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Domenico Agusta
imprenditore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Domenico Agusta (Palermo, 28 febbraio 1907 – Milano, 2 febbraio 1971) è stato un imprenditore italiano.

Biografia
Riepilogo
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Figlio di Giovanni Agusta, imprenditore aeronautico dell'omonima casa, a 6 anni seguì nel Nord Italia il padre Giovanni che si trasferì per iniziare la sua carriera pionieristica dell'aviazione[1]. La famiglia si stabilì nei pressi di Cascina Costa. Si appassionò presto alle motociclette, oltre agli aeroplani. A 19 anni fu tra i primi a prestare servizio a Malpensa nella Regia Aeronautica, la nuova forza armata autonoma dedicata all'aviazione.[1]
Nel 1927 il padre morì per i postumi di un'operazione e Domenico si assunse la responsabilità dell'azienda insieme alla madre e al fratello minore Vincenzo, di due anni più giovane. Dal 1932 al 1945 si dedicò totalmente all'industria aeronautica, con la costruzione di vari modelli anche per l'aeronautica militare.[1]
Nel 1945, a seguito delle clausole del trattato di pace, poi sfociate nei trattati di Parigi del 1947, venne proibita all'Italia la produzione di velivoli e l'azienda dovette fronteggiare un periodo di crisi che tentò di superare, cambiando le linee di produzione, adattandosi a costruire barche e autobus. In quell'anno venne fondata la Meccanica Verghera, allo scopo di produrre in serie una motoleggera dotata di propulsore a due tempi da 98 cm³, messo a punto due anni prima, il cui sviluppo e produzione erano stati interrotti dagli eventi bellici. Da allora i modelli MV Agusta crebbero di popolarità, sotto la guida diretta di Domenico, le moto da competizione vinsero gare e campionati[1].
Negli anni Sessanta venne coinvolto in un celebre caso di cronaca rosa[2]: avendo negato alla figlia Giovanna il permesso di sposare il calciatore José Germano de Sales nonostante fosse incinta[3], i fidanzati si trasferirono a Liegi dove convolarono a nozze il 17 giugno 1967[3]. Tre anni dopo i due divorziarono e Germano tornò in Brasile, dove comprò una fattoria coi soldi dell'ex suocero[4].
Il 29 gennaio 1971, mentre accompagnava il presidente finlandese Urho Kekkonen in visita agli stabilimenti Agusta, fu colpito da infarto: morì quattro giorni dopo, nel suo appartamento milanese di piazza Sant'Erasmo.[5]
Era il fratello di Mario Agusta, presidente della Federazione Italiana Motonautica[6].
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Onorificenze
Note
Bibliografia
Altri progetti
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