Centro di coordinamento informazioni sulla sicurezza stradale "viaggiare informati" è un servizio di pubblica utilità della Rai nato nel 1990. Realizza notiziari informativi sul traffico sia per la TV, su Rai News 24, sia per la radio, Rai Radio 1, Rai Radio 2, Rai Radio 3, con Onda Verde, e Rai Isoradio. Con l'autoradio dotata dell'RDS-TA e RDS-TP è possibile, mentre si ascolta un altro programma o una registrazione, ottenere il passaggio automatico dei notiziari Onda Verde a condizione che le funzioni RDS TA e TP siano attivate.
Servizio con un numero elevato di informazioni tramite teletext trasmesso su tutte le reti televisive diffuse sul DTT che satellite (sia SD sia HD).
Su Rai 3 alcune pagine del Televideo sono a carattere regionale realizzate dalle rispettive sedi regionali.