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Centrale acquisti

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Le centrali acquisti sono strutture del settore pubblico, presenti in quasi tutti i paesi del mondo, nella pubblica amministrazione di questi ultimi.

Operano in qualità di centrali di committenza che gestiscono acquisti aggregati e centralizzati per conto dei propri Governi. Gli approvvigionamenti pubblici sono soggetti all'Agreement on Government Procurement (GPA),[1] un trattato internazionale plurilaterale sotto gli auspici dell'Organizzazione mondiale del commercio. L'OCSE dedica ampio spazio di approfondimento alle Centrali d'acquisto pubbliche (Central Purchasing Bodies[2]) per via del forte impatto che gli approvvigionamenti pubblici generano sul Prodotto interno lordo di ciascun Paese.

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Principi generali

Gli elementi che caratterizzano l'azione delle centrali acquisti sono[3]:

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Nel mondo

Le più importanti centrali acquisti pubbliche mondiali sono raggruppate nel cosiddetto Procurement G6 (G6 degli approvvigionamenti) e ne fanno parte:

In Europa quasi tutti i Paesi sono dotati di una centrale acquisti pubblica[4], regolata secondo le norme del Paese di stabilimento e secondo la normativa comunitaria sugli appalti pubblici.

Italia

Lo stesso argomento in dettaglio: Consip.

Nate nel 2001 con la Consip, sviluppatesi con le norme del Sistema a Rete[5] dei Soggetti Aggregatori che vede la stretta cooperazione di Consip e delle Centrali Acquisti Regionali, il sistema è stato fortemente sviluppato dal Governo Renzi[6] che ha inteso ridurre da 32.000 stazioni appaltanti a 35 soggetti aggregatori che bandiscono gare di grandi importi in Italia.

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Note

Voci correlate

Collegamenti esterni

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