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Connor MacLeod
personaggio immaginario protagonista della serie cinematografica Highlander Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Connor MacLeod è un personaggio immaginario protagonista della serie cinematografica Highlander, dove è interpretato dall'attore Christopher Lambert.
«È una specie di magia.»
Comparso per la prima volta in Highlander - L'ultimo immortale (1986), diretto da Russell Mulcahy, MacLeod nasce nelle Highlands scozzesi nel XVI secolo e scopre la propria natura di immortale dopo essere sopravvissuto a una ferita mortale in battaglia. Da quel momento, è destinato a un’esistenza eterna, combattendo contro altri esseri come lui in duelli all’ultimo sangue, fino al momento in cui "ne resterà soltanto uno".
Con il successo del primo film, Connor MacLeod è diventato un'icona del cinema fantastico, comparendo nei successivi tre sequel, Highlander II - Il ritorno (1991), Highlander 3 (1994), Highlander: Endgame (2002), nell'episodio pilota della serie televisiva, nella serie animata, oltre che in altri media come fumetti, CD-Audio e romanzi. Una caratteristica peculiare della saga è che ogni prodotto si svolge in una continuità narrativa diversa, spesso in netto contrasto con le storie precedenti. Dopo il primo film, universalmente apprezzato e considerato un cult, i sequel e i successivi prodotto propongono versioni alternative della storia di Connor MacLeod, introducendo elementi di fantascienza, magia, e persino retroscena extraterrestri.
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Biografia del personaggio
Riepilogo
Prospettiva
Highlander - L'ultimo immortale

Connor MacLeod nasce nel 1518 nelle Highlands scozzesi, nel villaggio di Glenfinnan, situato sulle rive del Loch Shiel, come membro del fiero Clan MacLeod. Cresce come un giovane forte, impulsivo e pieno di orgoglio, immerso nella cultura guerriera dei clan scozzesi. Nel 1536, all'età di diciotto anni, prende parte alla sua prima battaglia contro il Clan Fraser, acerrimo nemico dei MacLeod. Durante lo scontro, Connor viene brutalmente ferito da un gigantesco e sinistro guerriero straniero, noto come Kurgan, che lo colpisce mortalmente con la spada, pronto a decapitarlo. Tuttavia, prima del colpo finale, viene salvato dal cugino Dugal e dall’amico Angus, che lo riportano al villaggio, dove è dato per spacciato. Il giorno seguente, in modo inspiegabile, Connor si risveglia perfettamente guarito. Il villaggio, però, non vede il miracolo come una benedizione, bensì come una maledizione. I suoi concittadini, convinti che sia tornato dalla morte grazie a un patto con il diavolo, lo accusano di eresia. Per salvarlo da una condanna a morte certa, Angus, spezzato ma leale, propone il bando: Connor è esiliato per sempre dalle sue terre natali.
Escluso dalla sua gente, Connor vaga tra le Highlands, confuso e tormentato. Trova però rifugio e amore in Heather McDonald, la figlia di un fabbro, con cui si stabilisce e si sposa. Dopo due anni di vita semplice e felice, Connor viene raggiunto da un enigmatico straniero: Juan Sánchez Villa-Lobos Ramírez, un maestro di spada raffinato ed erudito, nato in Egitto oltre duemila anni prima. Ramírez si presenta non solo come un alleato, ma anche come uno dei pochi simili a Connor: entrambi sono immortali e possono morire solo se decapitati. Quando uno di loro viene ucciso in questo modo, il sopravvissuto assorbe la sua energia vitale e conoscenza attraverso un potente fenomeno: la Reminiscenza. Tutti gli immortali sono destinati a combattersi l'un l'altro e quando saranno rimasti in pochi, gli ultimi si recheranno in una terra lontana, dove prenderanno parte ad un’Adunanza in cui si batteranno per una Ricompensa. Scosso, Connor all’inizio rifiuta il suo destino, ma alla fine accetta l’addestramento di Ramírez, che gli insegna l’arte della spada, la disciplina, e soprattutto, a distinguere il bene dal male nel corso della lunga strada che lo attende. Mentre Connor si allontana temporaneamente da casa, Kurgan assalta la casa dei MacLeod, uccide Ramírez e violenta Heather. Passano gli anni. Heather invecchia mentre Connor rimane sempre giovane, fino a che un giorno muore di vecchiaia tra le sue braccia. Devastato, Connor la seppellisce nei pressi della loro casa e parte, abbandonando le Highlands per iniziare il suo lungo viaggio attraverso i secoli, accettando il suo destino di guerriero immortale.
