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Armando Angelini

politico e avvocato italiano (1891-1968) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Armando Angelini
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Armando Angelini (Seravezza, 31 dicembre 1891Seravezza, 17 aprile 1968) è stato un politico e avvocato italiano.

Fatti in breve Ministro per la riforma della pubblica amministrazione, Durata mandato ...
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Biografia

Riepilogo
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Angelini nacque il 31 dicembre 1891 a Seravezza, in provincia di Lucca, in una famiglia relativamente agiata; si laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Pisa ed esercitò per il resto della sua vita la professione di avvocato.[1]

Già consigliere provinciale, alle elezioni politiche del 1921 viene eletto alla Camera dei deputati del Regno d'Italia per il Partito Popolare Italiano, fondato due anni prima da don Luigi Sturzo.[1]

Iscritto alla Democrazia Cristiana (DC), prese parte all'Assemblea Costituente, fu eletto alla Camera dei deputati della Repubblica Italiana nella I e II legislatura mentre nella III e nella IV legislatura invece fu senatore della Repubblica.[2]

Fu Ministro dei trasporti dal 1955 al 1960 nel I Governo Segni, nel Governo Zoli, nel II Governo Fanfani e nel II Governo Segni, e ministro per i Ministro per i rapporti con il Parlamento nel Governo Tambroni, dall'aprile al luglio 1960.[2]

In questi anni e fino al 1963 partecipa a varie Commissioni parlamentari permanenti (tra le quali Giustizia, Lavori pubblici, Trasporti e Marina mercantile). È stato inoltre presidente della Conferenza europea dei ministri dei trasporti (CEMT) e, tra il 1960 e il 1963, membro della Rappresentanza all'Assemblea unica delle Comunità europee e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia (1963).[2]

È inoltre noto per aver presentato, il 27 novembre 1953, la proposta di legge sulla "Dichiarazione di pubblica utilità e norme per l'espropriazione degli stabilimenti industriali inattivi" che porta il suo nome, e per la quale venne istituita un'apposita Commissione parlamentare.

Approvò la soppressione di molte ferrovie secondarie e tramvie, all'epoca affrettatamente catalogate come "rami secchi", a tutto vantaggio del trasporto su strada: si tratta di una linea politica di cui sono stati, in seguito, stigmatizzati[3] gli effetti a medio-lungo termine, in termini di congestione del traffico e di inquinamento atmosferico. All'indomani della tragedia di Guidizzolo propose ufficialmente l'immediata soppressione della Mille Miglia e di tutte le gare di velocità svolte su circuiti stradali. La proposta venne subito accolta e resa esecutiva dall'ACI.

Muore a Seravezza il 17 aprile 1968.[2]

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Archivio

Il fondo Armando Angelini[4], parzialmente ordinato, è attualmente conservato presso l'Archivio storico per la storia del movimento sociale cattolico lucchese.[5]

Pubblicazioni

  • Armando Angelini, Cinque anni di politica dei trasporti, Firenze, Vallecchi, 1961
  • Armando Angelini, Meno armi e meno fame nel mondo, Firenze, Olimpia, 1965
  • Armando Angelini, E le cicale continueranno a cantare, Firenze, Olimpia, 1965

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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