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Eugenio Elia Levi

matematico italiano (1883-1917) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Eugenio Elia Levi
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Eugenio Elia Levi (Torino, 18 ottobre 1883Cormons, 28 ottobre 1917) è stato un matematico italiano.

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Eugenio Elia Levi

Biografia

Riepilogo
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Nono dei dieci figli di Giulio Giacomo Levi e Diamantina Pugliese, era fratello minore di Beppo Levi, anch'egli valente matematico. All'età di 21 anni, nel 1904, si laureò alla Scuola Normale Superiore di Pisa discutendo, sotto la direzione di Luigi Bianchi, una tesi sulla teoria delle superfici a due dimensioni immerse in un iperspazio. Divenne poi assistente di Ulisse Dini e, nel 1909, professore di Analisi infinitesimale all'Università degli Studi di Genova.

Nel 1911 ottenne la medaglia d'oro della Accademia dei XL. Nella relazione di conferimento del premio, Vito Volterra scrisse che più di uno tra gli otto gruppi di lavori presentati sarebbe stato sufficiente per farglielo vincere.

Partecipò come volontario alla prima guerra mondiale e morì a Subida, nel 1917, in un disperato tentativo di frenare l'avanzata nemica dopo la disfatta di Caporetto. Francesco Tricomi disse che lo «si può considerare uno dei maggiori matematici italiani»[1] e molti concordano nel ritenere la sua morte prematura - e un destino simile spettò a molti altri giovani matematici italiani, fra cui Ruggiero Torelli e Luciano Orlando - come il più grave tributo pagato dalla Matematica italiana alla grande guerra.[2][3]

Attività di ricerca

Levi scrisse 33 lavori, classificati dal suo collega e amico Mauro Picone[4] secondo il seguente schema:

Scrisse solo tre lavori sulla teoria dei gruppi. Il più interessante è il primo, Levi-1905 in cui viene dimostrata quella che ora è nota come decomposizione di Levi per le algebre di Lie. Questa era stata congetturata da Wilhelm Killing e dimostrata, solo in un caso speciale, da Élie Cartan.
Introdusse il concetto di pseudoconvessità[5] per lo studio del dominio di definizione delle funzioni di più variabili complesse[6]. Questo concetto diventerà uno dei cardini della teoria.
Le sue ricerche sulla teoria degli operatori differenziali alle derivate parziali diedero vita al metodo del parametrix[7]. Questo, essenzialmente, è un modo per costruire soluzioni fondamentali per operatori ellittici con coefficienti variabili: il parametrix è tuttora utilizzato ampiamente per lo studio degli operatori pseudodifferenziali.
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Opere

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Note

Bibliografia

Collegamenti esterni

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