Nei secoli successivi, Connor viaggia per il mondo, assumendo svariate identità per nascondere la propria natura. Vive nei momenti chiave della storia, osservando e partecipando da lontano, sempre attento a evitare di attirare l’attenzione. Durante la Seconda Guerra Mondiale, salva una bambina orfana di nome Rachel, che cresce come una figlia. Con lei si stabilisce a New York, dove inizia a gestire un negozio d'antiquariato sotto l'identità di Russell Nash, rubata da un bambino morto alla nascita.
Nel 1985, anno dell'Adunanza, Connor si ritrova coinvolto in una catena di eventi che lo porteranno a confrontarsi con gli ultimi guerrieri immortali, mentre viene indagato dalla polizia per omicidio. Durante questo periodo si innamora di Brenda Wyatt, un’esperta di metallurgia e agente della scientifica, e ha la sua resa dei conti con Kurgan. In un epico duello nella città di New York, Connor riesce finalmente a sconfiggerlo, decapitandolo e conquistando la Ricompensa: da quel momento è mortale, può percepire i pensieri e i sentimenti degli altri e può influenzare il futuro dell’umanità, usando la sua saggezza e comprensione accumulata nei secoli. Assieme a Brenda, decide di tornare nella sua terra natale, le Highlands, per iniziare finalmente una nuova vita.
Highlander II - Il ritorno
Dopo aver vinto l'Adunanza e ottenuto la Ricompensa, nel 1999, Connor MacLeod, ormai divenuto mortale, assiste impotente al lento degrado della Terra. Negli anni successivi alla sua vittoria, il pianeta entra in una fase di crisi ambientale devastante: la progressiva distruzione dello strato di ozono provoca un’esposizione letale ai raggi ultravioletti, rendendo la superficie terrestre quasi invivibile. Spinto dal dolore per la morte della moglie Brenda, una delle milioni di vittime della catastrofe ambientale, Connor decide di mettere a frutto la conoscenza accumulata nei secoli. Con l’aiuto del collega e amico Alan Naimann, contribuisce allo sviluppo e al lancio di un ambizioso progetto: lo Scudo Spaziale. Si tratta di una gigantesca barriera elettromagnetica artificiale che avvolge il pianeta, bloccando i raggi UV ma privando la Terra della luce naturale del sole. Il pianeta sopravvive, ma è condannato a vivere sotto una coltre di oscurità permanente.
Diventato vecchio, Connor ricorda il suo passato: non è originario della Terra, bensì di un pianeta lontano chiamato Zeist. Qui, Connor, al fianco di Ramírez, partecipò a una ribellione contro il crudele e tirannico generale Katana, che aveva imposto una dittatura brutale sul pianeta. A seguito del fallimento della rivolta, Katana condannò i due ribelli a un esilio particolare: sarebbero stati inviati sulla Terra, dove avrebbero rinunciato alla memoria del loro passato, rinascendo come Immortali, destinati a combattere tra di loro: il vincitore, l'ultimo rimasto in vita fra gli Immortali, avrebbe ottenuto la Ricompensa oppure sarebbe ritornato su Zeist per affrontare nuovamente Katana.
Nel 2024, Katana, temendo il ritorno di MacLeod, decide di inviare due suoi sicari sulla Terra per ucciderlo. Ma il loro intervento riattiva la forza latente in Connor: attraverso la Reminiscenza, egli riacquista la giovinezza e l'immortalità. Scopre anche la verità sullo Scudo Spaziale: il pericolo dei raggi UV è ormai passato, ma la corporation che controlla lo Scudo continua a mantenerlo attivo per lucro, tenendo l’umanità sotto una cappa oscura e oppressiva. Alleatosi con Louise Marcus e il redivivo maestro Ramírez , riportato in vita su richiesta dello stesso Connor, l'Highlander sconfigge Katana e distrugge lo Scudo Spaziale, liberando la Terra e riportando la luce. Alla fine, insieme a Louis, fa ritorno su Zeits.
