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Borgo Allegri

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Borgo Allegri è una strada che si trova a Firenze, tra via San Giuseppe (canto del Ramerino) e piazza dei Ciompi. È così chiamata dal nome di una famiglia che vi aveva le sue case, fuori del secondo cerchio delle mura.

Fatti in breve Nomi precedenti, Localizzazione ...
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Storia

Riepilogo
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Borgo Allegri, già via del Ramerino

Origine del nome

Il nome di "borgo" veniva dato a strade affiancate da edifici che uscivano dalle mura del XII secolo. Borgo Allegri però, non si dipartiva direttamente da una porta, ma era una direttrice parallela alle mura, raggiungibile poco oltre la Porta San Piero (situata vicino a piazza San Pierino).

Molto probabile è che il titolo della strada sia legato alla famiglia Allegri, inurbata in Firenze da San Cresci in Mugello e foriera di quattro priori per la Repubblica di Firenze, tra il 1348 e il 1529. Tra i suoi esponenti principali ci fu Domenico Allegri, che fu oppositore di Cosimo il Vecchio, per cui venne esiliato assieme a Rinaldo degli Albizi. Suo figlio Pellegrino, finito a Correggio, fu padre di Antonio Allegri, il celebre pittore noto poi come il Correggio. Una casa con stemma Allegri si trova poco lontano, in via dell'Agnolo 58.

Una tradizione vuole che il nome della strada derivi dalla grande "allegria" del popolo fiorentino per la visita che il re Carlo d'Angiò fece allo studio di Cimabue, mentre il grande artista stava dipingendo la Madonna Rucellai (opera che oggi viene invece riferita quasi certamente a Duccio di Buoninsegna). Si tratta di una tradizione popolare non confermabile, riportata per la prima volta dal Vasari nelle Vite, introducendola con un prudente "dicesi"[1]. Tale episodio venne ripreso in epoca romantica e fu oggetto, ad esempio, di un noto dipinto di Frederic Leighton[2]. In Borgo Allegri aveva comunque per davvero la sua bottega il famoso pittore e maestro di Giotto, inoltre qui lavorarono in seguito anche i fratelli Bernardo e Antonio Rossellino e Lorenzo Ghiberti e, avendo comprato l'intera palazzina nel 1812, il pittore milanese Luigi Ademollo. A questa leggenda fa anche riferimento Vasco Pratolini nel primo capitolo del romanzo Il quartiere (1944), in cui descrive l'intero quartiere di Santa Croce.

Tuttavia la leggenda vasariana poteva anche essere suggestionata dal contrasto col nome della vicina via dei Malcontenti (la via percorsa dai condannati diretti alle forche), tanto più se si considera che con questo nome si indicava anticamente anche via San Giuseppe, dove borgo Allegri sbuca.

Antiche denominazioni dei vari tratti

La strada in antico era divisa in vari tratti con altrettanti nomi. Da via San Giuseppe a via Ghibellina era chiamata "via della Stufa di Santa Croce", con riferimento a un bagno pubblico ("stufa") dove i poveri si potevano lavare con acqua calda; l'angolo con via San Giuseppe si chiamava via del Ramerino (il "rosmarino"), e successivamente il nome di "via del Ramerino" fu esteso a tutto questo tratto, con riferimento ai numerosi orti e giardini che si trovavano nella zona e che ispirarono altri nomi di strade nei paraggi (via del Fico, via dell'Ulivo, via della Rosa, ecc.).

Il secondo tratto, fino a via dell'Agnolo, si chiamava infatti "via della Salvia".

Il nome di "borgo Allegri" era dato solo all'ultimo tratto, quello che oggi fa parte di piazza dei Ciompi, ricavata demolendo un isolato con lavori iniziati nel 1936. In tale isolato si trovava, segnalata da una targa al n.83, la casa di Cimabue, dove la tradizione voleva formatosi anche il giovane Giotto, mentre resta ancora oggi, situata però ormai sulla piazza, la casa di Lorenzo Ghiberti.

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Descrizione

Riepilogo
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Si innestano sul tracciato della strada via Ghibellina e via dell'Agnolo.

Edifici

Ulteriori informazioni Img, N° ...

Tabernacoli

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Il tabernacolo di Giovanni da San Giovanni

All'angolo con via Ghibellina si trova un tabernacolo della Madonna col Bambino e santi di Giovanni da San Giovanni. Qui, prima dell'alluvione del 4 novembre 1966, era presente una tavola raffigurante la Sacra Famiglia con san Giovannino attribuita alla scuola del Sodoma che, rimossa per intervenire sui danni provocati dalle acque, portò alla luce l'affresco che oggi si vede; sulle figure, oltremodo consunte e conservate solo nella parte alta, si è intervenuti con un restauro condotto nel 1996 da Laura Lucioli per le cure di Francesca Dei Razzanelli[18].

Un tabernacolo si trova murato al numero 14, con una semplice terracotta della Madonna col Bambino in stile robbiano, e un altro nel giardino di Borgo Allegri.

Lapidi

La lapide che ricorda la casa di Lorenzo Ghiberti si trova oggi in piazza de' Ciompi. Nelle demolizioni andò perduta la casa di Cimabue, pure dotata di una targa marmorea.

Al 30 una memoria privata:

IN RICORDO
GEOMETRA
WALTER
CANCELLI
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Al 31 una targa ricorda Giuseppe Mazzini:

IN QVESTA CASA
FV FRATERNAMENTE ACCOLTO
FRA L'AGOSTO E IL SETTEMBRE 1859
GIUSEPPE MAZZINI

IL COMVNE DI FIRENZE
RICORDA L'EVENTO
A VN SECOLO DALL'VNITÀ D'ITALIA
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Nel giardino di Borgo Allegri si trova una lapide voluta dagli abitanti del quartiere nel 1992, dedicata ad Alexander Fleming e Albert Sabin:

RIVOLGIAMO IL NOSTRO RICONOSCENTE
PENSIERO AGLI SCIENZIATI DI TUTTO
IL MONDO E PARTICOLARMENTE A
FLEMING E SABIN CHE CON LE LORO
SCOPERTE NEL CAMPO DELLA MEDICINA
HANNO CONSENTITO ALL'UMANITà DI
VIVERE IN SALUTE E PIÙ A LUNGO.
QUESTA LAPIDE IN SEGNO DI GRATITUDINE
POSERO GLI ANZIANI DEL QUARTIERE
DI S. CROCE IL 10 OTTOBRE 1992

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Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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