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Codex Petropolitanus Purpureus
manoscritto in greco dei Vangeli (VI secolo) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il Codex Petropolitanus Purpureus (Gregory-Aland: N o 022; Soden: ε 019) è un manoscritto onciale in greco datato paleograficamente al VI secolo e contenente i quattro vangeli canonici.[2]
Il Codex Petropolitanus Purpureus, assieme ai manoscritti Φ, O, e Σ, appartiene al gruppo dei manoscritti onciali purpurei.
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Testo
Il codice contiene i quattro vangeli canonici con ampie lacune.[2] Il testo è disposto su due colonne di sedici linee ciascuna, con 12 grandi lettere onciali per linea. La scrittura è ottenuta con un inchiostro argenteo su pergamena purpurea, con i nomina sacra (ΙΣ, ΘΣ, ΚΣ, ΥΣ, e ΣΩΤΗΡ) scritti in inchiostro aureo. Presenta errori riconducibili allo iotacismo, come lo scambio di ι e ει, αι e ε.[3]
Le tavole dei κεφαλαια erano poste prima dei vangeli, il cui testo è diviso, appunto, secondo i κεφαλαια. All'inizio delle pagine si conservano i τίτλοι, mentre le sezioni ammoniane e i canoni eusebiani sono collocati a margine.[3]
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Critica testuale
Il testo del codice è un testimone del tipo testuale bizantino molto arcaico, con molte lezioni esterne, Secondo Scrivener «presenta forme fortemente alessandrine».[4]
Secondo Burnett Hillman Streeter presenta alcune parti del tipo testuale cesariense, mentre Kurt Aland lo ha collocato nella Categoria V,[2] ed è certo che presenta un carattere bizantino preponderante.
Il manoscritto manca della Pericope dell'adultera (Vangelo secondo Giovanni 8,1-11[5]) e dei versetti relativi all'agonia di Gesù al Getsemani (Vangelo secondo Luca 22:43-44).
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Note
Bibliografia
Voci correlate
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