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Alfredo Codacci Pisanelli

politico italiano (1861-1929) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Alfredo Codacci Pisanelli
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Alfredo Codacci Pisanelli, nato Codacci, cognome modificato per adozione, (Firenze, 7 agosto 1861Roma, 21 febbraio 1929) è stato un giurista e politico italiano.

Fatti in breve Deputato del Regno d'Italia, Legislatura ...
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Biografia

Alfredo Codacci Pisanelli nacque da Luigi Codacci, che morì pochi giorni dopo la sua nascita[1], e Bianca Naldini che, nell’aprile 1869, sposò in seconde nozze il celebre giurista e Ministro del Regno d'Italia, Giuseppe Pisanelli, che lo adottò per testamento[2].

Laureatosi in Giurisprudenza nel 1883 a Napoli e specializzatosi l'anno successivo a Berlino[1], nel 1885, appena ventiquattrenne, cominciò la sua carriera universitaria che lo vide docente presso le università di: Camerino, Pavia, Pisa e Roma. Si distinse come intellettuale reazionario, specialmente per la sua opera del 1891, "Il dogma della Sovranità popolare" che egli, per l'appunto, rifiutava[3].

Fu deputato del Regno per otto legislature, dal 1897 al 1929, militando nelle file della Destra storica e aderendo poi al fascismo[4]. Fu Sottosegretario di Stato al Tesoro, una prima volta dal 28 dicembre 1904 al 31 marzo 1905, e poi di nuovo dal 13 febbraio al 31 maggio 1906 e Sottosegretario di Stato all’Agricoltura Industria e Commercio dal 14 dicembre 1909 al 2 aprile 1910[2].

Suo figlio, Giuseppe, è stato deputato e ministro della Repubblica italiana.

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Opere

  • L’Azione popolare, 1887
  • Legge e Regolamento, 1891
  • Il dogma della Sovranità popolare, 1891
  • L’eccesso di potere nel Contenzioso Amministrativo, 1892
  • Scritti di Diritto pubblico, 1900
  • Lezioni di Diritto amministrativo, 1901
  • Lezioni di scienza dell’amministrazione, 1928

Note

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