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Akrai

città della Sicilia antica e sito archeologico nel comune italiano di Palazzolo Acreide (SR) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Akrai fu una sub-colonia greca edificata in Sicilia nel 663 a.C. dai Siracusani.[1] Sorgeva nei pressi dell'attuale Palazzolo Acreide.[2]

Fatti in breve Akrai Acrae, Acre, Civiltà ...
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Storia

Riepilogo
Prospettiva

Akrai fu la prima colonia di Siracusa, fondata da Corinzi giunti nei territori siciliani;[2] dopo Akrai, sita nei pressi di Pantalica, ci furono Casmene (avamposto militare sul monte Lauro), fondata nel 643 a.C., Akrillai (sulla strada per Gela) e Kamarina, la più lontana delle colonie, fondata nel 598 a.C.[1][3]

Costruita in cima ad un colle, Akrai era difficilmente attaccabile e al tempo stesso costituiva un punto ideale per vigilare sui territori circostanti.[2] Grazie all'importanza della sua posizione strategica, la città si sviluppò fino a raggiungere il massimo splendore sotto il regno di Gerone II (275 a.C.-215 a.C.). Fedele a Siracusa, ebbe però vita politica, amministrativa e militare autonome, al punto che un suo esercito intercettò quello di Nicia (421 a.C.) nel Val di Noto o nella Valle dell'Anapo e contribuì alla sua sconfitta.

Nel 211 a.C., dopo la caduta di Siracusa, passò a far parte della provincia romana, assumendo il nome latino Acrae; in seguito passò sotto il dominio bizantino fino all'invasione araba.

La cittadina fu completamente distrutta dagli Arabi nell'827 e il sito, rimasto abbandonato, pian piano venne ricoperto da terriccio e vegetazione spontanea scomparendo alla vista e venendo dimenticato per quasi otto secoli.

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Scavi

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Il Bouleuterion

Il primo studioso a individuare il sito della città scomparsa fu nel XVI secolo lo storico siciliano Tommaso Fazello;[2] ma fu il barone Gabriele Iudica,[2] che all'inizio del XIX secolo intraprese i primi scavi archeologici nel sito di Akrai[2] e descrisse le sue ricerche nel libro Le antichità di Acre, pubblicato con la data del 1819.[4]

Gli scavi successivi della città arcaica hanno riportato alla luce il Teatro, di piccole dimensioni, ma in ottimo stato di conservazione; la scoperta fu annunciata da Gabriele Iudica nel 1824.[5] Sulla parte posteriore sorgono due latomie, cave di pietra, denominate Intagliata e Intagliatella, della metà del IV secolo a.C.. Sul pianoro sopra la latomia dell′Intagliata si trovano i blocchi di base dell′Aphrodision, il Tempio di Afrodite, eretto nel VI secolo a.C.[2] Sul lato occidentale sorge il Bouleuterion, dove il consiglio cittadino si riuniva, scoperto sempre da Iudica nel 1820.[2] Ad est del colle sorgono i Templi Ferali dedicati al culto dei morti.

Da ricordare pure i notevoli lavori compiuti da Luigi Bernabò Brea nel secondo dopoguerra.

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Note

Bibliografia

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Voci correlate

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