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Emone
personaggio della mitologia greca, figlio di Creonte Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Emone (in greco antico: Αἵμων?, Hàimōn) è un personaggio della mitologia greca. Fu un principe di Tebe.
Genealogia
Figlio di Creonte e di Euridice.[1]
Non sono noti nomi di eventuali mogli o progenie.
Mitologia
Emone, come tanti altri Tebani, fu rapito e divorato dalla Sfinge che, seduta sul monte Ficio proponeva un enigma ed uccideva chi non dava la disposta corretta.[1]
Nell'Antigone di Sofocle
Emone, è un personaggio chiave nella tragedia di Sofocle intitolata Antigone e dove, promesso sposo di Antigone, scopre che lei cerca di seppellire il fratello Polinice (perito nella battaglia) nonostante il divieto del re Creonte e quando Antigone viene scoperta ed imprigionata, Emone cerca di convincere il padre (Creonte) a revocare la condanna a morte che grava su di lei. Creonte però non ascolta le suppliche del figlio, inoltre Emone si ritrova devastato dal dolore quando scopre che lei si è impiccata nella grotta dove era stata imprigionata.
Non potendo più vivere senza di lei, Emone perde il senno e dapprima cerca di uccidere il padre Creonte, ma poi si suicida sul cadavere di Antigone, trafiggendosi con la spada.
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Note
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