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Antonio Carbonati
pittore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Antonio Carbonati (Mantova, 3 giugno 1893 – Roma, 22 novembre 1956) è stato un pittore italiano.

Biografia
Riepilogo
Prospettiva
Nacque a Mantova da Luigi (commerciante) e Adonina Zanfrognini.[1]
Dopo aver conseguito il diploma di ragioniere nel 1911[1], fu assunto dall'Amministrazione provinciale di Mantova che abbandonò dopo 4 mesi per dedicarsi completamente all'arte.[2] Vinse infatti una borsa di studio che gli permise di iscriversi al corso di pittura dell'Accademia di Belle Arti di Verona[1].
Dopo essere passato all'Accademia di Belle Arti di Venezia, alla cattedra di Ettore Tito, si perfezionò a Roma con Giulio Aristide Sartorio che lo volle a collaborare nella creazione del cosiddetto Fregio del Parlamento a Palazzo Montecitorio.[2]
Nell'autunno 1914, partecipò all'Esposizione Nazionale di Belle Arti a Brera.[1]
Stabilitosi a Roma si dedicò alla pittura utilizzando esclusivamente la tecnica dell'acquaforte, che utilizzava con esperienza[3] e con grande attenzione al dettaglio e ai particolari.[4] Dal 1916 al 1919 realizzò 30 scorci della città, in seguito acquistati dal comune[5]. Nel 1919 si recò a Parigi dove realizzò una serie di acqueforti[1] acquisite per essere esposte al Museo Carnavalet[senza fonte].
In quel periodo partecipò a numerose mostre internazionali e sue opere furono esposte in musei di tutto il mondo, tra cui Los Angeles, Madrid e Parigi[1].
Dopo essere rientrato in Italia, dal 1921 realizzò una serie di dipinti rappresentanti scorci delle più importanti città italiane. A Parigi gli venne assegnata una medaglia d'oro, nel 1925, all'Esposizione internazionale alla quale partecipò con delle sue opere.
Nel 1932 alcune sue opere furono acquistate dalla Biennale di Venezia.[6] Nel 1933 diversi disegni di Carbonati furono pubblicati sul Corriere della Sera.[7][8][9][10]
Partecipò alla Mostra di arte italiana dal 1800 a oggi[11], tenuta a Berlino nel 1937 e tra il 1938 e il 1939 eseguì a Trieste una serie di acqueforti riproducenti la Raffineria Aquila di Trieste, attualmente conservate ed esposte al Museo Fisogni.
Partecipò alle prime sette edizioni della Quadriennale di Roma[12].
Morì a Roma nel 1956 per una trombosi cerebrale, all'età di 63 anni.[13]
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Premi[1]
- Premio dell'Incisione (Società Francesco Francia), Bologna
- Premio dell'Incisione (Prima Esposizione Biennale d'Arte), Napoli
- Medaglia d'Oro (Esposizione Internazionale d'Arte decorativa), Parigi
- Premio Vincenzo Stanga (Esposizione di Brera), Milano
- Premio della Confederazione dell'Industria, Biennale di Venezia
Note
Altri progetti
Collegamenti esterni
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