Highlander II: Renegade Version
Nel 1995, il regista Russell Mulcahy ha modificato alcune scene del film creando una nuova versione denominata Highlander II: Renegade Version: in questa versione tutti i riferimenti agli Immortali come alieni sono stati eliminati e li ha resi originari di un lontano passato della Terra, dove i sacerdoti, dopo la rivolta, li bandiscono trasportandoli in futuri casuali e il Premio consiste nell'essere gli ultimi rimasti. Sconfitto Katana, Connor decide di rimanere sulla Terra (ovvero nel futuro) con Louise.
Highlander 3
Highlander 3 è un sequel diretto del primo film che ignora gli eventi di Highlander II - Il ritorno.
Dopo la morte della consorte Heather, Connor si reca in Giappone, sul Monte Niri, per essere addestrato dall'immortale Nakano, vecchio amico di Ramírez, noto nel mondo degli Immortali come “il Maestro dell’illusione”. L'addestramento viene interrotto dall'arrivo del malvagio immortale Kane e dei suoi due seguaci, Khabul Khan e Senghi Khan. Connor tenta disperatamente di difendere il suo nuovo maestro, ma Kane riesce a decapitarlo, assorbendone i poteri. Tuttavia, il rilascio di energia causato dalla sua morte provoca il crollo della grotta, seppellendo Kane e i suoi seguaci sotto tonnellate di roccia.
Secoli dopo, Connor è rimasto vedovo dopo la morte di Brenda, avvenuta in un incidente d'auto. MacLeod, che crede di essere rimasto l'ultimo immortale dopo l'Adunanza del 1985, adotta un bambino di nome John e si trasferisce con lui in Marocco.
Nel 1994, i lavori di scavo nei pressi del Monte Niri riaprono la grotta sigillata da decenni. Kane e i suoi uomini, rimasti vivi ma imprigionati per secoli sotto le macerie, vengono finalmente liberati. Connor, venuto a conoscenza del risveglio di Kane, lascia la sua casa in Marocco e torna a New York per prepararsi allo scontro finale. Dopo aver sconfitto uno dei due seguaci di Kane, MacLeod incontra e si innamora di Alexandra Johnson, un'archeologica straordinariamente simile nell’aspetto e nello spirito a Sarah, una donna di cui si era innamorato durante la Rivoluzione francese.
Nel frattempo, Kane rapisce John, il figlio adottivo di MacLeod, per costringerlo a un duello finale. Dopo un duro combattimento in cui Kane è in vantaggio grazie alle sue illusioni, Connor riesce a ribaltare le sorti dello scontro, decapitando il nemico e diventando, stavolta definitivamente, l'ultimo immortale.
Highlander (serie televisiva) e Highlander Endgame
La serie televisiva Highlander e il successivo film Highlander: Endgame rappresentano un ulteriore seguito alternativo al secondo e al terzo film e modificano la continuity del primo Highlander - L'ultimo immortale.
Nel 1555, Connor MacLeod apprende che sua madre, Caolin MacLeod, è stata arrestata con l'accusa di aver dato alla luce un figlio del demonio. Determinato a salvarla, fa ritorno al suo villaggio natale di Glenfinnan, ma viene catturato dai suoi ex compaesani, sobillati dal sacerdote Padre Rainey e dal suo amico d'infanzia, Jacob Kell, divenuto nel frattempo un chierico fanatico. Costretto ad assistere impotente all’esecuzione della madre sul rogo, Connor, consumato dalla furia, si ribella e uccide sia Rainey che Kell, ritenuti i principali responsabili, e dà alle fiamme gran parte del villaggio. Lascia Glenfinnan ignaro che Kell, essendo anch’egli Immortale, si sarebbe risvegliato di lì a poco, assetato di vendetta.
Nel 1625, Connor fa ritorno in Scozia poco dopo la battaglia di Glen Fruin, dove incontra per la prima volta Duncan MacLeod, un altro Immortale appartenente allo stesso clan. Riconoscendo in lui un potenziale allievo, Connor lo prende sotto la propria tutela, introducendolo alle regole del Gioco e alle discipline della sopravvivenza tra Immortali. Tra i due si instaura un legame profondo, assimilabile a quello tra fratelli, che durerà nei secoli successivi, rafforzato da incontri periodici e reciproco rispetto.
