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Giuseppe Codacci Pisanelli
insegnante e politico italiano (1913-1988) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Giuseppe Codacci Pisanelli (Roma, 28 marzo 1913 – Roma, 2 febbraio 1988) è stato un politico e giurista italiano, più volte deputato e ministro. Fu rettore dell'Università degli Studi di Lecce.
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Biografia
Riepilogo
Prospettiva

Figlio di Alfredo Codacci Pisanelli, docente di diritto all'università di Roma, liberale, deputato del Regno e sottosegretario[1] e nipote di Giuseppe Pisanelli, insigne giurista e Ministro di grazia e giustizia del Regno d'Italia. Conseguì la laurea in giurisprudenza e in scienze politiche e divenne libero docente in Diritto Amministrativo nel 1940 all'università di Macerata, Capitano di cavalleria durante la seconda guerra mondiale e nel 1943, entrato in magistratura, fu uditore al tribunale di Roma e pretore di Tricase. Nel 1944 entrò come volontario nell'Esercito Cobelligerante Italiano e fu inviato come osservatore per l'Italia al processo di Norimberga[2]. Nel 1946 tornò all'insegnamento all'università di Roma e nel 1953 all'università di Bari.
Fu rettore del Consorzio Universitario Salentino dal 1955 al 1976, e restando direttore dell'Istituto di Scienze Giuridiche ed Economiche.[3]
Attività politica
Nel 1946 fu eletto all'Assemblea costituente per la Democrazia Cristiana nella circoscrizione di Lecce.[4] Fu più volte deputato dalla I alla IV legislatura (1948-1968). Fu brevemente ministro della difesa nell'8º gabinetto De Gasperi (1953), presidente dell'Unione Interparlamentare (1957-1962). Nel 1954 è segretario provinciale della DC di Lecce e commissario di quella di Bari[5]. Dal 1958 al 1960 fu vicepresidente della commissione esteri della Camera. Poi divenne ministro per i rapporti con il Parlamento nei governi Fanfani III e IV (luglio 1960 - giugno 1963) e Leone (giugno - dicembre 1963).[6]
Fu, dal 1962 al 1968, sindaco di Tricase, nel Salento, dal quale proviene la sua famiglia: suo era stato il progetto della Regione Salento, proposto invano alla Costituente nel dicembre 1946[7].
Non rieletto alla Camera nel 1968, vi ritornò ancora nella VI legislatura (1972-1976)
Nel 1979 fu candidato per la lista della Democrazia Cristiana alle elezioni europee per l'Italia meridionale e fu il primo dei non eletti.
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Incarichi parlamentari e di governo
Assemblea costituente
- Membro della Commissione per la Costituzione
- Membro della Seconda sottocommissione
Camera dei deputati
- Presidente della Commissione speciale per la ratifica dei decreti legislativi emanati nel periodo della Costituente (1951 - 1953)
- Presidente della Giunta per le elezioni (1953)
- Presidente della Commissione speciale per l'esame delle proposte di legge costituzionali Aldisio e Li Causi nn.2406 e 2810 concernenti l'Alta Corte per la Regione Siciliana e la Corte Costituzionale (1957 - 1958)
- Presidente della Commissione speciale per l'esame delle proposte di legge nn. 82 e 945 e della proposta di inchiesta parlamentare n. 1797, concernenti le abitazioni della gente rurale (1959 - 1960)
Governo

- Ministro della Difesa del Governo De Gasperi VIII (1953)
- Ministro per i rapporti con il Parlamento del Governo Fanfani III (1960 - 1962)
- Ministro per i Rapporti col Parlamento del Governo Fanfani IV (1962 - 1963)
- Ministro per i Rapporti col Parlamento del Governo Leone I (1963)
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Pubblicazioni
- L'annullamento degli atti amministrativi, Milano, Giuffrè, 1939
- L'invalidità come sanzione di norme non giuridiche, Milano, Giuffrè, 1940
- Analisi delle funzioni sovrane, Milano, Giuffrè, 1946
- Ampiezza del concetto di novazione, Milano, Giuffrè, 1950
- Parlements, Parigi, Presses Universitaires de France, 1961
- Diritti quesiti, vol. I, Bari, Laterza, 1976
Onorificenze
«Ufficiale addetto alla propaganda presso il comando di una grande unità, durante un intenso ciclo operativo di oltre quaranta giorni di dura lotta, si prodigava con ogni mezzo fra le truppe in linea, portandosi, sotto il fuoco avversario, durante i combattimenti, fino alle posizioni più avanzate. Spesso, durante la sua missione, assolveva anche rischiosi e delicati compiti di collegamento ed accompagnava e guidava reparti sulle prime linee, incitando con le parole e con l'esempio alla lotta.»
— Fronte Marmarico (A.S.)
— 18 novembre - 31 dicembre 1941[8]
— Fronte Marmarico (A.S.)
— 18 novembre - 31 dicembre 1941[8]
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Note
Altri progetti
Collegamenti esterni
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