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Alseidi

ninfe dei piccoli alberi nella mitologia greca Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Nella mitologia greca, le alseidi (in greco antico: Ἀλσηΐδες?, Alsēḯdes) sono le ninfe delle radure e dei boschetti, che terrorizzavano i viandanti che attraversavano le loro selve.

Etimologia

Il termine deriva dal greco antico Ἀλσηΐδες (Alsêides) che significa "abitante dei boschi", riferito dunque all'essenza della ninfa. Questa parola deriva dalla forma ἄλσος (álsos) che ha come primo significato "bosco sacro" e poi, per estensione, qualsiasi luogo sacro o consacrato. Questa etimologia coglie appieno l'idea del sacro e della dimensione divina che i Greci vedevano nella natura.

Nel mito

Le alseidi apparivano sotto forma di giovani e bellissime ragazze, alle quali nessun uomo poteva resistere. Vi erano, però, alcune ninfe "buone", come viene raccontato dal mito di Eracle, le quali con filtri magici - composti prevalentemente dalle foglie di alcune piante utili per guarire ferite o traumi, anche psicologici - donavano protezione e passione ai forestieri. Le più famose erano Callisto e la sorella più piccola Antea, legate sentimentalmente ad Artemide, dea della caccia.

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Nella letteratura

Tra gli scrittori classici, il primo e forse l'unico poeta a fare riferimento alle alseidi è Omero. Tuttavia, invece di alseide, egli utilizza il termine alsea:

«Né vi mancò dei Fiumi nessuno, l’Ocèano tranne,

né delle Ninfe, ch’ànno soggiorno tra i floridi boschi (ἄλσεα álsea),
nelle sorgive linfe dei fiumi (πηγαὶ ποταμῶν pēgaí potamôn), nei pascoli erbosi (πίσεα ποιήεντα písea poiēenta).[1]»

«Stavano dentro le stanze frattanto al lavoro le ancelle.

Erano quattro, che tutte compiean le faccende di casa.
Erano [le ninfe] figlie tutte dei boschi (ἄλσεα álsea), dei fonti, dei fiumi (ποταμοί potamoí)
sacri, che verso il mare travolgon la copia dei flutti.[2]»

Note

Collegamenti esterni

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