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Carlo Chiaves

poeta italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Carlo Chiaves (Torino, 28 novembre 1882Torino, 16 maggio 1919) è stato un poeta e giornalista italiano.

Biografia

Riepilogo
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Nato a Torino nel 1882, figlio del poeta e giornalista Desiderato[1], senatore e deputato del Regno d'Italia nonché ministro dell'interno nel terzo governo La Marmora, Carlo si laureò in giurisprudenza ma non volle mai esercitare la professione forense[2] Come giornalista collaborò con il quotidiano La Stampa e con il Corriere dei piccoli.[2]

Dotato di una personalità brillante e di una conversazione vivace e briosa, frequentò con successo i salotti torinesi del suo tempo[2]. Amico dei poeti Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti[1], nel 1910 pubblicò una raccolta di liriche dal titolo Sogno e ironia. Il volume, edito dalla casa editrice Lattes, fu recensito favorevolmente sul quotidiano La Stampa dal critico letterario Giuseppe Antonio Borgese che, accostando lo stile di Chiaves a quello di Fausto Maria Martini e Marino Moretti, usò l'espressione poesia crepuscolare, coniando un termine che fu poi utilizzato per definire la corrispondente corrente letteraria[2]. Nel 1971, a cura dello storico della letteratura Giuseppe Farinelli, sono state pubblicate tutte le sue composizioni poetiche, edite e inedite[3].

Qualche suo lavoro per il teatro non ebbe molto rilievo. Le sue commedie inedite sono state pubblicate nel 1972 a cura di Angelo Raffaele Pupino[4] Fu autore anche della sceneggiatura di un film, Amleto del 1923, interpretato da Ruggero Ruggeri e diretto da Eleuterio Rodolfi[2].

Morì prematuramente nel 1919, a trentasei anni, nella sua città natale.

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Note

Bibliografia

Voci correlate

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