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Djémila
città antica in Algeria Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Djémila (in arabo جميلة?) è un comune algerino situato nella provincia di Sétif, vicino alla costa del mar Mediterraneo, a est di Algeri.
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Storia
Vi si trovano i resti dell'antica città romana di Cuicul (in arabo جميلة?).[1], fondata, probabilmente su un piccolo centro berbero preesistente, come colonia romana, sotto Nerva (96-98)[2], o più probabilmente sotto Traiano (98-117).[3][4]
Ebbe un particolare sviluppo a partire dal III secolo, come sembrano testimoniare le iscrizioni relative ad opere edilizie e i mosaici delle abitazioni, databili soprattutto nella seconda metà del IV secolo. Sopravvisse anche dopo la conquista da parte dei Vandali di Genserico e dopo la successiva riconquista bizantina.[3]
Fu rimessa in luce dagli scavi a partire dal 1909.
Nel 1982 il sito archeologico è stato inserito nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.[5]
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Descrizione
Riepilogo
Prospettiva
È situata in una regione montuosa, su uno stretto pianoro tra gli avvallamenti di due torrenti, e presenta una pianta allungata in senso nord-sud. Si trovava sulla strada tra Cirta (oggi Costantina) e Sétif.
Il primo nucleo della città sorse con impianto regolare (incrocio di cardini e decumani) sulla parte settentrionale del pianoro. Si conservano delle mura cittadine pochi resti e le due porte alle estremità del cardine massimo[2]. Il foro cittadino ("Foro vecchio") si trovava al centro della città ed era costituito da una piazza quasi quadrata con portici su due lati e tempio capitolino sul lato nord. Sul foro si affacciavano inoltre una curia e una basilica civile[2]. Tra gli edifici pubblici della città erano inoltre compresi un tempio dedicato a Venere Genitrice con recinto sacro, un macellum e un edificio termale. Alcune delle case scavate erano vaste residenze articolate intorno ad un peristilio ed erano ornate da mosaici[2].
La città si espanse successivamente verso sud.[2] Un teatro venne costruito sotto Antonino Pio (138-161), nuove terme più vaste sotto Commodo (180-192). Venne costruito anche un secondo foro ("Foro severiano"), iniziato sotto Caracalla (211-217), al quale venne dedicato l'arco omonimo situato al suo ingresso, e completato sotto Alessandro Severo (222-235). La piazza di forma irregolare e su terreno in declivio, era dominata dal tempio dedicato alla Gens Septimia (la famiglia imperiale divinizzata).[2]
In epoca successiva si formò a sud est un complesso cristiano (il primo vescovo di Cuicul è menzionato nel 255), costituito da due basiliche cristiane disposte parallelamente (una più antica a tre navate, datata tra IV e V secolo e una più recente a cinque navate, datata tra V e VI secolo), una terza cappella, un battistero (probabilmente connesso alla basilica più antica e connesso ad un piccolo stabilimento termale) e una grande abitazione interpretata come residenza episcopale[2][3]. Altre due basiliche cristiane sono meno conosciute, ma, come le prime caratterizzate dalla presenza di una cripta sotto l'abside.[3]
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Cultura
Musei
- Museo di Djémila, dove sono esposti i ritrovamenti dell'antica città romana di Cuicul, tra i quali degli splendidi mosaici.[6]
Galleria d'immagini
- Foro vecchio con i resti del capitolium
- La basilica civile sulla piazza del Foro vecchio
- Il Macellum
- Teatro romano
- Arco di Caracalla dal cardine
- Arco di Caracalla
- Foro severiano
- Tempio della Gens Septimia e Foro severiano, con l'arco di Caracalla sullo sfondo
- Tempio della Gens Septimia
- Il complesso cristiano a sud-est
- Battistero del complesso cristiano a sud-est
- Museo
Note
Bibliografia
Altri progetti
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