Dopo la sconfitta del Kurgan, Connor non è l'ultimo immortale ancora in vita.[N 4] Riprende così il suo pellegrinaggio solitario per il mondo, impegnato nella caccia ai suoi simili. Nel 1992, apprende che l’Immortale Slan Quince sta dando la caccia a Duncan, che si è ritirato dal Gioco e vive con la mortale Tessa Noël. Per proteggerlo, Connor tenta di prendere il suo posto nel duello, ma viene sconfitto con l’inganno e gettato da un ponte. In preda alla rabbia, Duncan riesce infine a decapitare Slan e, subito dopo, soccorre il suo mentore.[1]
Poco tempo dopo, Connor sprofonda in una profonda depressione in seguito all’omicidio della sua figlia adottiva, Rachel, vittima di un attentato orchestrato da Jacob Kell. Afflitto dalla perdita e logorato da secoli di battaglie, Connor sceglie di ritirarsi nel Santuario, un luogo protetto dagli Osservatori, dove gli Immortali rinunciano volontariamente a combattere. Vi rimane in isolamento per circa un decennio, finché Kell attacca e distrugge il Santuario, uccidendo tutti gli Immortali presenti tranne Connor, che viene volutamente risparmiato per prolungarne la sofferenza.
Riunito con Duncan, Connor prende atto della propria impotenza contro Kell, la cui forza è alimentata da secoli di Reminiscenza ottenuti infrangendo ogni regola del Gioco. Comprendendo che solo un potere superiore può sconfiggere Kell, Connor rivela la sua decisione: offrire la propria testa a Duncan, così da trasferirgli la totalità della sua energia vitale e del suo sapere accumulato.
Nonostante i ripetuti rifiuti di Duncan, Connor lo costringe a combattere e attiva l’antica tecnica imparata in Italia oltre tre secoli prima, una mossa letale e irreversibile. Duncan, costretto a reagire, esegue il colpo finale. In un gesto di sacrificio estremo, Connor MacLeod muore per mano del proprio allievo, trasmettendogli la sua Reminiscenza, che si rivelerà determinante per la sconfitta definitiva di Jacob Kell.
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Concezione del personaggio
Riepilogo
Prospettiva
Creazione e casting
Connor MacLeod fu un personaggio concepito da Gregory Widen, che ne scrisse il primo soggetto mentre frequentava un corso di sceneggiatura presso la UCLA (Università della California, Los Angeles). L’idea originaria nacque in seguito a un viaggio in Scozia e a una visita alla Torre di Londra, durante la quale Widen osservò una collezione di armature antiche. Fu in quell’occasione che si pose la domanda: “E se tu avessi portato addosso tutte quelle armature nei secoli, se fossi ancora vivo?”. Tale riflessione divenne la premessa narrativa per la creazione di un personaggio immortale, destinato a sopravvivere alle epoche.[2] La sceneggiatura, inizialmente intitolata Shadow Clan, differiva sensibilmente dalla versione definitiva portata sullo schermo. In questa stesura, MacLeod, chiamato inizialmente Conor anziché Connor, non era un personaggio moralmente integro, bensì una figura potenzialmente ambigua, che avrebbe potuto imboccare la medesima via oscura di Kurgan.[3]
Sempre in questa stesura, MacLeod nasceva nel 1408, e la sua storia includeva la presenza dei genitori, ma non della moglie Heather. Al suo posto figurava Mara, una giovane promessa sposa che, dopo aver scoperto la natura immortale di Connor, lo respingeva. Connor lasciava volontariamente il villaggio natio, senza essere cacciato dai suoi conterranei. Anche l'identità assunta nel mondo moderno era diversa: anziché Russell Nash, lo pseudonimo del protagonista era Richard Tupin.[2] Nel corso della storia, Conor intraprendeva un lungo viaggio attraverso i secoli, partecipando a numerosi conflitti armati e stringendo legami sentimentali con diverse donne, dalle quali avrebbe avuto figli (a differenza delle versioni successive della storia, in cui gli immortali erano biologicamente sterili).[3] Un altro elemento assente nella sceneggiatura originale di Widen era la Ricompensa (The Prize), ovvero il dono finale riservato all’ultimo immortale rimasto. Nel finale originario, dopo aver ucciso il Kurgan, Connor non riceveva alcun premio, ma cadeva invece in un profondo dolore esistenziale, lasciando lo spettatore con il dubbio su quale fosse il destino ultimo del protagonista.[2]
