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Diocesi di Acireale

diocesi della Chiesa cattolica in Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Diocesi di Acireale
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La diocesi di Acireale (in latino Dioecesis Iaciensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Catania appartenente alla regione ecclesiastica Sicilia. Nel 2023 contava 229 000 battezzati su 233 000 abitanti. È retta dal vescovo Antonino Raspanti.

Fatti in breve Suffraganea dell', Regione ecclesiastica ...
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La basilica di San Pietro a Riposto.
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La basilica dei Santi Pietro e Paolo ad Acireale.
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La basilica collegiata di San Sebastiano ad Acireale.
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Santuario di Santa Maria di Vena.
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Territorio

Riepilogo
Prospettiva

La diocesi comprende 18 comuni nella parte settentrionale della città metropolitana di Catania: Acireale, Aci Bonaccorsi, Aci Castello, Aci Catena, Aci Sant'Antonio, Calatabiano, Castiglione di Sicilia, Fiumefreddo di Sicilia, Giarre, Linguaglossa, Mascali, Milo, Piedimonte Etneo, Randazzo, Riposto, Sant'Alfio, Santa Venerina (escluso il quartiere di Bongiardo) e Valverde.

Sede vescovile è la città di Acireale, dove si trova la cattedrale di Maria Santissima Annunziata.

Il territorio si estende su una superficie di 666 km² ed è suddiviso in 111 parrocchie, raggruppate in 6 vicariati.

Basiliche e santuari

In diocesi si trovano sette basiliche minori: la cattedrale, Santi Pietro e Paolo e San Sebastiano martire ad Acireale; San Filippo d'Agira ad Aci Catena; San Giacomo e Maria Santissima della Catena a Castiglione di Sicilia; Santa Maria Assunta a Randazzo; San Pietro a Riposto.[1]

Inoltre comprende sette santuari: Maria Santissima di Loreto ad Acireale, Santa Maria della Vena a Vena (frazione di Piedimonte Etneo), Maria Santissima a Valverde, Beata Maria Vergine del Carmelo a Randazzo, Maria Santissima della Catena ad Aci Catena, San Gerardo Maiella a Piedimonte Etneo, e Santa Maria della Strada a Giarre.[2]

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Storia

Riepilogo
Prospettiva

La storia della diocesi acese è molto travagliata. Già a partire dal XVI secolo erano molto forti le istanze del clero e della popolazione locale che, abituata ad essere direttamente soggetta ai regnanti e godere quindi di diversi benefici perché appunto reale (nel senso di demaniale), era allora nel territorio del potente abate-vescovo di Catania. La costruzione di un maestoso tempio nella piazza Duomo, inizialmente come chiesa matrice dedicata a Maria Santissima Annunziata e che poi diverrà cattedrale, può essere portato ad esempio più emblematico del desiderio della città di aver un suo vescovo.

Tuttavia si dovette attendere sino al 1838, quando Ferdinando II di Borbone, in visita in segno di riconoscenza per la fedeltà dimostrata nei tumulti anti-borbonici del 1820 e del 1837, emise il primo decreto istitutivo della diocesi. Il pontefice Gregorio XVI il 27 giugno 1844, con la bolla Quodcumque ad catholicae religionis incrementum, eresse canonicamente la diocesi: essa doveva comprendere cinque comuni estrapolati dalla diocesi di Catania e nove comuni dell'arcidiocesi di Messina.

«Tuttavia diverse circostanze, talune previste, altre decisamente avverse, ritardarono di ben 28 anni l'esecuzione delle Lettere Apostoliche di erezione della Diocesi».[3] Infatti la bolla Quodcumque ad catholicae, a causa dell'opposizione manifestata dalle due diocesi da cui veniva ricavato il territorio di Acireale, conteneva espressamente la clausola che l'erezione della nuova diocesi doveva avere effetto solo dopo la morte dei vescovi di Catania (Felice Regano) e di Messina (Francesco di Paola Villadecani). Questi morirono entrambi nel 1861, ma a causa delle difficoltà intercorse fra Italia e Santa Sede dopo l'unità, l'esecuzione della bolla pontificia fu ritardata di altri anni.

Finalmente il 19 marzo 1872 la Congregazione Concistoriale nominò Giovanni Battista Guttadauro di Reburdone, vescovo di Caltanissetta, esecutore della bolla di erezione, che venne pubblicata ad Acireale il 3 giugno successivo con il decreto esecutoriale: da questo momento inizia ufficialmente la vita della diocesi. Il 22 luglio con il decreto Nova constituta della Congregazione Concistoriale fu dichiarata diocesi immediatamente soggetta alla Santa Sede ed il 29 luglio papa Pio IX procedeva alla nomina del primo vescovo, il giovane sacerdote agrigentino Gerlando Maria Genuardi, che fece il suo ingresso solenne in diocesi il 10 novembre.

Il vescovo Genuardi visitò la diocesi nel 1875, in seguito pubblicò «la Constitutio prosynodalis con l'intento di avviare le strutture organizzative essenziali, mettendo ordine nella vita ecclesiale diocesana»[4]; la sua principale opera fu l'istituzione, nel 1881, del seminario diocesano, nel quale furono formati diversi futuri vescovi, tra cui i suoi due immediati successori, Giovanni Battista Arista (1907-1920) e Salvatore Bella (1920-1922); quest'ultimo, nel 1921, istituì 42 nuove parrocchie, mettendo fine a quella prassi, ereditata dalla diocesi di Catania, di considerare il vescovo l'unico parroco della diocesi. Durante il lungo episcopato di Salvatore Russo (1932-1964) fu celebrato il primo sinodo diocesano (1957).

Dal 2 dicembre 2000, in forza della bolla Ad maiori consulendum di papa Giovanni Paolo II, la diocesi è diventata suffraganea dell'arcidiocesi di Catania.

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Cronotassi dei vescovi

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi originari del presbiterio diocesano

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Statistiche

Riepilogo
Prospettiva

La diocesi nel 2023 su una popolazione di 233 000 persone contava 229 000 battezzati, corrispondenti al 98,3% del totale.

Ulteriori informazioni anno, popolazione ...
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Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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