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Disegni di Pisanello

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Disegni di Pisanello
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La vastissima produzione di disegni di Pisanello testimonia un'attività molto feconda, a differenza delle poche testimonianze pittoriche sicure che ci sono pervenute. Indubbiamente come disegnatore fu tra i più grandi della sua epoca[1].

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Testa di cavallo (Louvre 2360)

Caratteristiche

Riepilogo
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Testa femminile (Louvre 2342)

In uno degli studi più completi sulla grafica pisanelliana, della Fossi Todorow (1966), vengono elencati 463 fogli gravitanti attorno al nome dell'artista, ma ne vengono accettati come sicuramente autografi solo 80. Il dibattito sull'autografia o meno dell'opera grafica è uno dei più accesi e controversi in merito all'artista, con accrescimenti e sfrondature diversi da studioso a studioso. Molti appaiono infatti nelle raccolte i disegni di artisti della cerchia, di scolari, imitatori e copiatori, mentre non mancano soggetti più generici, riscontrabili nei molti taccuini, repertori di modelli, fogli di figurini e bestiari che circolavano all'epoca, soprattutto in Lombardia e in Italia settentrionale[1].

Il gruppo più nutrito di disegni dell'artista e della sua cerchia è il Codice Vallardi del Cabinet des Dessins del Louvre (378 fogli). Segue, a distanza, la raccolta della Biblioteca Ambrosiana (26 fogli), mentre altri fogli sparsi si trovano in collezioni e musei di tutto il mondo. Più studiosi si sono cimentati nella suddivisione e riunione per gruppi dei fogli, arrivando anche a ipotesi suggestive, come quella di un taccuino usato dall'artista nei suoi viaggi o di un "album rosso"[1].

I disegni di Pisanello testimoniano la versatilità e l'accuratezza con le quali l'artista studiò la natura, arrivando a vertici di verosimiglianza mai raggiunti prima. È con lui che la produzione grafica arriva alla dignità di arte autonoma: i suoi studi di figure infatti non sono sempre modelli per realizzare qualcos'altro, né solo studi preparatori, ma riproduzioni dal vero, condotte con la minuzia di un'indagine che oggi diremmo "scientifica". Per esempio negli studi destinati a definire la scena del San Giorgio e la principessa (in larga parte al Cabinet des Dessins del Louvre) sono presenti animali, ritratti e specie botaniche, di una potenza espressiva che sembra voler indagare anche i sentimenti e le emozioni[2].

Negli studi e copie di sarcofagi antichi, eseguiti a Roma nel 1431-1432, si nota come Pisanello e i suoi seguaci fossero stati contagiati dall'interesse per l'antico, inaugurato dal Petrarca nelle corti settentrionali. L'atteggiamento dell'artista verso le opere antiche è però ancora medievale, come dimostra ad esempio il disegno della sua bottega alla Biblioteca Ambrosiana con figure copiate dal sarcofago di Marte e Rea Silvia di palazzo Mattei a Roma: le figure copiate sono accostate con estrema libertà, senza interesse al contenuto narrativo dell'episodio; esse sono solo fonti per un repertorio, da riassemblare a piacimento per ottenere nuove composizioni[3].

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Elenco

Riepilogo
Prospettiva

L'elenco seguente si basa sulla selezione di Renzo Chiarelli (1966), a sua volta ispirato al corpus descritto dalla Fossi Todorow (1966). Si tratta di disegni sicuramente autografi e di disegni attribuiti in maggioranza al maestro. Non sono compresi i disegni della cerchia, pur facenti parte di raccolte con altri disegni autografi.

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Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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