Il tema centrale dell’opera era di natura tragica: un uomo, o meglio, un immortale, costretto a vivere attraverso i secoli, sperimentando la perdita degli affetti, il cambiamento del mondo circostante e il peso della solitudine. Widen intese infondere alla storia un nucleo emotivo profondo, che andasse oltre la semplice dimensione dell’azione. L’immortalità, nel suo concetto, era al contempo dono e condanna.[4]

Durante la fase di casting per il ruolo del protagonista, la produzione prese in considerazione attori come Kurt Russell e Mickey Rourke. Russell declinò l’offerta a causa di impegni pregressi con il film Grosso guaio a Chinatown (1986).[2] Alla fine, la parte fu affidata all’attore franco-americano Christophe Lambert, che all’epoca non era madrelingua inglese. Lambert fu sottoposto a una preparazione intensiva, sia dal punto di vista linguistico sia fisico. Lavorò con un coach per migliorare la pronuncia inglese e simulare l’accento scozzese, e seguì un training di quattro mesi per padroneggiare le coreografie dei duelli all’arma bianca.[2] L'attore dichiarò che la sua decisione di partecipare al progetto non fu dettata tanto dalla componente spettacolare, quanto al lato romantico e filosofico legato al tema dell’immortalità. Secondo Lambert, vivere eternamente implicava confrontarsi con il dolore della perdita, con la condizione dell’estraneità e con l’ineluttabilità del tempo, elementi che conferivano alla narrazione una profondità emotiva inaspettata.[5]
Sviluppo
Nel 1991 uscì Highlander II - Il ritorno, che abbandonò la mitologia del primo film, introducendo un elemento del tutto estraneo: secondo questa nuova narrazione, Connor MacLeod e gli altri immortali non erano esseri umani misteriosamente longevi, bensì alieni provenienti dal pianeta Zeist. La decisione di rendere MacLeod un alieno fu il risultato di numerosi problemi produttivi: lo studio girò il film in Argentina in un periodo di forte instabilità economica, con pesanti interferenze da parte dei finanziatori, che imposero modifiche alla sceneggiatura e al montaggio. Lo stesso regista, Russell Mulcahy, si dissociò dal progetto, che uscì nelle sale in una versione pesantemente rimaneggiata. Anni dopo uscì Highlander II: The Renegade Version, una versione alternativa, fortemente voluta dal regista Mulcahy, che eliminò i controversi riferimenti al pianeta Zeist e all’origine aliena degli immortali. Venne introdotta una nuova spiegazione: gli immortali sarebbero stati ribelli esiliati in un passato lontano.[6]
Nel 1994 venne realizzato Highlander 3, che tentò di riportare la saga alle sue origini, ignorando completamente gli eventi e le rivelazioni del film precedente. Questo film si presentò di fatto come un sequel diretto del primo capitolo, riprendendone stile, tono e mitologia.[7]
Quando, nei primi anni novanta, i produttori della saga Highlander decisero di espandere l’universo narrativo attraverso una serie televisiva omonima, l’intenzione iniziale fu quella di mantenere come protagonista Connor MacLeod. Il personaggio avrebbe dovuto essere il fulcro della narrazione, affrontando nuovi immortali e approfondendo il suo passato attraverso episodi autoconclusivi e archi narrativi più lunghi. Christopher Lambert, pur interessato al progetto, impose una condizione: non voleva essere il protagonista principale, ma si disse disponibile a un cameo o a un ruolo limitato. L’attore temeva che un impegno a lungo termine in una serie televisiva lo avrebbe vincolato troppo e limitato altre opportunità cinematografiche. Adrian Paul venne contattato per interpretare Connor MacLeod nella serie. Paul, all’epoca ancora poco conosciuto ma con una solida formazione in arti marziali e danza, sembrava il candidato ideale per incarnare la versione televisiva del celebre immortale. Tuttavia, fu lo stesso attore a proporre una svolta fondamentale: suggerì di creare Duncan MacLeod, un nuovo personaggio, appartenente allo stesso clan di Connor. Paul comprese l’importanza di rispettare la mitologia del film e intuì che il pubblico avrebbe potuto reagire negativamente a una "sostituzione" diretta di Lambert. Connor MacLeod, interpretato sempre da Lambert, apparve nel primo episodio della serie, Il grande incontro (1992), per passare simbolicamente il testimone a Duncan.[8]
