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Andrea Scacciati

pittore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Andrea Scacciati
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Andrea Scacciati (Firenze, 12 agosto 1642Firenze, 6 giugno 1710) è stato un pittore italiano, specializzato in nature morte.

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Autoritratto
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Vaso di fiori con pappagallo, 1700, Prato

Biografia

Riepilogo
Prospettiva

Figlio di Domenico Scacciati e di Angiola Giannozzi, nacque nel popolo di Santa Lucia sul Prato. Fu iniziato alla pittura nelle botteghe di Mario Balassi prima, e di Lorenzo Lippi poi, dove fu avviato assieme a Bartolomeo Bimbi allo studio "dal naturale" di tutte le qualità di fiori, per un genere che stava prendendo campo anche a Firenze in quegli anni, su impulso dei Medici.

Si immatricolò all'Accademia delle Arti del Disegno nel 1668[1], e subito fu protetto dalla granduchessa Vittoria della Rovere, che gli commissionò opere fino al 1677. In seguito si trasferì a Livorno, dove lavorò per il generale Alessandro dal Borro e per alcuni collezionisti inglesi (opere non identificate), poi per i Verzoni di Prato, per i marchesi Gerini. In queste opere degli anni '70 dimostrò di aver assimilato rapidamente lo stile di pittori olandesi presenti nelle raccolte fiorentine (Matthias Withoos, Jan Davidsz. de Heem, Otto Marseus van Schrieck), ma anche dei contemporanei dipinti floreali romani e napoletani.

Collaborò con vari artisti per la parte floreale di opere di figure, tra cui Pier Dandini, Onorio Marinari, Giovanni Cinqui e Simone Pignoni.

In un periodo più maturo della sua attività si accostò maggiormente al gusto barocco romano, ispirandosi a Mario de' Fiori e Giovanni Stanchi, sebbene mantenesse sempre una certa chiarezza compositiva di gusto toscano. Nella fase più tarda guardò al collega Bartolomeo Bimbi, tanto che inizia in quel periodo ad essere difficile attribuire le opere all'uno o all'altro, con figure di animali, frutta e fiori poste in uno sfondo tridimensionale dalla cromia ombrosa, su cui spiccano i soggetti per contrasto luminoso, eseguiti con un tratto a volte sfrangiato, per ottenere effetti di particolare vividezza e dettaglio.

Tipiche del suo repertorio sono le composizioni floreali con pappagalli, in cui si sono volute leggere accezioni allegoriche e morali, ma che forse sono solo una concessione al gusto esotico delle novità provenienti dal Nuovo Mondo. Tra le meglio riuscite, la coppia nelle collezioni della galleria di Palazzo Alberti a Prato.

Morì a Firenze nel 1710 e fu inumato nella Compagnia di San Benedetto Bianco in Santa Maria Novella, di cui fece parte. Suo figlio Pietro Neri e il nipote Andrea II furono anche loro pittori di genere.

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Note

Bibliografia

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