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Copra

polpa essiccata del cocco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Copra
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La copra è l'endosperma, chiamato polpa, essiccato del seme del cocco. La parte edibile della noce di cocco, non è il frutto, fibroso, ma l'interno del seme ricco di lipidi e carboidrati. La pratica di essiccare la polpa ottenendo la copra fu introdotta per ridurre il tenore di umidità migliorando la conservazione e rendendo più efficiente l'estrazione di grassi e oli[1][2].

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Noci di cocco essiccate al sole a Kozhikode, in India, per la produzione di copra
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Storia

Riepilogo
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Produzione di copra nel 1958 in Sri Lanka

Il nome copra deriva da koppara, termine della lingua del Kerala che significa "cocco secco"[3]. Come prodotto commerciale venne sviluppato attorno al 1860 dai mercanti sud asiatici, ed ora la sua produzione è alla base dell'economia delle Isole Marchesi, delle Kiribati e del Surigao del Nord.

Prima dell'essiccamento la polpa del cocco contiene circa il 33% di grasso e il 15% di carboidrati[4], mentre al termine, invece, la percentuale di grasso sale a circa il 65%[5]. L'olio di copra contiene trigliceridi e una piccola percentuale di glucidi. Gli acidi grassi principalmente presenti sono laurico, miristico, caproico, oleico, palmitico, stearico. La particolarità della sua composizione sta nell'alta presenza di acidi grassi saturi e un contenuto di acidi grassi insaturi piuttosto basso per un prodotto di origine vegetale.

L'olio (o burro) di cocco, estratto dalla copra tramite bollitura e pressatura, viene usato in alcuni prodotti farmaceutici (supposte), come condimento in cucina, nella produzione delle margarine, per i detergenti e nei prodotti cosmetici (shampoo, crema da barba, dentifricio)[6][7]. Dalla copra si ricava anche il latte di cocco.

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