Aspetto e personalità
Connor è un uomo prestante, slanciato ed attraente; le caratteristiche che maggiormente risaltano in lui sono lo sguardo freddo e sottile e l'enigmatico sorriso, che lo rendono estremamente ambiguo e difficile da interpretare. Nel primo film Highlander - L'ultimo immortale, l'aspetto di Connor alterna due registri visivi principali: quello del guerriero scozzese del XVI secolo e quello dell’uomo moderno del XX secolo. Nei flashback ambientati nelle Highlands scozzesi, Connor appare con lunghi capelli castano chiaro, spesso sciolti o raccolti in modo disordinato, e abbigliamento tradizionale da clan: tuniche grezze in lana, kilt in tartan, pelli di animali e stivali in cuoio. Nel presente, ambientato negli anni ottanta, MacLeod adotta invece uno stile sobrio e urbano, con abiti scuri e trench sotto il quale nasconde la sua spada. L'impermeabile fu progettato da James Acheson, che realizzò un soprabito su misura in un tessuto molto sottile e leggero, pensato per creare un effetto fluido nei movimenti, particolarmente adatto alle scene d’azione. Non si trattava di un modello acquistato in negozio, ma di tre esemplari confezionati appositamente per Christopher Lambert.[9] Completa l’abbigliamento con un paio di jeans e scarpe da ginnastica bianche con inserti dorati: le iconiche Diadora Borg Elite, molto popolari in quel periodo.[10]
In Highlander II - Il ritorno, l’aspetto di Connor MacLeod cambia per adattarsi all’ambientazione distopica del film. Torna a sfoggiare capelli lunghi, mentre il suo abbigliamento diventa invece molto più scuro, con lunghi cappotti in pelle o cuoio, caratterizzati da un’estetica post-industriale. In Highlander 3 e nell'episodio pilota della serie televisiva, Connor ritorna a sfoggiare uno stile simile a quello del primo film, con il ritorno ai capelli corti, il trench, jeans e scarpe da ginnastica. In Highlander: Endgame, invece, indossa un cappotto lungo color marrone.
Dal punto di vista psicologico, Connor si presenta come un personaggio determinato e resiliente: nonostante le continue perdite e le battaglie affrontate nel corso dei secoli, egli mantiene una forte volontà di sopravvivenza e una capacità di adattamento alle mutate circostanze storiche e sociali. Questa resilienza è strettamente legata alla sua ricerca costante di un equilibrio interiore e di pace, che spesso contrasta con la sua condizione di Immortale, costretto a confrontarsi con conflitti violenti. È molto sensibile nei confronti degli umili e bisognosi, ama prendersi gioco dei potenti, andando a volte anche contro la legge, e tende a evitare il combattimento se possibile, preferendo soluzioni pacifiche. Manifesta anche una spiccata capacità di adattamento culturale e sociale, vivendo attraverso epoche differenti e integrandosi nei diversi contesti storici senza perdere la propria identità. Tale adattabilità è accompagnata da un sottile senso dell’umorismo, che emerge sporadicamente.
Poteri e abilità
Come tutti gli Immortali, da quando ha risvegliato i propri poteri Connor MacLeod non invecchia, non può morire per cause naturali, possiede un elevato fattore rigenerante, è in grado di respirare sott’acqua e non può procreare. L’unico modo per ucciderlo è decapitarlo. Inoltre, è dotato della capacità di percepire la presenza di altri Immortali non appena questi si avvicinano. Fisicamente, Connor possiede una forza superiore a quella di un uomo comune ed è un maestro spadaccino. Inizialmente, il suo stile di combattimento è rozzo e poco raffinato; tuttavia, grazie all’addestramento impartitogli dal suo mentore, Ramírez, evolve in un combattente astuto, rapido e tecnico.
In battaglia, Connor utilizza principalmente la spada come arma distintiva. Inizialmente impugna una claymore, tipica spada scozzese, ma dopo la morte di Ramírez eredita la katana chiamata “Testa di Drago”. Questa lama è un’arma unica: secondo Brenda Wyatt, che ha avuto modo di analizzarne alcuni frammenti, la katana è stata forgiata con una tecnica avanzata attribuita al leggendario maestro spadaio Masamune, suocero di Ramírez, considerato un vero genio dell’arte della spada. Tale lama sarà distrutta nello scontro con Kane in Highlander III, ma verrà successivamente restaurata da Connor in Scozia utilizzando metodi appresi da Nakano, un altro Immortale maestro spadaccino. Proprio da Nakano, Connor apprende non solo abilità tecniche avanzate ma anche poteri illusori che gli permettono di confondere e disorientare gli avversari durante il duello.[N 3]
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Altre apparizioni
Riepilogo
Prospettiva
Musica
Connor MacLeod, interpretato da Christopher Lambert, compare all’interno del videoclip musicale del brano Princes of the Universe, scritto e interpretato dal gruppo britannico Queen. La canzone, composta da Freddie Mercury, fu originariamente realizzata come parte integrante della colonna sonora del film Highlander - L'ultimo immortale (1986), di cui Connor è il protagonista. Il videoclip, diretto da Russell Mulcahy (che fu anche il regista del film), si distingue per un uso integrato di materiale filmico e sequenze originali girate appositamente per la promozione musicale.[11] Oltre alle immagini tratte dal film, il video include infatti una scena in cui compare Christopher Lambert nei panni di Connor MacLeod che interagisce direttamente con Freddie Mercury. In questo segmento, Connor duella simbolicamente con Mercury, che brandisce il microfono come fosse una spada, evocando l’iconografia e le dinamiche narrative tipiche degli scontri tra Immortali nella saga.[12]
Cartoni animati
Nella serie animata Highlander ambientata in un futuro post-apocalittico, Connor MacLeod è un Immortale che aderisce al patto dei Jettators, rinunciando a combattere per preservare l’umanità. Sfida Kortan, un Immortale che ha violato il giuramento e domina il mondo, ma viene sconfitto e decapitato. Prima di morire, Connor predice l’arrivo di un discendente capace di sconfiggerlo. Tale discendente sarà Quentin MacLeod, protagonista della serie. Connor appare solo nell’episodio pilota e non torna nel corso della serie.
Fumetti
Highlander: The Coldest War
Dopo gli eventi del primo film, Connor MacLeod scopre che seguaci del Kurgan stanno cercando di portare avanti alcuni suoi piani rimasti in sospeso. In particolare, un gruppo chiamato Temnotiye sta operando nella Russia dell’era della Guerra Fredda: il loro progetto è creare un esercito di super‑soldati basato sul DNA degli Immortali o comunque sugli studi legati al potere del Kurgan.[13] Connor, insieme ad altri Immortali come Tasya Desny, Paul Furio, e lo scienziato russo Volkov, cercano di far luce sul mistero e raggiungono la Russia. Qui, dopo una serie di scontri armati e scoperte drammatiche, tra cui l'implicazione del disastro di Chernobyl come possibile conseguenza delle ricerche dei Temnotiye, Connor sventa il piano dei nemici, pur consapevole che l’eredità del Kurgan continua a gettare la sua ombra sul presente.[13]
Highlander: Dark Quickening
Connor affronta le conseguenze personali del Dark Quickening, cioè l’influenza oscura derivante dal fatto che ha assorbito il potere del Kurgan. Connor confessa a Duncan MacLeod di aver recentemente decapitato due Immortali, tra cui Catherine Curtis, senza riuscire a controllarsi del tutto. Comincia ad avere visioni e impulsi violenti che non riesce a spiegare, accompagnati dalla presenza psichica del Kurgan che lo tormenta interiormente.[14]
Nel frattempo, l’Immortale Gordon Byrne, affascinato dalla leggenda del Kurgan e dal potere della Dark Quickening, decide di sfruttare la situazione a proprio vantaggio. Con l’aiuto della sua allieva Sakura, rapisce Connor per cercare di risvegliare definitivamente la coscienza del Kurgan dentro di lui. Connor viene torturato fisicamente e psicologicamente, e sotto pressione comincia a perdere contatto con la sua vera identità, mostrando tratti sempre più simili al suo antico nemico.[14]
Duncan MacLeod, aiutato dall'Immortale giapponese Kameke Minota, rintraccia Byrne e interviene per salvare Connor. Nel conflitto finale, Connor riesce a liberarsi e affronta Byrne in un duello mortale. Nonostante la tensione interiore, l'Highlander mantiene il controllo e riesce a decapitare Byrne, assorbendo la sua Reminiscenza senza cedere ulteriormente all'influenza maligna del Kurgan. Ormai guarito, MacLeod si ricongiunge con Brenda Wyatt e Rachel.[14]
Highlander: Way of the Sword
Questa serie racconta come Connor abbia perso la spada del suo mentore Ramírez, la Masamune, e come l’abbia cercata nel corso dei secoli. La storia mostra come il Kurgan incontri Connor in varie epoche storiche: per esempio nel 1804 durante la guerra napoleonica, quando Connor è a bordo della HMS Victory e il Kurgan su una nave francese. In quell’occasione Connor non riesce a decapitarlo a causa di un albero maestro che si rompe, e la spada Masamune finisce perduta in mare.[15]
Nel prosieguo Connor segue tracce della spada in diverse epoche, incontrando altri Immortali interessati alla Masamune, affrontando avversari che vogliono impadronirsene, e rivivendo incontri con il Kurgan nelle loro lunghe vite passate. Alla fine della miniserie Connor riesce a recuperare la Masamune poco prima che inizino le vicende dell'Adunanza del 1986.[15]
Highlander: The American Dream
Ambientata in diversi momenti storici, ma con un focus particolare sul ventesimo secolo negli Stati Uniti, la miniserie esplora il rapporto di Connor con altri Immortali, tra cui un nuovo avversario, John Hooke, e mostra come MacLeod si adatti e sopravviva nel contesto della storia americana.[16]
Audio drama
In Highlander: The Audio Series, gli radiodrammi prodotti da Big Finish e ambientati dopo Highlander: Endgame, Connor MacLeod è già morto, essendosi sacrificato per permettere a Duncan MacLeod di sconfiggere Jacob Kell. In Kurgan Rising ritorna in vita insieme ad altri immortali, tra cui Kurgan, a causa della morte di Justino Alberez per mano di Duncan MacLeod in una terra consacrata. In questa occasione, Connor offre volontariamente la propria testa al Kurgan, trasmettendogli una Light Quickening, l'opposto della Dark Quickening. Soffocato dal dolore e travolto dalla nuova energia, il Kurgan si indebolisce. Duncan coglie l’occasione per affrontarlo e porre fine alla sua minaccia, una volta per tutte.[17]
Romanzi
Connor MacLeod compare nel romanzo Highlander: The Element of Fire che esplora gli anni in cui ha allenato Duncan MacLeod e si è scontrato con il pirata immortale Khordas.[18]
Videogiochi
Il videogioco Highlander: The Last of the MacLeods (1995) per PC è un’avventura d’azione in terza persona che segue Connor MacLeod nel suo viaggio per recuperare la sua spada e combattere vari nemici, tra cui altri Immortali.[19] Connor sarebbe dovuto comparire come personaggio secondario in Highlander: The Game, annunciato nel 2008 e cancellato nel 2010.[20]
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Vittime di Connor tra gli Immortali
Riepilogo
Prospettiva
La lista degli Immortali uccisi da Connor MacLeod è resa complessa dalla natura stessa della saga Highlander, caratterizzata da una continuity contraddittoria tra film, serie televisiva, fumetti e romanzi. In Highlander: Endgame (2000), ambientato all’interno della continuity della serie televisiva e dei suoi spin-off, viene rivelato che Connor ha ucciso 262 Immortali nel corso della sua vita. Questa cifra, però, non può essere considerata canonica nell’ambito dei soli film cinematografici, i quali seguono linee narrative diverse e spesso contraddittorie rispetto alla serie TV.
Tra le vittime documentate nelle varie opere ci sono:
Guerin Billuad (1966) – Highlander: Way Of The Sword #2
Toshiro Nakayata (1966) – Highlander: Way Of The Sword #4
John Hooke (1985) – Highlander: The American Dream
Iman Fasil (1985) – Highlander - L'ultimo immortale
Kurgan (Victor Kruger) (1985) – Highlander - L'ultimo immortale
Tasya Desny (1986) – Highlander: The Coldest War
Catherine Curtis (1987) – Highlander: Dark Quickening
Gordon Byrne (1987) – Highlander: Dark Quickening
Khabul Khan (1994) – Highlander 3
Kane (1994) – Highlander 3
Corda (2024) – Highlander II - Il ritorno
Reno (2024) – Highlander II - Il ritorno
Generale Katana (2024) – Highlander II: Il ritorno
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Note
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni
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